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Confimi Industria su codice dei contratti pubblici: “Si alle semplificazioni, no ai semplicismi!”

Confimi Industria ha lanciato un forte allarme in sede di audizione parlamentare presso l’ VIII commissione del Senato, sul pericolo che con la riforma in iter vengano toccati vincoli e normative che nulla hanno a che fare con la condivisibile necessità di velocizzare le procedure nel settore delle costruzioni: esempio tipico è la reiterata richiesta di alcuni settori di eliminare il tetto del 30% del subappalto, eliminazione che avrebbe l’unico effetto di diminuire la qualità delle opere da un lato e aumentare le infiltrazioni malavitose e gli incidenti in cantiere dall’altro.



In particolare la delegazione di Confimi Industria ha toccato, nel corso della prolungata audizione, i seguenti puntuali temi:

  • Qualificazione delle Stazioni Appaltanti: necessità di sbloccare l’approvazione del DPCM ex art. 38, comma 2 del Codice.
  • Qualificazioni degli Operatori Economici
  1. Necessità che sia basata sulle reali capacità dell’impresa espresse in termini di attrezzature, qualificazione del personale e know how (Art. 83, comma 2 del Codice).
  2. Importanza dei requisiti di qualificazione specifici per le lavorazioni c.d. Superspecialistiche (art. 89, comma 11 Codice).
  3. Necessità di continuare a vietare l’uso dei lavori subappaltati da parte dell’appaltatore per qualificarsi in attività che non ha realmente svolto (art. 105, comma 22 Codice).
  • Subappalto
  1. Necessità di mantenere e difendere la vigente normativa nazionale in materia di limiti  al subappalto al 30% dell’intero importo dei lavori (Art. 105, comma 2 del Codice) sia da tentativi di riforma interna del Codice che da eventuali tentativi di revisione da parte della Corte di Giustizia Europea e, più recentemente, della Commissione Europea.
  2. Necessità di mantenere il pagamento diretto ai subappaltatori e chiarire che è possibile anche per “prestatori di servizi e fornitori di beni e lavori” oltre che per subappaltatori e cottimisti come previsto all’art. 105, comma 13 in premessa e poi non specificato alla lettera a) del medesimo comma.
  3. Mantenere il ribasso massimo del 20% tra prezzo di aggiudicazione dell’appalto e subappalto (art. 105, comma 14 del Codice).
  4. Necessità che, al pari del contratto tipo tra Stazione Appaltante ed Appaltatore, ve ne sia un altro tra Appaltatore e Subappaltatore che riporti, senza ulteriori aggravi, le medesime condizioni.
  • In house: necessità che per le concessionarie autostradali venga ripristinata la regola dell’80% di attività affidata al mercato e del 20% svolta in house (art. 177, comma 1 Codice Contratti), come nel caso delle altre tipologie di Concessionari. Si tratta di una asimmetria di trattamento anche costituzionalmente discutibile.
  • OEPV e Massimo Ribasso: necessità che i meccanismi che presiedono all’Offerta  Economicamente più Vantaggiosa siano migliorati al fine di “oggettivizzare” la discrezionalità (fondamentale, a questo proposito, la Commissione esterna alla Stazione Appaltante) e che la soglia del Massimo Ribasso nel settore dei Beni Culturali sia innalzata allineandola a quella degli altri lavori (art. 148, comma 6 del Codice). L’obiettivo di questa proposta per i Beni Culturali non è volta a sostenere il massimo ribasso in quanto tale ma la media dei ribassi; il criterio del minor prezzo deve quindi essere sempre accompagnato da una valutazione ed esclusione delle offerte anormalmente basse (come previsto dall’art. 97, c. 2 del Codice).
  • Avvalimento: massima riduzione possibile della sua applicazione (Art. 89 Codice). Si tratta di un istituto introdotto dai Paesi del nord Europa dove era necessario allargare la platea degli offerenti. Tema assolutamente inattuale nel nostro Paese. Peraltro l’uso (e spesso l’abuso) dell’istituto dell’avvalimento non va certamente nella direzione della qualità dell’opera. 
  • CAM: necessità che l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi venga graduata nel tempo e che venga posta in relazione agli importi delle gare (Art 34 Codice). 
  • Regolamento appalti: opportunità che tutte le norme regolamentari afferenti il tema degli appalti siano raccolte in un unico testo (Regolamento) per facilitare la loro applicazione. 
  • Anac: necessità di potenziare il suo ruolo a livello di pareri di precontenzioso e vigilanza di mercato con idonea dotazione di risorse.
Sulla  LETTERA DELLA COMMISSIONE UE su recepimento nazione  Direttive Appalti ha affermato non essere condivisibile sotto molti profili la lettera ricevuta dall’Italia (ma anche da altri 14 Paesi). Rispetto alle censure comunitarie,si dovrebbe:

  • mantenere il limite nazionale al subappalto (30% di subappalto massimo sull’intero importo dei lavori);
  • mantenere il limite nazionale all’avvalimento sia rispetto alle SIOS (categorie superspecialistiche) che alle altre lavorazioni;
  • non introdurre assolutamente: il subappalto libero, il subappalto e l’avvalimento a catena;
  • non introdurre la possibilità per la stazione appaltante di escludere l’operatore economico prima di un accertamento di responsabilità definitivo;
  • non eliminare la possibilità prevista di applicare l’esclusione automatica delle offerte anomale;
  • rivedere la normativa sulla terna dei subappaltatori.
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