Soluzioni anti spreco: un’offerta sempre più differenziata, anche nei prezzi

L’impegno contro lo spreco di cibo è sempre più sentito e condiviso. Questo vale soprattutto in Italia, dove l’attenzione alla prevenzione degli sprechi e al loro impatto è particolarmente alta e un cittadino su due dichiara impegno e sensibilità al tema, contro una media mondiale inferiore a uno su tre. I dati relativi al 2020 confermano la riduzione dello spreco dell’11,6% rispetto al 2019, tradotta in un risparmio nazionale di 376 milioni (222.125 tonnellate di alimenti). Lo scorso anno, nonostante la diminuzione, lo spreco alimentare a livello domestico è costato circa 6,5 miliardi e quello relativo alla produzione e distribuzione oltre 3 miliardi di euro, per un totale nazionale di quasi 10 miliardi. Questo significa quasi 2 milioni di tonnellate di cibo buttato (fonte: Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, su rilevazione Ipsos ). Oggi le scelte messe in atto dai cittadini per ridurre gli sprechi riguardano quindi principalmente l’ambito domestico, che è effettivamente quello in cui si verificano gli sprechi maggiori. Sempre secondo l’osservatorio Waste Watcher, l’87% dei consumatori congela il cibo acquistato in eccesso e l’86% conserva gli avanzi per riutilizzarli in seguito.
Lo spreco, però, può verificarsi in diversi punti della filiera e si stanno moltiplicando le soluzioni che permettono a chi lo desidera di collaborare attivamente. Sono sempre più frequenti le iniziative delle insegne della grande distribuzione, o anche di punti vendita indipendenti, che scelgono di proporre i prodotti in scadenza a metà prezzo. A fare rete in quest’ambito contribuisce poi l’app Too good to go, un’iniziativa che ha ormai raggiunto 18.178 pubblici esercizi convenzionati e 4,5 milioni di utenti. Grazie a quest’app, infatti, è possibile acquistare pasti pronti o sacchetti con prodotti in scadenza da supermercati, panetterie, rosticcerie, bar e ristoranti a prezzi decisamente convenienti. In totale trasparenza, viene indicato dall’app il valore iniziale, in modo da poterlo confrontare con il costo proposto, che è generalmente un terzo o un quarto del prezzo pieno.
A questa si sono aggiunte nel tempo altre iniziative, come quelle focalizzate sulla frutta e la verdura che il mercato non è in grado di assorbire. Uno degli esempi più conosciuti riguarda i vegetali con forme particolari e anomale, che escono dagli standard imposti dalla regole del mercato. Questi prodotti, in realtà, si distinguono a volte anche solamente per differenze di dimensione, imperfezioni della buccia o, in alcuni casi, perché costituiscono un eccesso di produzione o sono varietà particolari, che non hanno un mercato sufficiente per essere vendute sui canali tradizionali.