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Recovery fund, un piano per l’agroalimentare

Recovery fund: all'Italia andranno 209 miliardi, 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti, pari al 28% dell'intera somma.

I fondi arriveranno nel 2021, ma il 10% dei sussidi, più o meno 8 miliardi potranno essere anticipati e finanziare progetti già avviati. L'Italia dovrà indicare le riforme che intende realizzare tenendo conto delle raccomandazioni Ue che tra le altre cose indicano di rivedere pensioni, lavoro, giustizia, Pubblica amministrazione, sanità e istruzione. Ora si tratta di riuscire a combinare le misure d'emergenza con le strategie per il futuro.
Per l'agricoltura, con le risorse che arriveranno, servirà un piano per rilanciare l'economia e la produzione in base ai nuovi bisogni della popolazione. Un piano che dovrà far parte del Recovery plan che il Governo scriverà, e che non dovrà essere soltanto economico ma anche e soprattutto sociale e sostenibile. Il Recovery fund è la prima opportunità. Così come la Pac che su 600 miliardi di aiuti proverà a farne arrivare soltanto il 20% ai piccoli e medi produttori.

Ora "abbiamo maggiori opportunità grazie all'accordo sul Recovery fund. Abbiamo risorse importanti e l'Italia deve dimostrare di meritarsele, attraverso una visione del sistema paese. Questa è la sfida che abbiamo davanti - ha osservato la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - per quanto riguarda il nostro settore, abbiamo l'opportunità di rispondere a bisogni concreti progettando il futuro. Se sarà necessario troveremo le risorse per aumentare i fondi. Ora, come non mai ci vuole coraggio, visione e determinazione. Serve uno sforzo particolare per il Mezzogiorno e la zootecnia deve essere un settore nel quale si può fare di più e meglio”.


L'Italia si ritrova in una situazione unica: la Bce che compra debito a pieno ritmo, l'Europa che decide di destinare risorse consistenti, il patto di stabilità sospeso, lo scostamento di bilancio per una nuova manovra da 25 miliardi. Ci sono risorse per “decidere” il paese che si vuole          costruire, necessario un piano per l’agroalimentare che guardi almeno ai prossimi venti anni.
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