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Consumi: + 29% acquisti pasta 100% made in Italy

Fanno segnare l’aumento record del 29% degli acquisti di pasta Made in Italy che utilizza solo grano tricolore con 8 consumatori su 10 (82%) che con l’emergenza Covid ritengono sia importante sostenere l’economia e l’occupazione del territorio anche nel momento di fare la spesa, mentre anche all'estero segnano un balzo del 15,3% le esportazioni di pasta pugliese nei primi 9 mesi del 2020. Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.  L’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. Si registra uno storico ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. Una tendenza confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina. Nell’ultimo decennio è scomparso 1 campo di grano su 5 dopo con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese. Sono risultate in aumento del 57% nei primi nove mesi del 2020 le importazioni di grano duro per fare la pasta dal Canada dove non sono rispettate le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese e sia trattato con la possibilità di utilizzare ’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole. In Italia è in vigore l’obbligo di indicare la reale origine del grano impiegato nella pasta dal 13 febbraio 2018 per garantire trasparenza sulle scelte di acquisto dei consumatori e sostenere i produttori italiani impegnati per garantire qualità e sicurezza alimentare. 

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