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Nasce Confimi Industria Turismo Campania

Il Presidente di Confimi Industria Campania, Giuseppe Nicotra, incrementa l’operatività e la sinergia tra i settori e dopo Confimi Digitale vara Confimi Turismo.
“Intendiamo dare una svolta in un settore che per il ruolo che riveste è prim’attore tra le risorse redditizie per l’economia” così Nicotra che continua “sviluppo ed approfondimento della cultura,  del tempo libero e dell’incremento delle tradizioni territoriali sono occasioni su cui riflettere ed operare  per creare nuove opportunità a favore degli operatori del settore”. Alla presidenza, all’unanimità, designata Raffaela Di Stasi.

Confimi Ambiente informa - Bando INAIL per la prevenzione nei luoghi di lavoro

Bando INAIL per la prevenzione nei luoghi di lavoro

Dal 1° marzo al 5 maggio 2016 le aziende possono inserire sul portale dell’Istituto le domande di finanziamento. Novità di questa sesta edizione – che porta a oltre 1,2 miliardi l’ammontare totale stanziato dal 2010 – l’introduzione di uno specifico asse di contributi per progetti di bonifica da materiali contenenti amianto.


Con il bando Isi 2015 l’INAIL   rinnova ancora una volta il proprio impegno per il welfare del Paese, mettendo a disposizione delle imprese 276.269.986 euro di contributi a fondo perduto per progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La somma rappresenta la sesta tranche di un ammontare complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro stanziato dall’Istituto a partire dal 2010. Novità rilevante del bando ISI 2015 è rappresentata dall’introduzione di uno specifico asse di finanziamento dedicato ai progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Le aziende interessate potranno inserire le proprie domande dal 1° marzo al 5 maggio 2016 sul portale dell’INAIL.

 Lo stanziamento è ripartito in budget regionali. Gli incentivi ISI – ripartiti su singoli avvisi regionali pubblicati sul portale dell’INAIL – vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il contributo viene erogato a seguito del superamento della verifica tecnico-amministrativa e la conseguente realizzazione del progetto ed è cumulabile con benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (quali, per esempio, quelli gestiti dal Fondo di garanzia delle PMI e da ISMEA). I soggetti destinatari dei contributi sono tutte le imprese, anche individuali, ubicate sul territorio nazionale iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura.

 Copertura dei costi fino al 65%, il contributo massimo è di 130mila euro. Nel dettaglio, i 276.269.986 euro di finanziamenti del bando a sportello possono riguardare progetti di investimento volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale e – come già sottolineato – progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Il bando ISI 2015 mette a disposizione delle imprese un contributo in conto capitale pari al 65% dei costi sostenuti per la realizzazione dell’intervento ed è compreso tra un minimo di 5.000 euro e un massimo di 130.000 euro (il limite minimo di contributo non si applica alle imprese fino a 50 lavoratori che presentino progetti per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale).

 Trasparenza nelle procedure: gli elenchi di tutte le domande disponibili online. La procedura per l’assegnazione degli incentivi INAIL ricalca quella adottata nelle edizioni precedenti. Dal 1° marzo al 5 maggio 2016, nella sezione “Servizi on line” del portale dell’INAIL, le imprese avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà loro di inserire la domanda di contributo con le modalità indicate negli Avvisi regionali. A partire dal 12 maggio 2016 le aziende la cui domanda abbia raggiunto, o superato, la soglia minima di ammissibilità potranno accedere al sito per ottenere il proprio codice identificativo da utilizzare al momento di inoltrare la domanda online nelle date e negli orari di apertura dello sportello informatico (tali informazioni saranno comunicate sul sito dell’INAIL a partire dal 19 maggio 2016). Gli elenchi in ordine cronologico di tutte le domande inoltrate saranno pubblicati sul portale INAIL, con l’indicazione di quelle collocate in posizione utile per accedere al contributo.

Nasce Confimi Industria Digitale Campania. Michele Iaselli il nuovo presidente.

Nasce oggi Confimi Industria Digitale Campania. La nuova categoria ha già ricevuto gli auguri del Presidente di Confimi Industria Campania Giuseppe Nicotra “E’ un importante passo per sviluppare e approfondire la cultura digitale, per creare una sinergia adeguata e per essere fioriera di progettualità in un campo che è già lanciato verso obiettivi fondamentali”. A guidare la categoria regionale che riunisce le aziende associate ai territori aderenti a Confimi Industria Campania il neo presidente Michele Iaselli, il suo vice Dottor Gaetano Mautone e l'Ingegnere Nicola Savino in qualità di Direttore.

Pmi/Accordo tra Confimprenditori e Aniem per le imprese edili

Mettere insieme competenze e servizi, per il raggiungimento di obiettivi di comune interesse in favore delle imprese edili. 
E’ la finalità dell’accordo siglato oggi tra la Confimprenditori, la confederazione nazionale di categoria che rappresenta imprenditori e professionisti e l’Aniem, l’Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere, aderente a Confimi Industria. 

