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Pulin (Confimi Sanità) su payback dispositivi medici: “Bene la riduzione degli importi ascritti alle aziende. Ma servono soluzioni definitive e non degli sconti”

“Apprezziamo lo sforzo fatto dal Governo per tamponare l’emergenza scaturita dall'entrata in vigore del meccanismo del payback sui dispositivi medici. La riduzione dell’importo imputato alle aziende – originariamente conteggiata in 2 miliardi e oggi rivista in circa 900 milioni e da restituire entro giugno 2023 – è di certo un impegno, soprattutto considerato che lo stesso Governo ha ereditato a sua volta la situazione” ha commentato Massimo Pulin presidente di Confimi Sanità la decisione scaturita dal Consiglio dei Ministri di ieri.  “Ma uno sconto non è la soluzione, bisogna intervenire definitivamente ed immediatamente”.

In estrema sintesi, ogni azienda sanitaria è stata chiamata a verificare l'eventuale sforamento di bilancio dal 2015 al 2018 rispetto al tetto massimo previsto per i dispositivi medici. Sforamento stimato in circa 4 miliardi di euro che oggi si cerca di pianare chiedendo ai fornitori di contribuire per il 50% dell'importo dello scostamento.
La categoria sanità di Confimi non è del tutto soddisfatta e vuole portare il Governo a valutare ancora alcuni aspetti prima di mettere la parola fine.
“Auspichiamo innanzitutto che venga posticipata al 31 dicembre la data per il pagamento degli importi ascritti alle aziende così - come già avanzato alle istituzioni competenti in questi mesi di interlocuzioni ha sottolineato Pulin – che il conteggio degli importi avvenga basandosi sugli utili e non sul fatturato”.

Confimi Sanità auspica inoltre una risoluzione definitiva. “Oggi il payback sui dispositivi medici è applicato sul periodo 2015-2018, la preoccupazione è che venga replicato anche nel quadriennio successivo e così via nel tempo. Non possono le aziende pagare per degli errori commessi dalla PA, non si può continuare a ignorare il reale impatto della sanità sul bilancio di Stato o, peggio ancora, del valore aggiunto portato dalle imprese all’interno del SSN”.

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