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DIVIETO DI CONSUMARE PER SEI MESI IL PESCE PROVENIENTE DA 30 COMUNI VENETI

Il presidente della Regione Veneto ha emesso un’ordinanza che vieta fino al 30 giugno il consumo del pesce pescato proveniente dalle aree dove sono state riscontrate positività analitiche per i Pfas (sostanze perfluoroalchiliche). Questi composti hanno inquinato le falde acquifere di una sessantina di comuni del Veneto e sono entrate nella catena alimentare, probabilmente a causa degli scarichi della fabbrica Miteni, che poche settimane fa ha dichiarato fallimento, cessando le attività.

Il provvedimento della Regione Veneto riguarda il pesce proveniente da 30 Comuni dell’Area Rossa delle province di Verona, Vicenza e Padova. Un precedente divieto della durata di un anno era stato emesso il 12 novembre 2017 sulla base dei risultati del biomonitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, quale misura precauzionale a tutela della salute della popolazione, e riguardava il pesce pescato proveniente da 21 Comuni. Poi l’Area Rossa è stata ampliata, con l’inclusione di altri nove Comuni.

La nuova ordinanza è stata motivata con il fatto che la questione dei Pfas, “complessivamente intesa, è oggetto, da tempo, di studio e approfondimento da parte dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e di altre Agenzie nazionali”, e che lo scorso 10 dicembre l’Autorità “ha fornito ulteriori aggiornamenti ed elementi di valutazione i merito all’inquinamento da perfluoroalchilici”. L’Efsa ha annunciato che nel 2019 “adotterà nuovi pronunciamenti definitivi”, in attesa dei quali la Regione Veneto ha emesso l’ordinanza di divieto fino al 30 giugno.
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