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Le promozioni “prezzi bloccati” o “ribassati” dei supermercati: servono davvero a ri-sparmiare?

Con il protrarsi della quarantena alcune insegne della grande distribuzione hanno lanciato promozioni “prezzo bloccato” o “ribassato”. Un’indagine è stata effettuata da altroconsumo presso Carrefour, Coop, Conad e gruppo VéGé, per capire se effettivamente, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, esiste il rischio di un aumento dei prezzi.

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Consumi, verso una nuova normalità

Quali saranno le scelte del consumatore nei prossimi mesi? Cosa resterà delle nuove abitudini maturate nel periodo di lockdown e in che modo l’onda lunga della pandemia influenzerà il mercato dei beni di largo consumo? A queste domande ha cercato di rispondere Nielsen sulla base dei dati rilevati fino a questo momento e che lasciano già intravedere alcuni elementi di normalità del nuovo scenario.

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Messaggi pubblicitari COVID-19: eBay e ICQRF cooperano per eliminare dal web prodotti ingannevoli

Tre inserzioni di integratori alimentari reclamizzati come "antivirus" e "immunity virus" sono stare bloccate dall'ICQRF in collaborazione con la piattaforma e-commerce eBay, quindi rimosse dalla piattaforma web. Le inserzioni erano di società americane e britanniche; le pillole, che erano vendute vantando proprietà antivirus, erano acquistabili in Europa e in Italia.

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Farina, le vendite in Gdo non bastano

Non è oro tutto quel che luccica. Il celebre detto popolare calza a pennello per raccontare lo stato di salute del comparto molitorio nostrano. Perché se da un lato è vero che in questi giorni di quarantena forzata molti italiani hanno “riscoperto” la farina come ingrediente cardine di svariati manicaretti,   dall’altro il lockdown indistinto del mondo del fuori casa  pesa come un macigno sullo stato attuale dell’intero comparto e sulle prospettive future. Contrariamente a una diffusa convinzione, il settore molitorio sta registrando, dall’inizio dell’emergenza Covid-19, una contrazione particolarmente significativa, e comunque senza precedenti, dei volumi di vendita di farina di frumento tenero. Le ricorrenti notizie relative al forte aumento delle vendite di farine allo scaffale per utilizzo domestico sono effettivamente corrette e tale aumento poteva risultare anche maggiore laddove non si fossero riscontrate perduranti difficoltà nell’approvvigionamento degli imballaggi,  tuttavia importante precisare che esse rappresentano, mediamente, meno del 5% dei volumi totali di farina, complessivamente pari a 4 milioni di tonnellate annue, prodotti dall’Industria molitoria A fronte di un incremento nelle vendite delle confezioni da 1 kg destinate ai consumatori che hanno riscoperto, seppur forzatamente, il piacere del pane o della pizza fatti in casa, constatiamo, da un lato, un crollo della richiesta proveniente dal canale Horeca (ristoranti, pizzerie, bar, alberghi…) e dalla pasticceria e, dall’altro, una riduzione, seppur contenuta, della domanda da parte della panificazione, così come in altri Paesi comunitari, e di alcuni comparti dell’Industria dolciaria con particolare riferimento, in questo ultimo caso, ai prodotti da ricorrenza. Parimenti  si registra un preoccupante tracollo dell’export dopo un trend positivo ormai ultradecennale riconducibile alla insuperabile qualità e versatilità delle farine italiane. Complessivamente  la riduzione delle vendite dall’inizio del mese di marzo si attesta in misura prossima al 25 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e un recupero nei prossimi mesi appare altamente improbabile tenuto conto, in particolare, che il canale Horeca  sconterà, anche dopo la fine del periodo di emergenza, una contrazione riconducibile alle necessarie misure di cautela che dovranno essere adottate dagli esercizi commerciali e al forte ridimensionamento dei flussi turistici. 

Nota esplicativa circolare MiSE su nuovi obblighi etichettatura alimentare

Il Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica – ha notificato alla Commissione Europea, in data 17 aprile 2020, una bozza di circolare riguardante le “Misure temporanee di supporto alle imprese per l’attuale fase di emergenza sanitaria da COVID-19 con riferimento ai nuovi obblighi di etichettatura alimentare”.

La notifica è avvenuta in forza della direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 settembre 2015 sulle informazioni nel settore delle regolamentazioni tecniche, sfruttando, in particolare, la c.d. procedura d'urgenza (art. 6 par. 7° lett. a), la quale consente l'adozione immediata di una norma tecnica interna se giustificata da una situazione grave e imprevedibile inerente alla tutela della salute delle persone e degli animali, alla preservazione dei vegetali".

La Commissione è chiamata a valutare la fondatezza di tale giustificazione il più presto possibile e, se il suo giudizio è positivo, lo Stato membro richiedente non deve attendere, come normalmente accade, 3 mesi prima di adottare la norma notificata, ma può farlo immediatamente. 
Come detto, il MISE ha notificato alla Commissione Europea una bozza di circolare con cui, in sintesi, vengono estesi gli effetti del periodo di transizione di cui all’art. 4 del regolamento d’esecuzione (UE) 2018/775 della Commissione relativo all’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento.

