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Lorenzin (Confimi) 730 precompilato: lo sceglie solo il 6,8% degli interessati. Un primo anno con molte incognite.

Lorenzin (Confimi) 730 precompilato: lo sceglie solo il 6,8% degli interessati. Un primo anno con molte incognite.

Roma, 30 luglio – “I dati diffusi ieri dall’Agenzia delle Entrate non sono così lusinghieri come potrebbe apparire. Si tratta del primo anno di un progetto “ambizioso” sicuramente apprezzabile negli intenti e su cui pare opportuno proseguire ma che, tuttavia, ha creato non pochi malumori, anche giustificati, fra gli addetti ai lavori, CAF e, soprattutto, professionisti, per via dell’estensione della responsabilità sull’imposta”. Commenta così Flavio Lorenzin, vicepresidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione e ai rapporti con la PA, i dati del primo bilancio di un’operazione che non ha riscontrato eccessivo appeal nemmeno su dipendenti e pensionati, i diretti interessati.  I dati parlano chiaro: solo il 6,8% dei potenziali interessati (1,4 milioni su 20,4) hanno scelto il “fai da te”. Non è ufficiale, poi, quanti si siano limitati ad una mera conferma del precompilato ma è noto come quest’anno i dati del fisco fossero incompleti (ad esempio per la mancanza delle spese mediche) se non addirittura errati (esempio giorni di detrazione per i pensionati). Tutti gli altri (17,6 milioni), si sono rivolti direttamente a CAF e professionisti subendo un aumento dei costi per l’assistenza.  A far riflettere è anche il fatto che dei 9,1 milioni di soggetti in possesso del pin delle Entrate o dell’INPS,  14 su 15 non sono arrivati alla fine del percorso. “Bastano questi dati” prosegue Lorenzin “per capire come la complessità del sistema fiscale italiano renda proibitiva la gestione ai non addetti. Non è un segreto, del resto, come l’Irpef, con tutte le sue variabili, sia un’imposta addirittura più complessa dell’Ires pagata dalle società. Se poi aggiungiamo le complessità di IMU e TASI, non risulta difficile comprendere i motivi dello scarso appeal. Da questa operazione, infine, non sono uscite incolumi nemmeno  le imprese (sostituti d’imposta) che oltre a gestire le operazioni di conguaglio, dallo lo scorso 9 marzo si sono viste aggiungere l’ennesimo adempimento telematico senza il quale il “precompilato” non sarebbe potuto nascere”. Si tratta infatti della certificazione unica che, di fatto, anticipa gli stessi dati che entro il prossimo 21 settembre (considerata la proroga) le imprese dovranno rispedire integrate dai versamenti già in possesso del fisco tramite il modello 770/S. “A tal riguardo Confimi Industria auspica un riordino degli adempimenti che – conclude Lorenzin - contempli una futura eliminazione del 770 per i sostituti d’imposta”.

Flavio Lorenzin, Apindustria Confimi Vicenza "Riapre il mercarto iraniano. Le PMI sperano"

Soddisfatto Flavio Lorenzin (Apindustria Confimi Vicenza): "Buona notizia dai nuovi accordi, per noi arrivano ottime prospettive di crescita"         
 All'indomani dello storico accordo raggiunto sul nucleare, le imprese guardano con grande interesse alle nuove prospettive offerte dalla possibile riapertura del mercato iraniano. Si parla di un paese dalle grandi potenzialità, con 80 milioni di abitanti, di il 60% sotto i 30 anni, e con un ceto medio significativo che guarda con grande interesse ai prodotti che arrivano dall'Occidente.
Per questo un plauso ai nuovi accordi raggiunti al termine di trattative lunghe e difficili arriva anche dal Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin: «Abbiamo accolto con grande piacere la notizia di una tregua con il paese mediorientale - spiega - che offre anche alle imprese del Vicentino l'opportunità di una ripresa dei rapporti commerciali, o di affacciarsi per la prima volta ad un mercato in grande espansione».
A giovare sulle imprese potrebbe essere in particolare l'annullamento di sanzioni e restrinzioni bancarie, che farebbero balzare il Pil iraniano e rilascerebbero nuova liquidità nelle mani degli iraniani, con una conseguente crescita dei consumi interni, insieme allo sviluppo di nuove infrastrutture grazie ad una grande disponibilità di risorse energetiche.
 «Guarderemo con grande attenzione a tutti questi sviluppi - assicura Lorenzin - cercando di stabilire nuovi contatti se ci sarà l'occasione. Di sicuro la concorrenza sarà forte su questo fronte, dato che l'Iran sta attirando gli interessi di aziende da tutto il mondo, tra cui tedesche, francesi, americane, russe e cinesi. Ma sappiamo anche che l'Italia ha rapporti privilegiati con l'Iran, con una quota di mercato importante negli scorsi anni che si è ridotta soltanto per le sanzioni».
L'ultima speranza è rivolta alle politiche interne del paese: «Ci auguriamo che l'Iran colga al volo questa occasione rispettando gli impegni assunti con i nuovi accordi - conclude il Presidente - e che superi, magari con apposite riforme, alcuni problemi che ben conosciamo anche in Italia, come la corruzione, la pesante burocrazia e l'ingerenza statale nelle attività private».