“Con questa intesa vogliamo rafforzare la nostra rappresentanza e rappresentatività, attraverso collaborazioni ed intese a livello nazionale e territoriale, a favore di un comparto chiave come quello dell’edilizia - spiega il presidente della Confimprenditori, Stefano Ruvolo - Un accordo che, fuor di metafora, renderà anche le nostre strutture ancora più solide e con fondamenta più robuste per resistere al peso di nuove sfide. Cultura dello stare insieme e condivisione di valori comuni sono, a mio avviso, due degli ingredienti più importanti per affrontare la crisi e per guardare lontano”. 

Aggiunge il Presidente di Aniem Dino Piacentini: “Siamo molto soddisfatti di questo protocollo di intesta sottoscritto in completa sinergia con Confimprenditori, perché è un ulteriore elemento che contribuisce a mettere gli interessi di imprese e lavoratori al centro della nostra iniziativa associativa, con l’obiettivo di rendere più funzionale il nostro comparto: è su questa scommessa che si gioca il futuro del nostro settore; o riusciamo a modernizzarci, ad avvicinarci agli altri sistemi, a semplificare radicalmente regole e procedure, a stimolare ed incentivare processi di aggregazione tra le imprese oppure saremo destinati ad una inesorabile agonia del nostro mercato interno”.

Sulla base dell’accordo, la Confimprenditori riconosce le Edilcassa come casse edili di riferimento per i propri associati del settore edilizia, mentre L’Aniem riconosce la Confimprenditori come partner del sistema Aniem, in rappresentanza del mondo dei piccoli imprenditori, coinvolgendola nelle trattative sindacali compresi i rinnovi contrattuali con i sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil.

L'indagine PMI: Temporary Management in crescita: lo rileva una recente indagine tra le aziende

Il Temporary Management (di seguito TM) interessa sempre di più le aziende, che lo utilizzano con sempre maggior frequenza, siano esse grandi o piccole. E’ quanto emerge da una recente indagine promossa da Leading Network in collaborazione con IIM – Institute of Management Italy, che ha visto ben 364 aziende intervistate. A commentare la presentazione dell’indagine è intervenuta anche Confimi

Il TM non è certamente un fatto nuovo per il mercato italiano, visto che le prime società specializzate hanno iniziato ad operare nel 1987:  oggi se ne parla certamente molto e la discussione è divenuta sempre più vivace e ricca di contenuti.

L’occasione fare il punto della situazione è costituita da una nuova indagine, che si è avvalsa  del supporto istituzionale di GIDP, Manageritalia e L’Impresa per la parte editoriale.
L’indagine ha visto ben 364 aziende rispondere al questionario strutturato predisposto e somministrato da Questlab, che della ricerca ha gestito la parte tecnica: particolare enfasi è stata data alle PMI e alle piccole in particolare: le aziende con fatturato inferiore ai 20 milioni di euro rappresentano infatti circa il 68% del totale, quelle con fatturato tra 20 e 50 milioni il 14%, e quelle con fatturato superiore a 50 milioni il 18%.
Riportiamo di seguito i dati più significativi, rimandando i lettori al numero de L’Impresa in uscita a dicembre per un’analisi più approfondita, oggetto di un dossier dedicato.

Conoscenza e utilizzo dello strumento

A livello complessivo, lo strumento è noto a circa il 70% delle aziende intervistate, con punte dell’89% tra le aziende più grandi e picchi negativi del 60% e addirittura 45% nelle classi dimensionali più piccole.

Le aziende utilizzatrici del servizio sono nel complesso cresciute, dal 10% del 1995 al 16% odierno, con le ovvie differenze legate alla dimensione dell’azienda: inesistente per le micro-aziende (sotto i 2 milioni di fatturato), la percentuale cresce al 12% nella fascia 20-50 milioni, fino a raggiungere il 33% nelle aziende più grandi, effetto di imitazione di modelli manageriali già ampiamente diffusi in altre realtà economiche avanzate,

utilizzo per classe dimensionale

Vediamo ora in quali situazioni e per quali ruoli è stato utilizzato il TM.
L’attuale crisi non poteva non riflettersi sulle situazioni di utilizzo del TM, che nel 50% dei casi è stato in operazioni di ristrutturazione aziendale, con un’incidenza particolarmente elevata nelle fasce dimensionali medie (20-100 milioni), con punte di oltre il 65% . Significativi anche i progetti relativi all’internazionalizzazione (25% per le aziende più grandi) e al passaggio generazionale (15%) e a tematiche di delocalizzazione (33% per la classe 20-50 milioni).
situazioni di utilizzo

Per quanto riguarda le aree di utilizzo, il maggiore interesse da parte di aziende grandi ha portato ad un incremento di ruoli di primo riporto funzionale: se infatti nel 1995, ben il 60% dei progetti riguardava ruoli di Direzione Generale, oggi tale percentuale è scesa al 14%, con punte del 33% nella classe 20-50 milioni.