Detto articolo, si ricorda, afferma che “gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima della data di applicazione (1° aprile 2020 ndR) del presente regolamento possono essere commercializzati sino ad esaurimento delle scorte”.

Ebbene, la circolare consente alle imprese alimentari che vendono in Italia di “smaltire anche le scorte di imballaggi ed etichette ordinate prima di tale data”.

Le motivazioni addotte dal Ministero dello Sviluppo Economico circa l’urgenza del proprio intervento, ineriscono le misure emergenziali adottate per far fronte alla pandemia da COVID-19, in conseguenza delle quali, da un lato, vi è stato un netto incremento della domanda di prodotti alimentari preimballati (anche a causa della chiusura di bar e ristoranti), dall’altro, sono state sospese o comunque limitate le attività delle imprese grafiche e tipografiche.

Di conseguenza, secondo il MISE, si sono riscontrati notevoli ritardi nella produzione e consegna dei nuovi imballaggi conformi al regolamento d’esecuzione UE 2018/775, con l’evidente grave ed imprevedibile rischio che tali ritardi si possano ripercuotere sugli approvvigionamenti di alimenti preimballati che, come detto, hanno registrato notevoli incrementi nei consumi.

Altra ragione riportata dal Ministero è l’oggettiva difficoltà nell’interpretare il regolamento europeo sopra citato, per il quale le linee guida della Commissione sono state pubblicate solo il 31 gennaio 2020, a ridosso dall’esplosione dell’emergenza sanitaria.

Visto che la Commissione europea non ha espresso rilievi entro il termine del periodo di standstill (22 aprile), ovvero quel lasso temporale in cui l’Italia era obbligata a mantenere lo status quo normativo, il MISE ha emanato la circolare del 23 aprile 2020
Altra misura di favore per le imprese riguarda gli imballaggi e le etichettature che già erano stati modificati in vista della perdita di efficacia, avvenuta il 1° aprile 2020, dei decreti interministariali sull’indicazione obbligatoria dell’origine del grano nella pasta1, del riso2 e del pomodoro3: ebbene, è possibile smaltire anche gli imballaggi e le etichettature ordinati prima della pubblicazione dei relativi decreti di proroga, non ancora avvenuta, e che non riportano l’origine di questi ingredienti.
Ciò significa che il packaging ordinato almeno fino ad oggi e non conforme ai decreti così come prorogati (fino al 31 dicembre 2021), potrà essere utilizzato fino a fine anno senza temere sanzioni.

Si segnala, comunque, che la Commissione Europea potrebbe ritenere la proroga in questione come illegittima. 
Unica incertezza interpretativa della circolare riguarda la circostanza che detti imballaggi ed etichettature debbano risultare “nella disponibilità delle imprese a seguito di contratti”, non essendo chiaro se per disponibilità debba intendersi la loro presenza fisica in magazzino e se i contratti siano solo quelli stipulati in modo formale.

L’interpretazione più coerente è che tali concetti vadano intesi in senso ampio, bastando dunque che l’azienda alimentare abbia inviato, in forma documentabile  (es. tramite e-mail), l’ordine relativo ad un determinato packaging o etichettatura, purché si tratti di un ordine completo di tutti gli elementi necessari affinché il tipografo proceda con la sua esecuzione (file grafici, condizioni economiche, termini temporali ecc.). Non sufficiente, dunque, a tal fine, una mera richiesta di preventivo o una richiesta di disponibilità a negoziare.

Altra nota da segnalare: nella circolare si menziona anche il decreto interministeriale sull’origine del latte4 ma, stando a quanto dichiarato dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico5, tale decreto non è stato prorogato. Probabilmente si tratta di un refuso nella circolare.

In conclusione, per coloro che immettono sul mercato italiano prodotti alimentari preconfezionati è possibile: 

1. utilizzare entro il 12.2020 gli imballaggi e le etichettature non conformi al regolamento d’esecuzione UE 2018/775, relativo all’indicazione del Paese d’origine o luogo di provenienza dell’ingrediente primario, purché tali imballaggi ed etichettature siano stati commissionati (tramite contratto o ordine di acquisto/fornitura) prima del 1° aprile 2020;

2. utilizzare entro il 12.2020 gli imballaggi e le etichettature non conformi ai decreti interministeriali sull’indicazione obbligatoria dell’origine del grano nella pasta, del riso e del pomodoro, purché tali imballaggi ed etichettature siano stati commissionati (tramite contratto o ordine di acquisto/fornitura) prima della pubblicazione dei relativi decreti di proroga (pubblicazione ancora non avvenuta); 

In entrambi i casi occorre conservare copia del contratto o dell’ordine di acquisto/fornitura.

La nota esplicativa è stata realizzata e fornita dall'Avvocato Luca Galizia di LEXFOOD
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