Confimi Industria entra a far parte della "Cabina di Regia Pasta"

Confimi Industria annuncia l’inserimento della Confederazione nella “Cabina di Regia Pasta”, tavolo voluto dal Mise e dal Ministero delle Politiche Agricole.
Un risultato significativo considerando che questa Cabina di regia è composta da poche associazioni di riferimento e che Confimi è stata riconosciuta quale elemento accreditato nonostante la recente costituzione. 
Al Ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto tavolo di lavoro del Gruppo “Politiche nutrizionali ed Expo 2015. Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” al quale ha partecipato il Vice Presidente di Confimi Alimentare Pietro Marcato. 
I tavoli, che complessivamente saranno quattro, tratteranno ancora di "Attrazione fondi e promozione”, "Qualità e accordi di filiera”, "Ricerca e Innovazione”.

Giovanni Gorzanelli, Presidente Confimi Industria Modena: “E se facessimo tutti come la Ferrari?”

“In questi giorni, ovviamente studiato da tempo e nei modi dovuti, si sta preparando il trasferimento della sede Ferrari Auto da Maranello in Olanda. Motivo? Be’, prescindendo da quanto dicono i manager FCA, il motivo è un bel risparmio, di circa il 25% fra IRES e IRAP.

Società come Ferrari sono un unicum a livello mondiale, nate e cresciute nel nostro territorio, che hanno sempre contribuito in misura consistente allo sviluppo della nostra organizzazione sociale ed economica, grazie anche ai doverosi tributi versati alla comunità. Se questi vengono meno, o si riducono notevolmente, queste realtà mantengono il loro ruolo di modelli? Francamente ne dubito. Siamo di fronte a pur permesse “scorciatoie” che le grandi aziende possono percorrere, ma mi chiedo: questi ammanchi di cassa da chi saranno compensati? Qui è più facile rispondere: dalle piccole e medie imprese private, che continueranno a essere oppresse dagli incredibili livelli di tassazione, e che vedranno aumentare ulteriormente le imposte.
C’è da domandarsi se questa Europa, che continua a chiedere riforme agli Stati nazionali, sia in grado di riformare se stessa, per arrivare a definire regolamentazioni e politiche fiscali che siano uniformi, e giuste, in tutti i territori, onde evitare queste manovre che lasciano spazio alle multinazionali e alle grandi industrie che possono fare operazioni finanziarie sovranazionali, alla faccia di chi invece alimenta il territorio con continuità,  versando tributi in modo spropositato.
Sarebbero auspicabili interventi di enti come la Camera di Commercio locale e la Regione, sia a livello nazionale sia europeo, allo scopo di perseguire concretamente un’idea che rappresenta un reale elemento di crescita, economica e politica, di tutta l’Europa. Se poi anche le associazioni imprenditoriali si pronunciassero e mettessero in campo una qualche azione in tal senso, sarebbe ancora meglio.
In alternativa diamo pure istruzioni anche alle piccole e medie imprese su come spostare la sede nei Paesi Bassi: ci vedremo tutti ad Amsterdam per i consigli aziendali!
Sarebbe davvero molto triste, soprattutto per chi, come noi, vuole rappresentare e credere realmente in questo territorio”.
Così Giovanni Gorzanelli, presidente Confimi Industria Modena
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