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Alimentare: il settore più apprezzato dai consumatori italiani

Limitazioni ambientali e sociali legate alla pandemia  che creano un consumatore nervoso e fortemente insoddisfatto del customer care ricevuto. Brand reputation che dipende solo per il 45% dai benefici provenienti da prodotti/servizi, per il 35% dall’impatto sociale della marca e per il 20% dai comportamenti dei vertici aziendali. A rischio la fedeltà alla marca. Nel dichiarato dei consumatori Alimentare (35,3%), Grande distribuzione (30,3%) e Automotive (28,1%) sono i settori più vitali, mentre il comparto Energy & Utilities raccoglie pochi consensi e moltissimi indecisi.

Questa in sintesi la fotografia scattata da Omnicom PR Group – società di consulenza strategica in comunicazione con 6.300 addetti nel mondo – nel suo studio che, per la prima volta ha analizzato la reputazione di 9 settori chiave dell’economia italiana, con 72 brand associati, attraverso le lenti attente di oltre 2.000 consumatori.

I DRIVER CHE CREANO IL PERCEPITO DI UNA MARCA

Impatto Sociale (Society Outcomes): 35%

  • Prendersi cura dei dipendenti
  • Contribuire alla comunità in cui si opera
  • Rispetto dell’ambiente

Comportamenti Aziendali (Management Behaviours): 20%

  • Fare la cosa giusta (impegno a supportare cambiamenti su etica e trasparenza)
  • Performance finanziarie e operative più solide e coerenti
  • Comunicare in modo più frequente e credibile

Benefici per i clienti (Customer Benefits): 45%

  • Offrire prodotti e servizi a maggior valore (trasparenza su produzione o erogazione servizio, origini materie prime, affidabilità, certificazioni di filiera, trattamento e protezione dei dati del consumatore)
  • Attenzione per i clienti (Customer care)
  • Innovazione di prodotti e servizi

From “Selling to Serving”: è questo il cambiamento che i consumatori richiedono alle aziende, inteso come servizio verso le persone, l’ambiente e la comunità. In un contesto socioeconomico in continuo cambiamento, che nell’ultimo anno ha reso nervosi e frustrati gli italiani, non stupisce come le aspettative degli intervistati siano più alte rispetto al passato. L’esperienza vissuta dai consumatori presenta quindi un divario rispetto alle attese, soprattutto per quanto riguarda la cura dei clienti (-79 punti),l’attenzione e il rispetto verso l’ambiente (-67%) e l’offerta di prodotti a maggior valore (-62). La digitalizzazione forzata di alcuni servizi di assistenza e vendita ha influito negativamente sulla creazione di questo percepito.

Tuttavia, gli sforzi messi in campo dal comparto – che comprendono iniziative solidali di donazione cibo e pasti – non sono passati inosservati e hanno decretato il settore alimentare come il più apprezzato dagli italiani. Insieme a Grande distribuzione e Automotive, il Food è tra i settori che registrano il miglior rapporto aspettative vs. esperienze.

I risultati dello studio hanno la finalità di far emergere il non-dichiarato, tramite l’analisi di reazioni emotive e cognitive a stimoli visivi, misurate tramite i parametri di vicinanza valoriale e engagement emotivo. L’atteggiamento generale è di un consumatore meno fedele, molto più concentrato su ciò che è essenziale e funzionale alla vita di ogni giorno, portando i brand verso una dimensione di commodity.

Nell’ambito del settore alimentare, l’analisi ha evidenziato l’efficacia di una strategia comunicativa che mette al centro dello storytelling del brand i messaggi legati alla sostenibilità ed alla cura dei dipendenti. Questi messaggi, soprattutto se supportati da evidenze e fatti, inducono ad atteggiamenti impliciti e indicatori di interesse e piacevolezza positivi. La qualità del prodotto si conferma un topic che rassicura razionalmente, ma non riesce ad ingaggiare emotivamente il consumatore.

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