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Riforma codice Appalti, Aniem espellere dal mercato i soggetti coinvolti in fenomeni di infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata

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Aniem: Massima severità con chi è fuori dalle regole, ma le troppe norme alimentano la corruzione.


Piacentini: “Come sistema edile delle piccole e medie imprese auspichiamo fortemente un sistema di ‘soft regulation’, la revisione del sistema di qualificazione delle imprese rafforzato dall’affiancamento di un rating di legalità”

“Nei giorni scorsi – afferma Dino Piacentini, Presidente di Aniem - abbiamo avuto modo di esprimere alle istituzioni parlamentari e ministeriali le nostre impressioni sulla riforma degli appalti. Un buon codice degli appalti è sicuramente lo strumento più utile per mettere in campo una vera lotta alla corruzione” – prosegue Piacentini - e per garantire una selezione degli operatori più efficace ed in grado di valorizzare i soggetti realmente più qualificati.”

“Come sistema edile delle piccole e medie imprese auspichiamo fortemente un sistema di ‘soft regulation’, una qualificazione delle imprese più dinamica e rapportata alla specifica opera da realizzare, sistemi di gara diversificati in base all’importo  in un contesto di massima trasparenza e responsabilizzazione degli operatori e delle stazioni appaltanti”.

“E’ indispensabile – conclude il Presidente di Aniem – espellere dal mercato i soggetti coinvolti in fenomeni di infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata, che ledono profondamente qualsivoglia principio di trasparenza del mercato e tutela della concorrenza e che, soprattutto, frenano la crescita di quella parte del Paese, la maggioranza peraltro, che crede, in un sistema economico trasparente e legale. Ma l’esperienza ha ampiamente dimostrato che la bulimia di norme, regolamenti, procedure, passaggi burocratici costituisce il terreno più fertile per il radicamento della corruzione e crea tutta una serie di disfunzioni, anomalie e distorsioni che hanno portato il nostro settore ad essere fortemente arretrato rispetto agli altri Paesi. Il recepimento delle direttive europee, quindi, - conclude Piacentini – deve essere l’occasione, non più rinviabile, per un passo in avanti coraggioso nella direzione di un sistema legislativo chiaro, leggero e fondato sul concetto della responsabilizzazione e della severità per coloro che sbagliano con dolo”.

 

URBANISTICA/ANIEM: BENE LA REGIONE EMILIA ROMAGNA, FINALMENTE UN IMPULSO AD UN RINNOVAMENTO DELLE CITTA'

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Piacentini: “Speriamo che le altre Regioni prendano esempio dall’Emilia Romagna”

L’Aniem – Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere aderente a Confimi Impresa – esprime apprezzamento per la scelta della Regione Emilia Romagna di incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio, rimuovendo vincoli ed ostacoli fissati 50 anni fa in un contesto di sviluppo urbano e sociale assolutamente diverso da quello attuale.

Il Presidente dell’Associazione, Dino Piacentini sottolinea come “Aniem continua a ritenere fondamentale il tema della riqualificazione immobiliare e d urbana, pe i connessi aspetti sociali, ambientali, economici e di responsabilità civile verso le nuove generazioni. Non possiamo restare prigionieri di vincoli che ostacolano progetti di demolizione e ricostruzione che sono fondamentali se vogliamo veramente incidere sulla qualità della vita.

Mettiamo al centro delle politiche urbani ed industriali il risparmio energetico, la sicurezza sismica, gli spazi condivisi. Diamo ossigeno a progetti che abbiamo queste finalità ed abbandoniamo approcci puramente speculativi che tendono a divorare territorio e non a migliorare gli standard di vita collettiva. Una volta verificata la sussistenza degli interessi generali, non devono esserci più resistenze nei confronti dell’attuazione di progetti di demolizione e ricostruzione, anche con scostamenti che derogano dal limite nazionale di 10 metri fissato nel 1968 e, soprattutto, con premialità volumetriche in sopraelevazione rispetto all’edificio originario.

Apprezzabile, infine, anche la disposizione regionale che chiarisce come tali nuove norme siano valide in tutto il territorio regionale, prevalendo sulle disposizioni comunali”.

“Ci auguriamo che questa iniziativa – conclude Piacentini - venga presa come esempio anche dalle altre Regioni”.

 

Agnelli (Confimi): “Un augurio di buon lavoro al Presidente Mattarella”

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Agnelli (Confimi): “Un augurio di buon lavoro al Presidente Mattarella”


 “Un augurio di benvenuto e di buon lavoro a nome delle nostre piccole e medie industrie” così Paolo Agnelli Presidente di Confimi Impresa, la Confederazione degli industriali manifatturieri, saluta Sergio Mattarella nel giorno del suo giuramento e dell’insediamento al Quirinale.

