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Confimi Industria audizione su DL Rilancio: "l'Italia deve osare di più, semplificando i processi”

“La crescita del paese è ferma e il decreto rilancio, nonostante le buone intenzioni, non è fedele al nome che porta. Servono misure inusuali, è ora che l’Italia osi”. Lo afferma Confimi Industria, intervenuta con la relazione del responsabile fiscale, Francesco Zuech, all’audizione con le commissioni Bilancio di Camera e Senato impegnate nell'esame del decreto legge rilancio. Un decreto che recepisce tante delle osservazioni avanzate a commento dei decreti legge che lo hanno preceduto ma che tuttavia non riesce a portare il paese fuori dal pantano.

“Ci troviamo di fronte a un testo per addetti ai lavori, che necessita di troppi decreti attuativi, di processi complessi, di rinvii e non soluzioni e che viaggia a una velocità differente da quella dell’economia reale. Piuttosto che snellire e semplificare, le misure proposte sembrano far crescere l’indebitamento delle aziende rischiando, in assenza di un piano industriale, il fallimento del sistema produttivo”.

“Siamo consapevoli che una ricetta univoca non c’è” precisa Confimi Industria in audizione presentando, al tempo stesso, una prima soluzione: “l’Italia dispone di fatturazione elettronica XML che, seppur nata da esigenze e obiettivi erariali, potrebbe diventare elemento di competitività per il nostro fragile sistema economico”. E Confimi spiega anche come “grazie all’Agenzia delle Entrate si potrebbero mettere in evidenza le relazioni tra creditori e debitori, proponendo, a chi vorrà, compensazioni multilaterali volontarie”. Una sorta di baratto finanziario che permette di ottenere liquidità immediata, di contenete i fallimenti per crediti non riscossi e di arginare il rischio di usura e infiltrazioni mafiose.

Un primo passo sulla questione cessione del credito, ricorda Confimi, è già stato compiuto: un emendamento al DL Liquidità facilita, con una garanzia dello Stato attraverso la Sace, la cessione dei crediti a società di factoring da parte delle imprese. La garanzia è stata introdotta a vantaggio dei cedenti di crediti commerciali per le operazioni realizzate “pro solvendo”, ossia con garanzia di solvenza in capo all’impresa cedente. “Speriamo si possa completare la misura con il DL Rilancio, e con estensione della garanzia anche al credito commerciale ceduto in pro soluto” precisa Confimi Industria.

Sempre nell’ottica di scongiurare il rischio di un fallimento sistemico, Confimi ha chiesto in audizione che vengano modificate la legge fallimentare e il codice della crisi d’impresa introducendo il distinguo fra insolvenze generate dall’attuale stato eccezionale (da considerare di forza maggiore) e le insolvenze che tali sarebbero state a prescindere. Non solo, la Confederazione chiede lo slittamento ai parametri di bilanci 2019 e 2020, con verifica quindi nel 2021, dell’obbligo di nomina del revisore che ora prende in considerazione gli esercizi 2018 e 2019 e che, in mancanza di interventi, porterà con la prossima approvazione del bilancio 2019 alla nomina sulla base di parametri di fatto già superati in considerazione della notevole riduzione di fatturato che sarà rilevata da moltissime srl nel 2020.

La Confederazione dell’industria manifatturiera italiana ha individuato alcune criticità anche sul versante sindacale: “reintrodurre la consulta sindacale nel rinnovare la cassa integrazione con le nuove 5 settimane messe a disposizione del governo vuol dire solo allungare i tempi a danno dei lavoratori” fa presente Confimi “e nonostante sia nell’interesse di tutti mantenere i livelli di occupazione, non condividiamo la norma che chiede alle imprese di non licenziare per un periodo totale di 5 mesi (a decorrere dalla chiusura delle attività per decreto) soprattutto perché a 3 settimane dalla riapertura gli ordinativi sono ancora quasi a zero”.

Visto con favore il pacchetto degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica e sismica degli edifici. A tal proposito, e in merito alla trasformazione delle detrazioni in credito di imposta o sconto in fattura, Confimi ha evidenziato alcune criticità: la verifica di congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi e quindi la definizione dei relativi criteri; il calcolo dei rischi soggetti a copertura assicurativa della polizza che, per come è scritta la norma, il professionista è obbligato a sottoscrivere. Se da una parte quindi i superbonus sono stati ideati per dare nuovo impulso al settore edile, dall'altra le responsabilità gravanti sui professionisti e i meccanismi per la cessione del credito potrebbero creare qualche ostacolo.

Oggetto dell’analisi portata in audizione  - ma già denunciate da Confimi Industria nei giorni scorsi  - le questioni del contagio da covid come infortunio sul lavoro con responsabilità penale e civile del datore di lavoro per la quale Confimi chiede che, al netto del rispetto e dell’attuazione del protocollo di salute e sicurezza, sia modificata la norma al momento solo chiarita nell’intento da una circolare dell’Inail e sull’iniquità tributaria del superamento della rata di giugno dell’Irap che viola palesemente il principio di capacità contributiva. Conti alla mano l’IRAP 2019 risulterà infatti dimezzata per chi ha raddoppiato il volume della produzione rispetto al 2018; ridotta di 2/3 per chi l’ha triplicato e così via. Il tutto, peraltro, assolutamente a prescindere da crolli di fatturato rilevabili nei mesi di marzo, aprile o maggio 2020 cosicché il beneficio si manifesterà anche per il 2020 in modo più che proporzionale per chi, nonostante Covid-19, ha potuto lavorare anche di più.

La Confederazione del manifatturiero ha inoltre chiesto di intervenire per il rinvio a settembre non solo dell’Irap ma anche di Ires e Irpef di giugno attraverso il meccanismo del calo di fatturato già previsto per IVA, contributi e ritenute dipendenti; uno spostamento ragionevole al fine di evitare continui ricalcoli.
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