IL PACKAGING DEL PRODOTTO GUIDA LE NOSTRE SCELTE AL SUPERMERCATO: L’ESPERIMENTO SUL CIOCCOLATO

Il packaging di un prodotto è davvero fondamentale: a seconda di come viene realizzato può orientare la prima decisione del consumatore, e, nel caso essa venga presa in un supermercato, o comunque liberamente, è responsabile del 60% della decisione sull’acquisto. Lo ha confermato ancora una volta uno studio pubblicato su Heliyon e condotto sul cioccolato dai ricercatori dell’Università di Melbourne, in Australia.
Gli psicologi australiani hanno selezionato 75 persone di entrambi i sessi e di età compresa tra 25 e 55 anni, hanno confezionato lo stesso cioccolato in sei modo diversi, e poi hanno condotto tre set di esperimenti, chiedendo ai partecipanti di formulare le intenzioni di acquisto: uno incentrato solo sul packaging, un secondo solo sul gusto e un terzo sulle due valutazioni insieme. Alla fine il risultato è stato che i partecipanti avevano optato più spesso e in maniera più emotiva (come si poteva vedere in base alla scelta degli aggettivi) per il cioccolato incartato in modo più accattivante e in generale ogni volta che questo riportava sulla confezione richiami al divertimento, alla salute, a una formulazione speciale o migliore di altre (premium, per esempio). Il gusto diventava molto importante solo quando il packaging non era disponibile. Nelle conclusioni i ricercatori invitano chi produce cioccolato a tenere presenti gli aspetti emozionali, ma chi combatte l’obesità probabilmente farebbe osservazioni di segno opposto, invitando le autorità sanitarie a impedire che i dolci siano venduti in confezioni irresistibili dal punto di vista emotivo. Non è un caso se qualcuno inizia a chiedere che per i cibi e le bevande con zuccheri aggiunti sia adottata una legislazione simile a quella usata per le sigarette: pacchetti senza scritte e con fotografie sui danni per la salute associati a un eccesso.
Gli psicologi australiani hanno selezionato 75 persone di entrambi i sessi e di età compresa tra 25 e 55 anni, hanno confezionato lo stesso cioccolato in sei modo diversi, e poi hanno condotto tre set di esperimenti, chiedendo ai partecipanti di formulare le intenzioni di acquisto: uno incentrato solo sul packaging, un secondo solo sul gusto e un terzo sulle due valutazioni insieme. Alla fine il risultato è stato che i partecipanti avevano optato più spesso e in maniera più emotiva (come si poteva vedere in base alla scelta degli aggettivi) per il cioccolato incartato in modo più accattivante e in generale ogni volta che questo riportava sulla confezione richiami al divertimento, alla salute, a una formulazione speciale o migliore di altre (premium, per esempio). Il gusto diventava molto importante solo quando il packaging non era disponibile. Nelle conclusioni i ricercatori invitano chi produce cioccolato a tenere presenti gli aspetti emozionali, ma chi combatte l’obesità probabilmente farebbe osservazioni di segno opposto, invitando le autorità sanitarie a impedire che i dolci siano venduti in confezioni irresistibili dal punto di vista emotivo. Non è un caso se qualcuno inizia a chiedere che per i cibi e le bevande con zuccheri aggiunti sia adottata una legislazione simile a quella usata per le sigarette: pacchetti senza scritte e con fotografie sui danni per la salute associati a un eccesso.