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Insetti commestibili, il via libera dell’UE e le reazioni

L’Unione Europea ha dato il via libera alla commercializzazione delle larve di Tenebrio Molitor come ingredienti per l'alimentazione umana

Per parafrase una delle più celebri filastrocche per bambini, parlando di entomofagia, si potrebbe quasi dire che, dopo gli insetti, ”Non manca più nessuno…”.

Dopo il via libero scientifico dell’Efsa infatti, è arrivato anche quello “commerciale” della Commissione Europea all’utilizzo degli insetti per uso alimentare. Si inizia con le “superstar” del settore, ovvero le larve delle tarme della farina (Tenebrio Molitor).

La decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane nell’ambito della strategia UE “Farm to Fork” e sancisce che le larve potranno essere utilizzate intere, essiccate, come snack o ingrediente per altri prodotti.

Interessante è lo studio condotto da dalle Università di Pisa e di Parma intitolato “Insetti nel piatto: il pregiudizio contrario si vince con una corretta comunicazione” che ha appena ricevuto il premio “Foods Best Paper Award”. Lo studio comprendeva anche un test di degustazione durante il quale sessantasei partecipanti al seminario hanno accettato di assaggiare due tipologie di pane, in realtà del tutto identiche e a base di sola farina, sebbene una delle due fosse etichettata come “contenente insetti”. Da qui un’ulteriore sorpresa: i punteggi sensoriali hanno infatti indicato che i partecipanti hanno dato ai campioni etichettati “contenenti insetti” punteggi più alti per sapore, consistenza e gradimento generale.

Tornando alla decisione dell’UE, è arrivata la reazione di Coldiretti, che in una nota ha dichiarato: ”Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea.Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.

Nella stessa lunghezza Filiera Italia, che per voce del consigliere delegato Luigi Scordamaglia ha dichiarato “Un altro paradosso di un approccio troppo ideologico alla Farm to Fork. Da una parte si spinge verso una messa in discussione della produzione delle nostre straordinarie eccellenze alimentari, soprattutto zootecniche, prodotte secondo un modello di sostenibilità unico al mondo” dice Scordamaglia “dall’altra si spingono cibi etnici, alternativi e strumentalmente proposti come più sostenibili per coprire la richiesta crescente di proteine nobili”.

Raggiante ovviamente il massimo esperto italiano del settore, Lorenzo Pezzato: “Il via libera degli stati membri era davvero l’ultimo passaggio fondamentale, l’industria degli insetti commestibili lo attendeva da anni. Adesso che abbiamo anche le norme sull’etichettatura non rimane che aspettare qualche settimana per il disbrigo delle ultime formalità burocratiche. Un momento storico possiamo dire anche, che in futuro sarà ricordato come spartiacque tra un prima e un dopo. L’apertura agli insetti come nuovo ingrediente alimentare farà decollare – finalmente- anche le vendite dei prodotti finiti che ne contengono la farina, che arriveranno agli scaffali dei negozi e dei supermercati molto, molto presto. E stavolta non è solo una previsione”.

Rispetto alle tematiche emerse dallo studio citato in apertura, Lorenzo ha dichiarato Con Fucibo (la sua azienda , ndr) noi abbiamo scelto di non usare immagini di insetti sui nostri pack, ma di inserire la dicitura “con proteine da insetti” nel fronte, ben visibile perché in effetti è proprio questo che differenzia i nostri prodotti da quelli tradizionali. Quindi non è stata una scelta fatta per nascondere in qualche modo la presenza della farina di insetti nella nostra pasta, nelle chips o nei crackers, solo abbiamo deciso di usare un approccio che non stimoli direttamente l’immaginario visivo”.“Senza dubbio, oltre la comunicazione, contano l’educazione, la conoscenza e l’esperienza. Con l’apertura del mercato e la possibilità di raggiungere le persone come fino a qualche giorno fa non era possibile, la voce che i prodotti a base di insetti sono davvero buoni si spargerà molto più in fretta, e gli imprenditori raccoglieranno i frutti di quanto in questo senso hanno seminato per anni”conclude .

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