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Confimi Alimentare: “Criticità aziendali e vantaggi competitivi della Gdo mentre aumentano quasi tutti i costi “

Carenza di prodotti (latte, carta, imballi, mangimi, pallet, olii, alluminio, vetro,..), difficoltà a pianificare le produzioni (utilizzo capacità produttive) , rotture di stock sugli scaffali (livello di servizio commerciale) , instabilità dei prezzi di molte materie prime (valori moltiplicati) , continue revisioni dei budget (costi e pricing) rappresentano le criticità aziendali della Grande Distribuzione organizzata (Gdo) secondo i produttori di Confimi Industria Alimentare in un periodo in cui aumentano tutti i costi. Altre problematiche la difficoltà ad interpretare i trend e i comportamenti di acquisto (value for money) , molta operatività, poca strategia, rallentamento progetti innovazione. Rispetto allo scorso anno nella Gdo si consolidano ulteriormente i discount (+8,7), per gli altri lievi aumenti (ipermercati, prossimità, drugstore) o numeri in perdita ( supermercati, superstore ed e-commerce). Nel contempo aumentano tutti i costi, dalle materie prime ai costi energetici , ai trasporti. Spiccano fra i rincari delle materie prime il + 71 dei cereali ed il + 83 di latte e derivati. Sono però materie prime energetiche e trasporti a preoccupare di più: + 176 per il gas naturale , + 248 per i noli marittimi (container) i numeri che destano più sconcerto. A fronte di ciò quali sono i vantaggi competitivi della Gdo secondo gli stessi produttori? Le dimensioni (economie di scala, costi di marketing, costi logistici), la sostenibilità conti economici (margini versus quote di mercato) , la riqualificazione dei punti di vendita (produttività delle vendite) , gli investimenti in comunicazione (valori di distintività dell’Insegna) , la cultura di marketing (relazioni di loyalty con i consumatori) , il portafoglio canali di vendita (presenza nei format vincenti) e le politiche assortimentali (livello di servizio ai consumatori). Per Confimi Alimentare “Il divario tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo quindi cresce e la filiera del largo consumo non ha altra scelta che colmare parte della forbice. Malgrado i primi segnali di ripresa dell’efficacia delle attività promozionali nei supermercati l’utilizzo della leva diminuisce. Conseguenze di tutto ciò? Si compra di più nel discount rispetto ad un anno fa e si torna negli ipermercati alla ricerca di convenienza. Si comprano prodotti meno costosi: le famiglie ricercano opportunità nelle fasce di prezzo medio, salvaguardando il valore della spesa”.  

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