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Il ruolo delle etichette nelle valutazioni dei rischi alimentari

Le infezioni e/o intossicazioni ad eziologia alimentare possono essere la causa di malattie di considerevole gravità che possono danneggiare il sistema sanitario, come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel documento Global Strategy for Food Safety.

 
I costi diretti sono principalmente dovuti all’adozione di protocolli e standard ad hoc, volti a limitare la contaminazione e la propagazione di agenti patogeni (richiami di prodotti dal mercato, smaltimento di alimenti e mangimi).

I costi indiretti sono associati alla potenziale riduzione delle vendite a causa di scandali alimentari o delle restrizioni alla vendita e dell’imposizione di sanzioni (e.g., riduzione del consumo di determinate categorie di prodotti o marchi fino al ritorno alla normalità). 

Se i progressi scientifici contribuiscono alla riduzione dei costi diretti, limitare i costi indiretti associati ai rischi nel settore agroalimentare è una sfida per la società.

Data la diffusione delle infezioni di origine agroalimentare, la valutazione dei rischi associati è una questione rilevante per l’industria agroalimentare e per i responsabili politici. I canali attraverso i quali le informazioni possono essere veicolate, e il processo cognitivo che guida i consumatori nell’elaborazione delle informazioni, sono certamente fattori che influenzano il modo in cui i consumatori prendono decisioni in condizioni di incertezza

COME LE ETICHETTE SUPPORTANO LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 

Seguendo un approccio sistematico e meta-analitico, un recente studio (Santeramo, F.G., Lamonaca, E. (2021). Objective risk and subjective risk: The role of information in food supply chains. Food Research International) ha valutato il modo in cui le diverse fonti e tipologie di rischi agroalimentari, sia oggettivi che soggettivi, sono percepiti dai consumatori, al fine di identificare il modo in cui le informazioni sui rischi agroalimentari possano essere comunicate in modo efficiente alla società.

I risultati dello studio mostrano che le informazioni sulla sicurezza alimentare, veicolate attraverso etichette specifiche, esercitano un’influenza positiva sui premium price che i consumatori sono disposti a pagare per un prodotto agroalimentare sicuro.
 
Dall’analisi emerge che i consumatori sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo fino al 168,7% per i prodotti agroalimentari in grado di veicolare uno specifico fattore di rischio (ad esempio, prodotti di origine animale ottenuti da capi vaccinati contro Escherichia coli), o certificati come sicuri (prodotti tracciati), o testati e/o ispezionati da soggetti pubblici o terzi (prodotti ispezionati da enti certificati). Si consideri un prodotto carneo, ad esempio carne macinata di manzo con un prezzo medio di riferimento di 3,79 EUR/kg: i consumatori sarebbero disposti a pagare fino a 10,17 EUR/kg in più per lo stesso prodotto riportante le etichette “prodotto trattato”, “prodotto sicuro” e “prodotto ispezionato”.
 
In tal caso, le etichette, pur recando informazioni sulla sicurezza dell’alimento, non sono più percepite dal consumatore come veicoli efficienti di informazioni veritiere. 
I consumatori potrebbero scegliere razionalmente di evitare il consumo di alimenti potenzialmente rischiosi, se il costo dell’informazione (premium price per etichette di sicurezza alimentare) è più alto rispetto al beneficio marginale atteso (sicurezza alimentare percepita). In condizioni di incertezza, i consumatori tendono a interpretare le informazioni in base alle loro esigenze, selezionando quindi i segnali in modo inadeguato.

Dunque, le informazioni su potenziali rischi di sicurezza alimentare aumentano la percezione del rischio e diminuiscono il premium price per le etichette di sicurezza alimentare. Ciò è dovuto ad una maggiore consapevolezza del rischio oggettivo associato al consumo di prodotti potenzialmente esposti a rischi.

SICUREZZA ALIMENTARE: IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE

I fattori rischio di origine agroalimentare sono spesso caratterizzati da informazioni asimmetriche.
In molti casi, i produttori (o i commercianti) hanno un livello di informazione maggiore rispetto ai consumatori sulle proprietà dei prodotti agroalimentari e sui potenziali rischi per la sicurezza alimentare.
L’uso di nuove tecnologie nel settore agroalimentare, quali l’irraggiamento dei prodotti alimentari o l’uso di prodotti geneticamente modificati, è un esempio degno di nota (alto rischio percepito, basso rischio scientifico).
 
L’asimmetria informativa esistente tra produttori e consumatori potrebbe portate ad un’errata percezione da parte dei consumatori dei potenziali rischi associati al consumo di prodotti agroalimentari ottenuti grazie all’uso di nuove tecnologie scientificamente approvate e testate.
 
L’uso di etichette specifiche di sicurezza dei prodotti agroalimentari può fungere da strumento informativo, contribuendo a ridurre la discrepanza tra rischio soggettivo e rischio oggettivo (i.e., avvicinando il rischio percepito dai consumatori al rischio scientifico associato al consumo di un determinato prodotto) e, di conseguenza, limitando le inefficienze derivanti dalla presenza informazioni asimmetriche nel mercato agroalimentare. 

Difatti, la riduzione dell’asimmetria informativa tramite l’uso di etichette specifiche di sicurezza alimentare apporterebbe dei benefici sia ai consumatori, che avrebbero la possibilità di effettuare scelte di acquisto e consumo sicure e consapevoli, che ai produttori, che avrebbero possibilità di ottenere prezzi di vendita superiori per prodotti agroalimentari sicuri. 

È importante che le informazioni fornite dai produttori ai consumatori siano rappresentative dei benefici e adeguatamente certificate.
 
L’intervento politico ed istituzionale consentirebbe di aumentare la fiducia dei consumatori nelle informazioni veicolate attraverso etichette specifiche di sicurezza alimentare e di prevenire sia gli scandali alimentari sia la diffusione di patologie di origine agroalimentare.
 
Una corretta veicolazione delle informazioni sulla sicurezza alimentare ha ricadute importanti per la società e in particolare per alcuni portatori di interesse specifici quali consumatori, industria agroalimentare, decisori politici, istituzioni. Le etichette giocano un ruolo fondamentale nella valutazione dei rischi.
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