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UN GRIDO D’ALLARME, FATE PRESTO!

Sono Alfonso Cialdella, Presidente della sezione Meccanica di Confimi Bari - Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata, nonché Legale Rappresentante di una PMI Metalmeccanica di Corato (Ba), specializzata nella realizzazione di manufatti in acciaio inox ad uso industriale. Quotidianamente da ormai 80 giorni assisto, come tutti, alla vicenda bellica di aggressione da parte della Russia nei confronti dello stato sovrano Ucraino. Non avendo rapporti commerciali diretti con entrambe le nazioni, inizialmente speravo nel buon senso comune, per una definizione chiara che potesse individuare un equilibrato accordo, tale da soddisfare anche tutti gli altri attori principali coinvolti (Nazioni, UE, Nato, USA, CINA, etc..); Purtroppo e con molto rammarico, devo prendere atto che in questi 82 giorni, non solo NON SI è RIUSCITI ad individuare una via d’uscita, ma ADDIRITTURA assistiamo ad un progressivo generale peggioramento dei rapporti tra stati confinanti e tra Occidente e Russia, tali da compromettere seriamente il futuro socio-economico e finanziario dell’intero sistema mondiale. Lascio agli esperti in materia il difficile compito di dipanare una situazione che sta andando fuori ogni controllo, da parte mia e dei miei colleghi di Confimi Industria, mi sento in dovere di LANCIARE questo GRIDO DI ALLARME! I mass-media e i social quotidianamente mostrano i dati economici e confrontano indici e percentuali Ante e Post-pandemia che riflettono una situazione a fine marzo 2022 già compromessa, ma nulla purtroppo rispetto al peggioramento che viviamo oggi. In questi giorni la maggior parte delle PMI manifatturiere sta lavorando ancora in maniera ordinaria, grazie ancora all’effetto trascinamento del 2021, per soddisfare gli ordinativi acquisiti ad inizio dell’anno, ma terminate queste fasi lavorative, all’orizzonte non si intravedono miglioramenti. Già da tempo infatti, i nostri fornitori (nel nostro caso prevalentemente di acciaio inox) ci riferiscono il loro disorientamento: non riescono a concludere vendite mentre ricevono comunicazioni per posticipare le consegne già previste e continuano a comunicare ai loro acquirenti ulteriori incrementi di prezzo di vendita; la direzione commerciale della nostra azienda riceve numerose richieste di preventivi senza una data orientativa di definizione contrattuale in quanto tutto è subordinato alle aspettative della conclusione del conflitto bellico a cui si aggiungono richieste costanti da parte dei nostri clienti di posticipare le consegne dei manufatti già in fase di produzione. Tutto questo insieme al caro energia, rallenta inevitabilmente la produzione, la crescita dell’industria, la fiducia negli investimenti e nella spesa. A nostro parere questa situazione è ormai diventata insostenibile e i disagi sociali derivanti da attivazioni di misure restrittive aziendali come Cassa Integrazione, licenziamenti e chiusure di unità produttive diventano sempre più delle possibilità concrete. Questo mio appello non vuole essere un’invocazione a contributi, assistenza, sconti e moratorie, ma unicamente ha l’obiettivo di RECLAMARE IL DIRITTO AD ESERCITARE IL PROPRIO LAVORO IMPRENDITORIALE in una situazione di mercato normale che abbia un’aspettativa positiva di business, di scambi commerciali liberi e non ostacolati da paure e venti di guerra. Mi unisco all’appello rivolto in questi giorni dal nostro Presidente Confederale Paolo Agnelli e a tutti gli imprenditori che vivono ogni giorno le proprie aziende nel sollecitare tutte le forze politiche, economiche e finanziarie italiane, europee ed extra europee affinché ascoltino la grande inquietudine di chi lavora, produce e sviluppa benessere, e continuino ad attivarsi con sempre più fermezza e nel più breve tempo possibile a fare di tutto per scongiurare situazioni ancora peggiori ed irreversibili!

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