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Agnelli su DL Cura Italia: "Bene misure assistenziali, ma è urgente dare liquidità alle imprese"

“Constatiamo con soddisfazione che il Governo abbia scelto di destinare oltre 10 miliardi in misure straordinarie di tipo assistenziale vista l’emergenza sanitaria e sociale, anche se ci rammarica la scelta di non diversificare, investendo, tra le altre cose, anche per l’abbattimento del cuneo fiscale in favore di quegli imprenditori che si arrabattano per continuare a pagare gli stipendi”. Parte da qui Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria nell’analizzare il decreto Cura Italia.  

“Siamo stati tra i primi a chiedere che venissero chiusi gli stabilimenti, i primi a esprimere timori sulla possibilità di riuscire a pagare gli stipendi, ci aspettavamo un passo anche in questa direzione” spiega il presidente del manifatturiero “è chiaro e rispettabile l’intento di supportare quei settori economici “chiusi per decreto” ma un atteggiamento simile rischia di vanificare gli sforzi degli imprenditori e dei dipendenti”.
Tra i primi i primi aspetti che Confimi Industria ha rilevato nel decreto ci sono la mancanza di meccanismi automatici per l’accesso al credito, di vitale importanza per le PMI, con la liquidità che diventerà il primo elemento di emergenza e la richiesta di una maggiore flessibilità e chiarezza sugli strumenti per gli ammortizzatori sociali: “Si è fatto un passo indietro rispetto al decreto del 28 febbraio, decreto in cui l'obbligo della consultazione per avviare l’iter di concessione degli ammortizzatori sociali non era previsto, oggi invece l’obbligo alla consultazione sindacale è stato portato a tre giorni, e – sottolinea Agnelli - seppur per via telematica, ingessa ulteriormente una tale situazione di emergenza”. 

Ritenute inoltre insufficienti le nove settimane e la loro espletazione entro il 31 agosto “non ci sono lumi sulla risoluzione di questa tragica pandemia – fa presente Agnelli – per questo riteniamo sia  opportuno estendere l'utilizzo degli ammortizzatori a tutto l'anno elevando il numero delle settimane disponibili”. 

Soffermandosi poi sul titolo III del Decreto, Agnelli torna a battere sull’accesso al credito “Si tratta di misure collegate agli interventi del Fondo Centrale, dei Confidi e degli Istituti di credito che si traduce in ulteriori lungaggini burocratiche per soddisfare un iter deliberativo incerto nelle procedure e nell’esito”. “Vogliamo soffocare le aziende di scartoffie? Procedimenti che, se già farraginosi di loro, sono resi ancor più difficoltosi da uffici amministrativi con personale ridotto all’osso”. E chiede in chiusura Agnelli “Servono misure che assicurino immediata liquidità “sganciata” da banche e enti di garanzia, è ora che lo Stato finanzi direttamente le aziende o che garantisca i prestiti bancari senza ulteriori delibere”.
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