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Il patto per l’export ci permette di guardare con maggiore fiducia alla fase 3

Il Patto per l’Export, redatto nell’ambito dei lavori della Cabina di regia per l’Italia internazionale e siglato  alla Farnesina, ci dà modo di guardare alla fase post-Coronavirus come un’opportunità di crescita, di consolidamento e di sviluppo del Paese. Nel testo, trovano spazio numerosi interventi che dimostrano come si stia finalmente cominciando a comprendere la strategicità del comparto primario, che nella difficile fase della pandemia ha continuato a lavorare con grande senso di responsabilità, assicurando il regolare e costante rifornimento degli scaffali e delle tavole degli italiani.

“Condividiamo molti dei pilastri strategici individuati nel Patto per l’Export come prioritari per il rilancio dell’agricoltura; accogliamo con particolare soddisfazione il forte investimento per la comunicazione e per la promozione all’estero delle nostre filiere, delle nostre specialità agroalimentari e del nostro know-how, così come le misure riguardanti la promozione dell’eCommerce, il rafforzamento della partecipazione delle PMI al sistema fieristico e il potenziamento delle risorse pubbliche per contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati a favore dell’internazionalizzazione delle imprese e delle start-up dei giovani imprenditori, molto promettenti sono poi le azioni individuate per contribuire a conquistare nuovi mercati, che mirano al contempo a difendere e promuovere quelli storici; in questa ottica guardiamo con favore alla creazione di un unico portale pubblico di accesso ai servizi per l’export, con un utilizzo personalizzato per settori e mercati prioritari, e all’inserimento di sei esperti di agricoltura nella rete diplomatico-consolare italiana, che avranno il non semplice compito di ottimizzare il lavoro delle Ambasciate nella promozione del Made in Italy nel mondo”, fanno sapere le associazioni agricole.  

Vale la pena di ricordare che, nonostante un sistema per l’internazionalizzazione delle imprese non sempre efficiente e spesso prigioniero di pastoie burocratiche, l’agroalimentare nazionale nel 2019 ha esportato prodotti per un valore di circa 45 miliardi di euro, dando un concreto e significativo apporto alla crescita del PIL.
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