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Colosseo, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso per la gara dei servizi museali

Si chiude dopo due anni il contenzioso sui servizi museali del Colosseo: il Consiglio di Stato infatti ha accolto il ricorso degli operatori del settore dell'industria culturale che avevano rilevato l’irregolarità del bando Consip (società per azioni, partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), che subordina i servizi di valorizzazione museale ai servizi di biglietteria.

Una storia che ha un excursus di circa 24 anni: è il 1997, quando il Ministero dei Beni Culturali affida i servizi di bookshop, visite guidate, audioguide, produzione di mostre e biglietteria presso il Colosseo a un'associazione di imprese tra Electa Mondadori e Lega delle Cooperative. Esperienza che si protrae per 24 anni senza che sia mai espletata una nuova gara per l'affidamento degli stessi servizi al Colosseo.

A complicare lo scenario, si pone la decisione del Ministero di coinvolgere Consip nello svolgimento delle gare: è il 15 febbraio 2017 quando Consip presenta la “gara a procedura aperta per l’affidamento dei servizi di biglietteria e vigilanza presso i siti del Colosseo, Foro Romano-Palatino e Domus Aurea”.

È in questo momento che gli operatori del settore rivelano l’irregolarità: a farlo Ilaria D’Uva, oggi delegata alla cultura di Confimi Industria (confederazione del manifatturiero italiano) e titolare della società D’Uva, che da oltre 60 anni opera nel settore dell’interpretazione digitale del patrimonio culturale e dei servizi museali.

D’Uva ricorre al TAR del Lazio e, quindi, al Consiglio di Stato che rileva l’illegittimità dell’asservimento dei servizi di valorizzazione ai servizi di biglietteria, affidati in appalto, evidenziando come la gara abbia “eluso il vincolo di legge” disposto dal Codice dei beni culturali. Insomma, il Consiglio di Stato riconosce l’intenzione della legge Ronchey così come evoluta nel Codice dei Beni Culturali, che considera centrale la cooperazione pubblico-privata sull’aspetto della valorizzazione.

La sentenza però sembra non essere sufficiente: Consip pubblica i bandi per i servizi ai visitatori del Parco Archeologico di Paestum e della Galleria dell’Accademia e Museo di San Marco di Firenze, nelle quali recupera la formula della concessione ma persiste nel subordinare i servizi di valorizzazione culturale al servizio di biglietteria. Ancora una volta gli operatori del settore si vedono costretti a ricorrere al TAR e al Consiglio di Stato, che accoglie gli appelli del Consorzio ARTE’M e della società Vivaticket, respingendo inequivocabilmente la possibilità di indire gare per servizi ai visitatori dei siti culturali in cui i servizi di biglietteria prevalgano rispetto a quelli di valorizzazione.

Dopo dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2017, il 21 ottobre 2019, Consip fa pubblicare di nuovo il bando per i servizi ai visitatori del Colosseo. Stavolta il modello è quello della concessione ma è ancora il servizio di biglietteria a trainare il progetto di gara.

“Questa persistente insensibilità dell’Amministrazione rispetto alle aspettative del mercato - spiega Ilaria D’Uva - trova gli operatori combattuti tra la necessità, da un lato, che le gare vadano a buon fine e il settore si sblocchi con l’affidamento dei servizi al Colosseo, dove lo stato di proroga va avanti da 16 anni (la gara prevedeva un contratto di 4 anni + 4 anni) contro ogni regola di diritto europeo in materia di appalti e concessioni e, dall’altro, che lo spirito del Codice dei Beni Culturali sia rispettato, per dare spazio ai privati nella valorizzazione del patrimonio culturale”.

È in questo scenario che Ilaria D’Uva si vede costretta a tornare dai Giudici, assistita dalla Studio Vulpetti, affinché l’Amministrazione sia indotta a ottemperare alla sentenza del 2017. Ed ecco la sentenza odierna.

All’interno di Confimi Industria, dove si è recentemente costituita la sezione per la Cultura e l’industria Culturale, non si nasconde la soddisfazione per il risultato della propria Delegata, che è riuscita a riaffermare il ruolo delle imprese in un settore di cruciale importanza per il rilancio dell’economia del Paese.

“La decisione del presidente del Consiglio Draghi di portare il Ministero del Turismo fuori dal Ministero dei Beni Culturali e dotarlo di portafoglio lascia sperare che le scelte di politica economica, in materia di valorizzazione del patrimonio storico artistico, potranno meglio essere adottate dalla nuova Amministrazione” commenta Ilaria D’Uva, aprendo al dialogo con le istituzioni.

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