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Agnelli: "l'industria italiana vittima di incompetenze sconvolgenti"

"Dopo aver accompagnato alla porta grandi brand italiani, dalla moda al food, dal tessile all'arredo, ora perdiamo anche l'acciaio" è il commento di Paolo Agnelli presidente di Confimi Industria osservando la gestione dell'ex Ilva. "Sono anni che viviamo in assenza di politiche industriali concrete, ora lasciamo andar via anche l'acciaio per incapacità contrattuale e per una incompetenza veramente sconvolgente".
"Per non parlare della tassazione esagerata sul lavoro e sull'energia, due fattori indispensabili per un paese manifatturiero. E qual è il risultato? 850 mila imprese chiuse negli ultimi 10 anni, 93 mila imprese chiuse nel 2018, 250 aziende che chiudono al giorno (fonte ISTAT)" denuncia Agnelli.



"E le risposte odierne della politica ? Sono la tassazione delle merendine, delle bevande zuccherate, sugli imballi della plastica, persino sulla plastica di riciclo mettendo a rischio l'economia circolare, e ancora gli aumenti sul gasolio e la tassazione delle auto aziendali: tutte tasse contro l'impresa". 

"Tasse definite ipocritamente etiche" continua Agnelli in modo provocatorio "etico sarebbe facilitare le alternative green con una premialità attraverso un  credito di imposta per chi sceglie soluzioni ecosostenibili" "Oggi - chiude il presidente di Confimi - serve una task force di personalità competenti, sindacati e imprenditori che preparino un piano per salvare l'industria italiana". Su cosa agire? Riduzione del costo del lavoro, del costo energetico , immediata sburocratizzazione e il credito.
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