Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Impresa - Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata - interviene nel dibattito sull'art. 18.
“No alla abolizione dell'articolo 18 - esordisce Agnelli - sì invece allo spostamento della soglia della sua applicazione dai 15 addetti attuali ai 35."
“Questa modifica - aggiunge Agnelli - porterebbe alla fine delle paure della crescita per le Pmi sotto i 15 dipendenti; alla fine dei motivi di nanismo di molte imprese; all'eliminazione dell’uso fasullo dei co.co.pro; alla diminuzione del lavoro nero per gli eccedenti le 15 unità, al termine dell’utilizzo delle false partite IVA”.
“Questa soluzione inoltre- conclude Agnelli - renderebbe stabile anche la situazione di molti lavoratori che al momento vivono situazioni di precarietà”.
Il processo di semplificazione non può essere sempre “unidirezionalmente” rivolto e pensato solo per le esigenze di efficientamento della PA. Se le cosiddette semplificazioni vengono imposte in modo coercitivo significa che per i contribuenti non sono “semplificazioni”.
Questo il pensiero di Confimi che dopo aver raccolto le criticità dalle proprie associate in relazione al nuovo obbligo di fatturazione elettronica verso la PA, ha deciso di scrivere ai vertici di Ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia per l’Italia digitale, Agenzia delle Entrate e Unioncamere e, per conoscenza, al Ministro delle Semplificazioni Madia.
La Confederazione dell’Industria Manifatturiera e dell’Impresa Privata ritiene che se la PA vuole le fatture in formato elettronico gli oneri non devono ricadere sugli operatori.
In ogni caso ci sono margini per risolvere molte criticità senza compromettere, comunque, gli obiettivi di efficientamento e di risparmio della spesa pubblica.
Il principale elemento di debolezza è sicuramente legato all’obbligo non solo per le Amministrazioni committenti, ma anche per i loro fornitori, di chiudere il processo di fatturazione con la conservazione sostitutiva a norma. Inoltre è importante sottolineare che il servizio di conservazione non viene fornito gratuitamente agli utenti del sistema di interscambio (SdI) ma solo a quelli della piattaforma MePA e già questa sarebbe un’anomalia poco comprensibile.
Oltre a ciò, secondo i tecnici di Confimi, in capo al fornitore tale processo non sarebbe tecnicamente indispensabile e pertanto viene auspicata l’eliminazione dell’obbligo.
La Confederazione insiste infine anche sulla necessità di fornire soluzioni gratuite (user friendly) per la generazione delle fatture in formato XLM così come previsto dal DM 55/2013 a favore delle PMI.
Con la presente siamo lieti di segnalarvi la partecipazione del Presidente Paolo Agnelli – alla trasmissione “Omnibus” diretta dal giornalista Andrea Pancani, in onda domani 6 agosto dalle ore 8 alle ore 10, sulla rete La7.
Ospiti insieme al Presidente Agnelli, l’on. Stefano Bonaccini, on. Michaela Biancofiore, il giornalista del fatto Quotidiano Fabrizio D’Esposito e in collegamento il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.
Così Paolo Agnelli Presidente di Confimi chiede al Governo di decidere di investire sulla competitività perché altrimenti "mantenendo privilegi, sprechi e stipendi pubblici d'oro si strangola l'industria e si crea definitiva disoccupazione"
“In un contesto ancora drammatico – attacca Paolo Agnelli Presidente di Confimi – con i recenti dati sulla disoccupazione giovanile e sul PIL che non lasciano tranquilli, la cosa più preoccupante è che non si vedono segnali di contro tendenza nel rapporto Stato-Imprese”.
“Questo Paese deve una volta per tutte – prosegue Agnelli – prendere coscienza di una cosa: il vero welfare è fatto dalle piccole e medie imprese che in questi anni di maratona nel deserto hanno con tutte le loro forze cercato di mantenere l’occupazione. Non chiediamo un premio, ma nemmeno vederci costretti sempre a fronteggiare un costo del lavoro ancora più alto d’Europa; un costo dell’energia più alto del mondo che è stato quadruplicato da imposte ed accise; una tassazione sul reddito delle imprese che in termini reali è arrivata al 65%; una serie di semplificazioni che non vedono la luce”.
“Lo Stato – chiude Agnelli – deve iniziare a cambiare la prospettiva con la quale guarda le imprese. Ora è necessario invertire l’automatismo della tassazione. Deve iniziare a valutare i costi per l’incidenza su unità di prodotto per quanto concerne l’energia e limare in maniera decisa il cuneo fiscale. Il vero rischio per lo Stato è che fra brevissimo non avrà più nulla da chiedere perché nulla vi sarà da dare: le aziende hanno già spremuto tutto il succo possibile, tocca ad altri risparmiare e tagliare. La strada è obbligata se si vuole avere ancora l'impresa e il lavoro in questo Paese".
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