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L’esperienza di Steel Tech, fornitore dell’agroalimentare ai tempi del coronavius

L’emergenza sanitaria nell’ultimo periodo sta colpendo e mettendo a dura prova la nostra economia, le nostre imprese, le nostre famiglie. In questo contesto l’industria agroalimentare è sicuramente quella a subire le maggiori pressioni perché continua a lavorare per assicurare gli approvvigionamenti garantendo nello stesso tempo sicurezza per tutti i dipendenti e spesso districandosi tra la burocrazia e le problematiche legate ad una filiera le cui componenti spesso non sono a lavoro.

Steel Tech è un’azienda che da più di cinquant’anni realizza manufatti in acciaio anche nell’ambito agroalimentare in particolare per lo stoccaggio delle materie prime. Il 13 marzo, prima ancora del primo decreto, si è deciso di sospendere le attività produttive in via precauzionale, perché abbiamo sentito tutti una grande responsabilità non solo nei confronti di noi stessi ma dell'intera comunità. Fermarsi in quel momento significava dare il nostro contributo al rallentamento del contagio.

Il 30 marzo abbiamo riaperto, riprendendo da dove avevamo lasciato, ma in realtà niente è come avevamo lasciato. Oggi, quella serenità che ci accompagnava ogni giorno a lavoro manca tanto perché non si può non pensare a quello che ci circonda, a chi lotta per salvarsi e salvare vite, a chi spera che il proprio caro possa farcela. Quella serenità manca perché ogni minuto che passa è una preghiera che questo tempo finisca al più presto per tornare a riabbracciare il proprio mondo.
Abbiamo ripreso la nostra attività lavorativa non per profitto, ma per responsabilità. Ci sono aziende che hanno bisogno di noi in questo momento per continuare a lavorare e a garantire all’Italia le giuste forniture. Lo facciamo con meno serenità ma con il giusto spirito collaborativo che ci contraddistingue e per il senso del dovere che abbiamo nei confronti del nostro Paese.
Oggi non è “come prima”. Perché potrà esserlo solo quando tutti potremo nuovamente tornare a lavoro, quando ci potremo stringere ancora le mani, quando potremo ritornare a viaggiare, quando potremo nuovamente prendere un caffè con i nostri colleghi. E quando tutto questo sarà ritornato, ancora non sarà tutto come prima, ma ci auguriamo che sia meglio dentro e fuori di noi.
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