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Confimi Industria e ANC: "Nuovo esterometro, tempistica inadeguata per l'87% degli operatori"

Le precompilate Iva sperimentali sono considerate utili, al momento, da meno del 2% degli operatori mentre le scadenze del nuovo esterometro, al debutto fra un mese, nella gestione degli acquisti da non residenti, saranno problematiche per l’87% degli operatori. Lo rileva il sondaggio realizzato nel corso del mese di maggio da ANC e Confimi su un campione di circa 900 imprese e professionisti. Quasi il 70% ha già aggiornato i software per il nuovo esterometro ma solo 18% sta già utilizzando le nuove modalità imposte, come obbligo, dalla legge di bilancio 2021 con effetto per le operazioni effettuate da luglio 2022 (specifiche tecniche 1.7) ancorché, di fatto, fossero già utilizzabili facoltativamente (versione 1.6) fin da ottobre 2020. Per i 46% dei contribuenti l’aggiornamento del software è compreso nel canone annuo mentre gli altri hanno dovuto sostenere un costo aggiuntivo.

La criticità principale riguarda la gestione degli acquisti da non residenti ed è avvertita dall’87% del campione. La preoccupazione scende, invece, al 50% con riferimento alle operazioni attive; una buona parte delle aziende, infatti, già da tempo adotta facoltativamente la fatturazione elettronica attiva (evitando l’esteromentro) anche verso i non residenti ancorché 1/3 sia rallentato in tale scelta quando si tratta di fatture da emettere in valuta estera. La criticità per gli acquisti è in particolare dovuta dalla nuova tempistica. Lo pensa non solo la grande maggioranza (77%) di chi considera critica la novità (87% cit) ma anche la metà (cioè il 4%) di chi considera invece positivamente l’evoluzione (8% del totale). Solo il 5% dichiara di ritenere invece operativamente irrilevanti l’impatto delle novità (percentuale decisamente contenuta rispetto al lato attivo dove il 37% si dichiara invece non particolarmente preoccupato).

Sarà l’ennesima estate da incubo, evidenzia Marco Cuchel, Presidente dell’ANC nazionale, quella che i professionisti dovranno affrontare: dal prossimo 1° luglio oltre all’estensione della fatturazione elettronica ai forfetari over 25.000 euro e per le operazioni da/verso San Marino, partiranno anche novità ad impatto generalizzato (ordinari e forfetari compresi) legate al nuovo esterometro. Tralasciando i dubbi su cui si attendono chiarimenti, il problema, sottolinea Cuchel, “non è il metodo, ossia che il formato diventi lo stesso della FE, ma sono le scadenze a flusso continuo e troppo stringenti rispetto a tempistiche che, nella migliore delle ipotesi, vanno gestite entro il 15 di ogni mese ma in taluni casi anche entro 12 giorni”. Si tratta di scadenze indubbiamente inadeguate rispetto all’operatività di studi e aziende, come evidenzia chiaramente il sondaggio.

Come sistema Confimi Industria, sottolinea Flavio Lorenzin, Vicepresidente con delega alla semplificazione e ai rapporti con la PA, “non siamo contrari al processo in corso, ma non può definirsi semplificazione quella che porta ad una drastica riduzione delle tempistiche per gli operatori”. Ricordiamo che la totalità delle microimprese affida la tenuta della contabilità al professionista di fiducia o alla propria associazione e la quasi totalità delle altre piccole e medie imprese, anche se la tengono in proprio, dispongono in amministrazione, ben che vada, di una o due persone che entro il giorno 15 devono occuparsi di svariati adempimenti. Servono pertanto soluzioni di equilibrio fra esigenze dell’AdE e le difficoltà degli operatori.

A tal riguardo, le due associazioni, nei giorni scorsi, sono tornare a suggerire al Parlamento la ricerca di soluzioni maggiormente distensive. Proroghe o soluzioni che dovrebbero quantomeno rassicurare sul fatto che i tutt’altro che improbabili invii tardivi saranno considerati alla stregua di violazioni meramente formali laddove gli operatori abbiano rispettato i rituali termini di annotazione e liquidazione dell’Iva.  

Allegato 1 - I risultati dell'indagine  -  Allegato 2 - Gli emendamenti presentati in merito 

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