Per quanto riguarda le singole funzioni, prevalgono ruoli legati alle Operations (28%), alle Risorse Umane (24%) e alla finanza (20%). L’elevata presenza di interventi legati alle Risorse Umane è dovuta soprattutto alle aziende più grandi, in cui tale percentuale supera il 33% (e con progetti legati soprattutto ad attività di tipo straordinario).L’area Commerciale, gettonatissima nel 1995 con il 53%, è scesa oggi sotto il 10%.

Durata degli incarichi

Una delle domande più frequenti che mi sento rivolgere da anni da manager e aziende e soprattutto dalla stampa. La durata iniziale stimata di un progetto dipende dall’obbiettivo finale dello stesso, da quello iniziale e dalle attività necessarie a raggiungere il primo: di conseguenza, qualsiasi considerazione generale sulla durata resta meramente accademica.
indagini

Ciò premesso, la durata prevalentemente (oltre 40%) è quella 6-12 mesi (che in parte riscontro come moda – in senso statistico – nella mia attività professionale dove il dato è di 9-12 mesi): punte oltre il 65% si evidenziano nella classe 20-100 milioni. Significativi anche i progetti oltre i 24 mesi e quelli sotto i 6 mesi nelle aziende più grandi (25% in entrambi i casi). Ho cercato di approfondire il discorso basandomi su conoscenze dirette di progetti e su interviste di approfondimento dirette con manager e aziende:  il caso di progetti “lunghi” si spiega soprattutto con il fatto che molti progetti nascono con un orizzonte di 12-18 mesi, ma hanno spesso un’opzione di continuazione a favore dell’azienda, che altrettanto spesso la esercita portando la durata effettiva ai 24 mesi rilevati (l’indagine ha ovviamente censito il risultato finale, ma non il processo per arrivarci); quelli molto “corti” sono legati soprattutto ad operazioni straordinarie, a loro volta legate alla preminenza delle tematiche di crisi e ristrutturazioni più sopra riscontrate.

Per quanto riguarda le modalità con cui viene gestito il contratto, prevale il rapporto come free lance con partita Iva (o sua società) con il 42%, seguito a ruota dal contratto come dirigente a tempo determinato con un 23% dovuto soprattutto alla grande rilevanza tra le grandi aziende.

Risultati raggiunti e soddisfazione

Partiamo dal livello di soddisfazione dell’azienda utilizzatrice: positivo il parere nel 90% dei casi (di cui il 62% in area di forte positività) ed un picco assoluto del 100% nelle micro aziende. Necessita invece di una seria riflessione il non basso livello di insoddisfazione nella fascia 5-20 milioni, per lo più di aziende di natura familiare, che supera il 30%.

Per questa tipologia di aziende, al fai-da-te spesso praticato sarebbe forse preferibili l’accompagnamento da parte di una società specializzata, proprio per ovviare in partenza ai problemi sopra evidenziati.
In maniera del tutto consequenziale, la propensione al riutilizzo è molto alta nelle aziende medio grandi (dal 67% all’88% in quelle più grandi, co una quota di indecisi, ma nessuno contrario a nuovi progetti qualora se ne presentasse l’occasione). Diversa la situazione nelle medio-piccole, dove i NO al riutilizzo viaggiano intorno al 30%.
In decisa crescita l’utilizzo e la propensione al riutilizzo anche tra i Direttori HR:
utilizzo e soddisfazione

Aspettative verso il TM

L’aspettativa più rilevante (66% con punte del 72%) è legata all’esperienza e alla professionalità di cui il temporary manager è generalmente portatore, ciò che include anche l’aspetto etico legato ai temi della riservatezza e dei comportamenti messi in atto dal manager.

Il TM viene ritenuto preferibile rispetto ad altre soluzioni soprattutto nei casi di crisi 57% con punte dell’80%, in linea con l’82% dell’indagine del 1995), gestione di progetti specifici (65%, con punte dell’80% trasversale sulle varie classi dimensionali, in linea con il 54% del 1995 per le nuove iniziative) e passaggio generazionale (47%) seguito dalle tematiche di internazionalizzazione (37%).

Ostacoli ad una maggiore diffusione

La scarsa conoscenza resta l’elemento di maggiore ostacolo ad una più ampia diffusione dello strumento, accoppiato, nel 1995 alle resistenze da parte dell’imprenditore, ed oggi alla difficoltà di trovare la persona adatta. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, una precisazione ottenuta attraverso approfondimenti diretti: la perplessità dell’azienda utilizzatrice non riguarda tanto gli aspetti hard relativi a competenze ed esperienze del manager, quanto piuttosto gli aspetti soft relativi alle reali motivazioni del manager e alla sua “agenda” personale che potrebbe non essere in linea con quella dell’azienda.


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