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PLASTICA MONOUSO, STOP DA STRASBURGO

L’Assemblea di Strasburgo ha dato il via libera al divieto d’impiego di oggetti in plastica monouso, qualora esistano ragionevoli alternative.

Il Parlamento europeo ha approvato con una maggioranza schiacciante – alla sessione plenaria del 24.10.18 – la proposta di direttiva UE dedicata alle Single-Use Plastics’ (SUPs). Prenderanno ora il via i negoziati con il Consiglio e la Commissione, per definire un accordo sul testo finale.

Plastiche monouso, perché basta: la plastica costituisce più dell’80% dei rifiuti in mare. Si decompone lentamente per fluire nelle acque, residuare nel sale marino e venire assorbita da pesci, molluschi e mammiferi.

Le microplastiche sono entrate a fare parte della nostra dieta quotidiana, per quanto attente possano essere le nostre scelte. E il 70% dei rifiuti marini in plastica, secondo le stime della Commissione europea, deriva proprio dagli oggetti di cui la nuova direttiva mira a vietare, o quantomeno limitare l’utilizzo. La direttiva SUPs mira a ridurre l’inquinamento dei mari da plastiche poiché esso, come si è accennato, risulta a tutt’oggi incontrollato sotto vari aspetti. E non è ancora dato prevedere gli effetti sulla salute umana che le microplastiche possano produrre – nel breve, medio e lungo termine – a seguito della loro inevitabile ingestione da parte degli individui. 

La legislazione proposta colloca l’Unione Europea in una posizione di avanguardia, nella gestione di un concreto quanto inestimabile rischio per la salute umana. Avvenne così anche nell’ambito della sicurezza alimentare, nei primi anni 2000, quando le riforme avviate dall’Europa condussero a un significativo innalzamento degli standard di ‘food safety’. E l’esempio del vecchio continente – basato sui principi di analisi del rischio e di prevenzione, indissolubilmente legati – ha fatto scuola nel mondo.

La direttiva SUPs si inquadra peraltro nel più ampio contesto della politica ambientale portata avanti da Bruxelles negli ultimi anni, sotto l’egida della c.d. economia circolare. Con l’obiettivo di riformare ogni strategia di produzione e utilizzo di diverse serie di materiali applicando una precisa gerarchia dei rifiuti (prevenzione, predisposizione al riutilizzo, riutilizzo e riciclo, valorizzazione energetica, smaltimento).

Alcuni articoli in plastica monouso per i quali esistono alternative – come posate, piatti, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande e aste di palloncini – dovranno venire esclusi dalle vendite in UE a partire dal 2021. L’elenco degli articoli da vietare è stato compilato tenendo anche conto della effettiva disponibilità di alternative a minore impatto ambientale, come le cannucce di carta e gli involucri di cartone.

Il Parlamento europeo, nel voto in assemblea plenaria, ha poi integrato l’elenco delle materie plastiche da vietare (come già approvato dalla sua Commissione Ambiente, cui era affidata la relazione sulla proposta), aggiungendovi:

– i sacchetti in plastica leggera,

– gli articoli di plastica oxodegradabili (es. sacchetti e imballaggi),

– i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.

Quanto agli articoli in plastica tuttora privi di alternative ecologiche – come le scatole monouso per hamburger e panini, i contenitori per frutta e verdura, le vaschette di dessert o gelati – gli Stati membri dovranno garantire una riduzione dei consumi non inferiore al 25%, entro il 2025. Le bottiglie di plastica e i loro coperchi – che oggi rappresentano il 20% circa dei rifiuti di plastica in mare, secondo il rapporto del Parlamento europeo – dovranno venire raccolte ai fini del riciclaggio in misura non inferiore al 90%. Entro il 2025, sotto la responsabilità degli Stati membri che dovrebbero altresì elaborare piani nazionali per incoraggiare l’uso di prodotti adatti a uso multiplo, il riutilizzo e il riciclo. I filtri di sigarette e i rifiuti in plastica da tabacco – i secondi articoli in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti – dovranno a loro volta venire ridotti (-50% entro il 2025, -80% entro il 2030). Si noti bene che un mozzicone di sigaretta può inquinare tra i 500 e i 1000 litri d’acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. Gli attrezzi da pesca contenenti plastica smarriti o abbandonati – che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge europee – dovranno venire raccolti dagli Stati membri, ogni anno, per almeno il 50%. Con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025.
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