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Tomasi (Finco): "La Legge Obiettivo ha fallito. Bisogna passare a Obiettivo Manutenzione"

Tomasi (Finco): "La Legge Obiettivo ha fallito. Bisogna passare a Obiettivo Manutenzione"

“Guardiamo in faccia la realtà: la Legge Obiettivo (Legge 443 del 2001) ha fallito, nonostante qualcuno si sia arrampicato sugli specchi per attenuare questo dato di fatto. E questo indipendentemente da quanto emerge dalle cronache di questi ultimi giorni rispetto alle quali lasciamo, ovviamente, che sia la Magistratura ad occuparsi - ha dichiarato Carla Tomasi, Presidente Finco aderente a Confimi Impresa - Un fatto invece è certo: l’effetto è stato quello di aumentare i costi ed i tempi di esecuzione oltre ad aver generato una serie di opere incompiute.

Cerchiamo di prendere atto di ciò e destiniamo i fondi per cercare di mantenere quello di cui già disponiamo.

Dobbiamo fare manutenzione, sotto tutti i profili, cercando di preservare ciò che abbiamo (che non è poco) prima di intraprendere nuove grandi opere.Alcune di esse sono importanti ma  l’attuale Legge Obiettivo deve trasformarsi in Obiettivo Manutenzione (edile, idrogeologica, stradale, architettonica, monumentale, sismica, energetica, selezione e valorizzazione di alcune opere incompiute anche mediante cambio di destinazione d’uso) 

Dino Piacentini, presidente Aniem, ospite a Omnibus La7

E' per mercoledì 25 marzo l'appuntamento alle 8 davanti al piccolo schermo. Dino Piacentini, Presidente di Aniem, associazione aderenti a Confimi, sarà ospite della trasmissione Omnibus in onda su La7, condotta da Andrea Pancani. L'occasione per commentare le anticipazioni sulla direttiva a doppia firma, del Ministero dell'Economia del Ministro Pier Carlo Padoan e dell'Authority Anti-corruzione di Raffaele Cantone, che lancia il decalogo delle nuove regole per garantire massima pubblicità alla vita e alle scelte operative delle società pubbliche con l'obiettivo di prevenire la corruzione.
Buona visione

Il programma Erasmus per Giovani Imprenditori. Scambi tra imprese già avviate e start up

APID

Apid fa parte del network del programma Erasmus per Giovani Imprenditori e nei prossimi mesi valuterà, in qualità di Intermediary Organization, le candidature di imprenditori ed imprenditrici che vorranno ospitare gratuitamente nella propria azienda neo o aspiranti imprenditori/imprenditrici.


L’Erasmus per Giovani Imprenditori è un progetto avviato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Competitività e Innovazione (CIP). L’iniziativa ha l’obiettivo di aiutare i nuovi imprenditori ad acquisire le competenze necessarie per gestire una PMI lavorando in un'impresa in un altro paese dell'UE. Il programma vuole contribuire a migliorare il proprio know-how e favorire gli scambi transfrontalieri di conoscenze e di esperienze tra gli imprenditori.

Gli obiettivi specifici del programma sono:

·     on-the-job-training per i nuovi imprenditori di piccole e medie imprese (PMI) in altri paesi dell'UE al fine di facilitare un buon avvio di attività e lo  sviluppo di idee imprenditoriali;

·     scambi di esperienze e di informazioni tra imprenditori sugli ostacoli e le sfide per avviare e sviluppare il proprio business;

·     per migliorare l'accesso al mercato e l'individuazione di potenziali partner tra imprese nuove e consolidate in altri paesi dell'UE;

·     networking costruiti sulle conoscenze ed esperienze di altri paesi europei.

Lo scambio di esperienze avviene durante un soggiorno che il nuovo imprenditore (NE, New Entrepreneur), fa dall'imprenditore ospitante (HE, Host Entrepreneur), quest’ultimo aiuterà il nuovo imprenditore ad acquisire le competenze necessarie per gestire una piccola azienda.
L'imprenditore ospitante (HE) beneficia di nuove prospettive per la sua attività e ha l'opportunità di collaborare con partner stranieri e conoscere nuovi mercati.

L'obiettivo generale del programma Erasmus è quello di aiutare gli imprenditori ad arricchire le loro esperienze, attraverso l'apprendimento e il networking, e trascorrendo periodi presso imprese dirette da imprenditori esperti in altri paesi partecipanti.

Il programma punta, inoltre, a rafforzare lo spirito imprenditoriale, l'internazionalizzazione e la competitività delle nuove o affermate PMI dei paesi partecipanti.

Il programma dà vita ad una collaborazione win-win in cui sia i nuovi imprenditori e imprenditori ospitanti possono scoprire nuovi mercati europei o partner commerciali e i diversi modi di fare business. Sul lungo termine potranno beneficiare di opportunità di networking, e, eventualmente, decidere di continuare la loro collaborazione come partner commerciali a lungo termine.

Chi può partecipare?

I nuovi imprenditori (NE): sono imprenditori nelle prime fasi della loro attività, cioè“aspiranti” imprenditori, che stanno seriamente progettando di iniziare la propria attività sulla base di un business plan ben strutturato, e imprenditori che hanno da poco iniziato la propria attività (in funzione da non più di tre anni).

Imprenditori ospitanti (HE): sono imprenditori di successo ed esperti (idealmente proprietari di una microimpresa o di una  PMI da più di tre anni) o persone direttamente coinvolte nella gestione dell’impresa a livello manageriale.

