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DA MIPAAF A MIPAAFT, COSA CAMBIA?

Il governo italiano in carica ha esteso le competenze del ministero dell’agricoltura che un tempo fu. Dicastero che nel corso degli anni ha già esteso il proprio mandato alle politiche alimentari e forestali. Cosa cambia, con l’ulteriore attribuzione di compiti relativi al turismo in Italia, si vedrà. È presto per esprimere giudizi, e la speranza rimane alta. 

L’Italia del resto raccoglie un crescente interesse dei turisti globali quale meta d’interesse storico e archeologico, paesaggistico e culturale nel senso più ampio. Con attenzione altresì crescente verso la cultura millenaria del cibo, che distingue la nostra popolazione come pochissime altre sul pianeta.

Il Palazzo della Burocrazia – in Roma, via XX Settembre – aveva causato preoccupazione a centinaia di migliaia di imprese alimentari italiane, ad agosto scorso. Mediante un paio di circolari che paventavano l’obbligo di modificare in tempi brevi le etichette di almeno un paio di miliardi di referenze. Le quali avrebbero dovuto aggiornare i riferimenti delle rispettive certificazioni, da parte di enti autorizzati dal MiPAAFT anziché dal MiPAAF.

La paventata modifica, come è evidente, non avrebbe aggiunto alcuna informazione utile si consumatori. I quali già potevano confidare nell’autorevolezza dei certificati bio, DOP e IGP da parte degli organismi e consorzi a tal uopo accreditati presso il ministero. Viceversa – per quanto banale possa apparire ai non addetti e ai burocrati – la semplice aggiunta di una ‘T’ avrebbe comportato oneri insopportabili per le aziende. 

Il ministro Gian Maria Centinaio ha però corretto il tiro del Palazzo della Burocrazia. Dopo tempestiva consultazione delle rappresentanze di filiera interessate, il titolare del dicastero ha ordinato la pubblicazione di nuove circolari ove è previsto che la fatidica ‘T’ a margine di ‘MiPAAFT’ potrà venire aggiunta, senza fretta, "alla prima occasione utile".  

In termini pratici, allorché le imprese che realizzano prodotti alimentari certificati bio, DOP e IGP si troveranno a rivedere o ristampare le proprie etichette, senza bisogno di destinare al macero alcuna di quelle già a magazzino, potranno provvedere all’aggiornamento richiesto. 

Si attende ora che il ministro metta fine alle bizantine diciture ‘Certificato da Organismo di Controllo autorizzato dal Mipaaft‘ o ‘Certificato da Autorità pubblica designata dal Mipaaft’.  Diciture che non sono previste dai regolamenti europei – i quali  disciplinano in maniera esaustiva le produzioni in esame – e non aggiungono alcun valore a etichette già contrassegnate dai distintivi logo UE.
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