“L’Italia e il mondo manifatturiero sono fiduciosi che il nuovo Capo dello Stato riuscirà a garantire la serenità e l’unità che permetteranno al Governo e alle Istituzioni tutte di collaborare per il rilancio dell’Italia e dell’economia, che passa anche dalle PMI motore del nostro Paese” conclude Agnelli.

Agnelli (Confimi) su dati Cna e Cgia: “Il Governo ascolti gli imprenditori, protagonisti e depositari dell’economia reale”

Agnelli (Confimi) su dati Cna e Cgia: “Il Governo ascolti gli imprenditori, protagonisti e depositari dell’economia reale”

Roma 29 gennaio 2015 - “I dati pesantemente negativi sui fallimenti sono solo la punta dell’iceberg di un processo spesso ignorato, negli ultimi anni sono stati sottovalutati infatti i migliaia di concordati in continuità che, se da una parte salvano un’azienda con percentuali di pagamento risibili del 7 / 10 %, dall’altro condannano decine di buone imprese al fallimento o alla chiusura per la mancata riscossione dei propri crediti alimentando questo circolo negativo, per non parlare delle migliaia di imprese che in modo silente chiudono i battenti di loro iniziativa” .


Così Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Impresa, commenta i dati pubblicati oggi da Cna e Cgia Marche che registrano 580 imprese fallite nel 2014, e oltre 1500 dipendenti lasciati a casa.

Un grido di allarme per le istituzioni alle quali il Presidente Agnelli ricorda “È fondamentale intervenire prima che le imprese siano costrette a portare i libri contabili in tribunale”.

“Sono circa 550000 le imprese chiuse dal 2008”, continua Paolo Agnelli, “lo ripetiamo ormai da anni al Governo, la ripartenza dell’economia passa attraverso lo sblocco delle risorse pubbliche, necessarie per dare ossigeno alle imprese” e conclude “lontana è la strada della ripresa del Paese, lontana è anche l’inversione di rotta sulla disoccupazione, vero indicatore del PIL. Una strada che va ritrovata tenendo presente la voce degli imprenditori veri protagonisti e depositari dell'economia reale”.


Confimi all’Agenzia delle Entrate: “Dichiarazioni d’intento e certificazione unica a rischio, serve una proroga”

Alcune delle novità introdotte dal decreto semplificazioni (n. 175/2014) sono apprezzabili, ma i ritardi nel rilascio degli strumenti software rischiano di vanificare la semplificazione” sostiene Flavio Lorenzin Vice Presidente di Confimi Impresa con delega alla Semplificazione.

E’ il caso della comunicazione delle dichiarazione d’intento la cui incombenza rimane direttamente in capo all’esportatore abituale, cioè a chi chiede l’agevolazione, liberando il fornitore dall’obbligo comunicativo. La novità dimezza, a livello nazionale, i tempi dell’adempimento - e risolve i problemi sanzionatori molto pesanti - ma le criticità della fase transitoria rischiano di vanificare lo spirito semplificativo.

“Mancano le versioni software in grado di consentire invii telematici cumulativi. Le nuova impostazione è assolutamente condivisibile – continua Lorenzin -  ma la versione attuale del software rilasciato dall’Agenzia (disponibile dal 22/12/2014) consente l’invio telematico di una sola dichiarazione per volta. Si tratta di una carenza che rende proibitiva ed eccessivamente onerosa la procedura. Ci sono operatori che hanno anche centinaia di dichiarazioni da trasmettere”

Inoltre gli esportatori abituali che, a fine 2014 o nelle prime settimane del 2015, hanno consegnato le dichiarazioni d’intento senza la relativa ricevuta di trasmissione – a causa della mancanza dei software -  devono infatti recuperare il mancato invio entro il 12 febbraio, affinché il fornitore possa considerare valida la richiesta di non applicazione dell’Iva anche successivamente all’11 febbraio.

“Serve una proroga in attesa del rilascio di release più evolute” conclude il Vice Presidente di Confimi, che avanza la richiesta all’Agenzia delle entrate.

Proroga che è ritenuta necessaria anche per la nuova certificazioni unica in scadenza il prossimo 9 marzo. A meno di 40 giorni, infatti, l’Agenzia non ha ancora rilasciato alcuna versione software e gli operatori si vedono in estrema difficoltà, considerate le pesanti sanzioni previste in caso di ritardo, 100 euro per percettore.

Va assolutamente rivista, infine, la posizione espressa dall’Agenzia in merito alla nuova soglia per la comunicazione black list. Paradossalmente la soglia cumulativa di €10.000 crea maggiori disagi rispetto alla precedente di € 500 per singola operazione.

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