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Recovery plan, per l’agricoltura 3,9 mld in risorse idriche e contratti di filiera

Quasi 4 miliardi di euro (3,88) per cambiare volto all'agricoltura italiana rafforzandone la competitività, accompagnandone l'evoluzione sul piano energetico, rendendola più sostenibile sul piano produttivo e più forte sul piano infrastrutturale per fronteggiare i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico. È quanto è previsto dal Piano nazionale di rilancio e resilienza in tema di agroalimentare. I principali “assi” agroalimentari riguardano i contratti di filiera e di distretto (strumento col quale si punta a rafforzare alcune specifiche produzioni e a riequilibrare i rapporti tra l'anello produttivo e quello commerciale) per i quali è previsto un budget di 833,3 milioni di euro. Un'analoga somma (833,3 milioni) è messa a disposizione del Piano per la logistica come anche della realizzazione del “parco agrisolare” mentre un plafond di 500 milioni di euro sarà destinato alle innovazioni nella meccanizzazione e negli impianti di molitura. Infine, sempre nell'ottica dei principali assi di intervento, 880 milioni di euro saranno destinati gli investimenti per l'adeguamento delle infrastrutture irrigue per migliorare la gestione delle risorse idriche. Va sottolineato che di questa somma circa 360 milioni riguarderanno progetti già in corso mentre oltre 500 progetti nuovi. Gli obiettivi, dichiarati, degli investimenti sono quelli di incrementare la competitività del sistema alimentare il tutto nel quadro della sua sostenibilità. E per questo una parte rilevante delle risorse è dedicata a incentivare la produzione energetica da fonti rinnovabili, la riduzione delle emissioni e in genere il miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi. Tra gli altri obiettivi del piano quelli di «delineare gli indirizzi strategici per gli strumenti rivolti alla transizione ecologica e digitale», «individuare risorse a integrazione di quelle della Politica agricola comune in graduale riduzione» e poi «potenziare imprese e filiere, rafforzare la promozione internazionale, incentivare i sistemi di tracciabilità e trasparenza sull'origine degli alimenti e tutelare le risorse non rinnovabili sviluppando le agroenergie». Centrale nella strategia di sviluppo dell'agroalimentare prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno i contratti di filiera. Uno strumento che potrà contare su un budget di 833,3 milioni di euro e al quale sono affidati compiti come il rafforzamento della competitività delle imprese agroalimentari e una migliore distribuzione del valore lungo le diverse fasi della catena produttiva; la riduzione dell'uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi ma anche il potenziamento dell'agricoltura biologica. I settori di intervento individuati sono cinque: agroalimentare, forestale, pesca, acquacoltura e florovivaistico. Gli interventi saranno effettuati mediante contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati che prevederanno un 50% di quota di cofinanziamento privato con intervento della Cassa Depositi e Prestiti.

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