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Nutriscore , il paradosso dei fritti preconfezionati promossi con la A

Le linee guide del NutriScore contenenti le FAQ pubblicate dal ministero della Salute francese infatti indicano che "ai prodotti fritti preconfezionati (come le patatine o il pesce impanato) viene solitamente assegnato un Nutri-Score di A o B. Questi prodotti saranno normalmente sottoposti a un processo industriale di pre-frittura che ha un basso impatto sulla quantità di grasso nel prodotto. Alcuni prodotti possono essere progettati per la cottura in forno o in padella, mentre altre confezioni possono menzionare che può essere cucinato in una friggitrice, il che porta a una quantità molto maggiore di olio nel prodotto finale consumato. Di conseguenza, la cottura in friggitrice si traduce in un Nutri-Score superiore di una o due fasce, a seconda del tipo di olio utilizzato". E poi il documento recita: "Nel caso esclusivo di prodotti fritti che non possono essere consumati come venduti e dove la confezione indica una friggitrice come metodo di cottura, si raccomanda che il produttore informi i consumatori dei cambiamenti che tale metodo di preparazione causerebbe in termini di Nutri-Score del prodotto, aggiungendo la seguente frase generica frase generica sulla confezione: 'Durante la cottura in friggitrice, il Nutri-Score del prodotto può variare di una lettera se l'olio di frittura è povero di acidi grassi saturi (olio di girasole o di arachidi), o di due lettere se l'olio di frittura utilizzato è molto ricco di acidi grassi saturi (olio di cocco, di palmisti o di palma)'".

Si legge ancora nello stesso documento: "la componente "frutta, verdura, legumi e noci" è stata modificata nell'ottobre 2019 per tenere meglio conto delle raccomandazioni nutrizionali per gli oli in Europa.
La percentuale di oli di colza, noce e oliva nei prodotti è ora inclusa nella componente positiva "frutta, verdura, legumi e noci" per il calcolo del punteggio. In seguito a questa modifica, gli oli di colza, gli oli di colza, noce e oliva sono tutti classificati come "C-giallo" per riflettere le raccomandazioni di salute pubblica che raccomandano di favorire questi oli rispetto ad altri grassi".Ma se il padre stesso del NutriScore, nonché direttore dell'EREN Serge Hercberg (che aveva inviato ad AGRICOLAE la lista degli accademici italiani a favore tra cui figurava Walter Ricciardi) e l'assistente Julia Chantal, nelle loro pubblicazioni scientifiche scrivono che il NutriScore può essere utile a prevenire forme di cancro dovute a una scorretta alimentazione, come fa poi il sistema di etichetta nutrizionale francese a dare una A ai fritti preconfezionati? 

Secondo uno studio scientifico condotto dall’American Chemical Society tutti i cibi pre-fritti confezionati e pronti da cuocere in casa sono potenzialmente dannosi per la nostra salute. Tutta colpa delle sostanze chimiche che si sviluppano proprio a causa della cottura che viene fatta prima di congelarli. Proprio queste sostanze che si sviluppano sarebbero cancerogene. In particolare per quanto riguarda le patate fritte surgelate ci sarebbe una doppia cottura ed entrambe a temperature molto elevate come quelle che occorrono per le fritture. In questo caso, infatti, si sviluppano diverse sostanze. Fra queste la più pericolosa è l’acrilamide che è ritenuta tossica e persino cancerogena.

A parlarne è anche l'American Cancer Societyhttps://www.cancer.org/cancer/cancer-causes/acrylamide.html che non determina se qualcosa causa il cancro (cioè, se è un cancerogeno), ma guarda ad altre organizzazioni. Tra queste hanno fatto le seguenti determinazioni:

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARCInternational Agency for Research on Cancer (IARC)classifica l'acrilammide come "probabile cancerogeno umano".
Il National Toxicology Program (NTP) US National Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti ha classificato l'acrilammide come "ragionevolmente previsto come cancerogeno per l'uomo".
La US Environmental Protection Agency (EPAUS Environmental Protection Agency (EPA) classifica l'acrilammide come "probabile cancerogeno per l'uomo".

È bene precisare che queste determinazioni sono basate principalmente su studi su animali da laboratorio, e non su studi di esposizione delle persone all'acrilammide dagli alimenti. Dalla scoperta dell'acrilammide negli alimenti nel 2002, l'American Cancer Society, la US Food and Drug Administration (FDA), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), e molte altre organizzazioni hanno riconosciuto la necessità di ulteriori ricerche su questo argomento. Finora, le revisioni degli studi fatti in gruppi di persone (studi epidemiologici) suggeriscono che l'acrilammide alimentare non è probabilmente correlata al rischio per i tipi più comuni di cancro. Ma gli studi in corso continueranno a fornire nuove informazioni sul fatto che i livelli di acrilammide negli alimenti siano legati ad un aumento del rischio di cancro.

E il nostro ministero della Salute? Scrive sul suo sito http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_262_allegato.pdf che  "l’acrilammide è una sostanza chimica che si forma naturalmente nei prodotti alimentari amidacei durante la normale cottura ad alte temperature (frittura, cottura al forno e alla griglia e anche lavorazioni industriali a più di 120° con scarsa umidità). Si forma per lo più a partire da zuccheri e aminoacidi (principalmente un aminoacido chiamato asparagina) che sono naturalmente presenti in molti cibi. Il processo chimico che causa ciò è noto come “reazione di Maillard” e conferisce al cibo quel tipico aspetto di “abbrustolito” che lo rende più gustoso. Una panoramica sulla valutazione del rischio effettuata dall’EFSA: quali sono i rischi che corrono i consumatori consumando cibi contenenti acrilammide? A giugno 2015 l’EFSA ha emanato un parere scientifico dopo aver condotto un’accurata valutazione dei rischi per la salute pubblica connessi all’acrilammide presente negli alimenti, e ha concluso quanto segue: basandosi su studi condotti su animali, l’EFSA conferma le precedenti valutazioni secondo le quali l’acrilammide presente negli alimenti potenzialmente aumenta il rischio di sviluppare il cancro nei consumatori di tutte le fasce d’età. 

Ma il Nutriscore gli conferisce una A!!

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