Un imprenditore ospitante beneficia di nuove idee da un nuovo imprenditore motivato. Il nuovo imprenditore può aver competenze o conoscenze specializzate  in un settore che integrano le attività dell’HE. Inoltre, avrà anche l'opportunità di sviluppare contatti internazionali, acquisire la conoscenza dei mercati esteri, trovare soluzioni innovative per migliorare il suo business, scoprire potenziali opportunità di cooperazione ed espandere la sua attività in un altro paese.

Per aderire al programma e candidare la propria impresa visitare il sito http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/  o contattare Apid Torino (tel. 011 4513282/144 e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

Agnelli (Confimi Impresa): No alla ratifica su adesione dell’Italia al Tribunale unitario dei brevetti: “Difendersi in un altro Paese con altre leggi e in altra lingua fa lievitare i costi legali per le industrie da 5 a 30 volte"

Roma, 11 marzo 2015 - “Se ha a cuore le piccole e medie industrie manifatturiere il Governo italiano non deve far validare l’adesione al Tribunale unificato dei brevetti”. Commenta così Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Impresa, l’atto in via di ratifica che stabilisce che tutte le controversie riguardanti i brevetti europei, in materia di validità e contraffazione, siano di competenza esclusiva di un’unica Corte con sede centrale a Parigi e due distaccamenti diversificati per materie competenti. Uno a Londra, che tratterà di scienze della vita, chimica e farmaceutica e uno a Monaco di Baviera, che si occuperà d’ingegneria e meccanica.

“Costringere le industrie italiane a difendersi in un Paese che usa un impianto legislativo differente e una lingua non propria, crea nuovi costi insostenibili per le nostre PMI che vedranno le spese legali lievitare dalle 5 alle 30 volte” - ribadisce Agnelli - “Aderendo all’accordo infatti può accadere che un’impresa italiana che vende i suoi prodotti in Germania, anche solo attraverso un distributore locale, sia citata per contraffazione davanti ad una Corte che ha sede in Germania, difendendosi in tedesco e secondo regole giuridiche di un altro sistema”. E continua Agnelli “la Corte potrà disporre sanzioni, fra cui il blocco della produzione e della vendita, il sequestro dei prodotti e dei conti bancari dell'impresa, per tutti i paesi aderenti all’accordo, e quindi anche per l’Italia”. La stessa cosa avverrebbe se il brevetto di un imprenditore italiano venisse fatto oggetto di un'azione di nullità da parte di un imprenditore francese, tedesco, e inglese, costringendo l’imprenditore italiano a difendersi nelle corti sopra indicate.

Un appello chiaro quello di Confimi che, unica voce industriale, si schiera nettamente a favore delle PMI contro una possibile ratificazione che rappresenterebbe solo un nuovo empasse per le aziende italiane "Bisogna che si sappia", conclude Agnelli "l'adesione al Tribunale unificato dei brevetti rappresenterebbe un danno per il sistema Italia e l'ennesimo duro colpo per le nostre PMI".

Confimi Impresa e SIMEST firmano l’accordo per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italian

Logo Confimi Simest


Reggio Emilia, 10 marzo 2015 - Conoscenza, competenza e programmazione. Sono i tre elementi necessari a ogni piccola e media impresa per intraprendere il passaggio generazionale e garantirsi un adeguato posizionamento sui mercati investendo sull’internazionalizzazione.


Su questi temi Confimi Impresa, la Confederazione dell’Industria manifatturiera e dell’Impresa privata e SIMEST, la finanziaria partecipata a maggioranza da Cassa Depositi e Prestiti, durante un workshop per sviluppare e promuovere nuove iniziative a sostegno dell’internazionalizzazione delle PMI, firmano l’accordo di collaborazione che le vedrà partner al fianco delle industrie.

“Vogliamo trovare un metodo di lavoro comune per contribuire allo sviluppo e al potenziamento produttivo e tecnologico delle nostre piccole e medie industrie” dice Paolo Agnelli Presidente di Confimi Impresa e continua “Non solo sul mercato interno, il futuro delle PMI è nella loro internazionalizzazione”

Ad ospitare la giornata che vedrà la sigla dell’accordo è Confimi Impresa Reggio Emilia. Il Direttore Mario Lucenti nel suo intervento ha ricordato che “Un nuovo impegno di sinergia. L’accordo infatti punta a dare risposte concrete alle molteplici esigenze delle nostre Pmi, sia in termini di rappresentanza sia per quanto riguarda i servizi prestati”

Attraverso questo accordo Confimi Impresa e SIMEST intendono affiancare gli imprenditori nella loro operatività in Paesi esteri di particolare interesse e favorire quindi la crescita sui mercati internazionali attraverso la competenza, l’esperienza e la professionalità che mettono  a loro  disposizione. Sarà infatti attivato un servizio di prima assistenza alle imprese associate, al fine di fornire loro tutto il supporto necessario per accedere agli strumenti e ai servizi offerti da SIMEST. «Grazie  a questo accordo - ha dichiarato Massimo D’Aiuto, Amministratore Delegato di SIMEST -  intendiamo  affiancare le imprese aderenti a Confimi in maniera sempre più completa in tutte le fasi di sviluppo sui mercati internazionali ed ora anche per il rafforzamento della produzione ed innovazione attraverso la partecipazione al capitale sociale in Italia o nelle controllate nella UE. A tal fine mettiamo a loro disposizione strumenti finanziari e servizi operativi che ci consentono di sostenere, con un’assistenza personalizzata, insieme a Confimi, lo sviluppo competitivo delle PMI italiane».

Un’azione di politica economica e industriale che va trasferita alle PMI, spina dorsale dell’economia del nostro Paese. 
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