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Agnelli (Confimi Industria): “L’asse del gas Russia-Cina è un colpo mortale per l’Europa. Mentre Italia paga un costo energetico insostenibile e l'UE pensa alla transizione energetica. Basta, serve intervenire subito”

“L’annuncio dell’accordo tra Russia e Cina per rafforzare l'asse energetico da circa 50 miliardi di metri cubi di gas l'anno rappresenta un colpo mortale per l’industria europea e occidentale, già duramente provata da anni di crisi energetica e geopolitica”. Così Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria, commenta la notizia che rischia di cambiare in modo definitivo gli equilibri globali nel settore energetico.

“Fin dalla nascita di Confimi, nel 2012 – ricorda Agnelli – abbiamo posto l’accento sull’importanza del costo dell’energia come fattore produttivo e competitivo. Ma solo con la crisi esplosa tre anni fa politica ed economia ci hanno dato ragione. Siamo davanti a una vera e propria crisi di democrazia economica che colpisce soprattutto l’Italia”.

Secondo il presidente di Confimi, infatti, i numeri parlano chiaro: “Il MOL europeo sul costo dell’energia è in media del 20%, mentre in Italia raggiunge il 50%. Un differenziale del 30% che ha messo in ginocchio famiglie e imprese, e che sta soffocando la manifattura italiana, cuore pulsante del nostro sistema produttivo”.

Agnelli evidenzia la differenza tra le misure a sostegno delle famiglie e quelle necessarie per le imprese: “Se per i nuclei domestici strumenti come bonus e ristori possono rappresentare un palliativo, per il sistema industriale non bastano. Per ridare ossigeno alle nostre aziende è indispensabile agire sul prezzo dell’energia, da una parte eliminando oneri e accise che pesano ingiustamente sulle bollette, dall’altra procedendo finalmente al disaccoppiamento tra energia fossile e rinnovabile”.

“L’Italia – conclude – non può permettersi di assistere passivamente a questo scenario: è tempo che lo Stato rinunci a facili entrate, qui è in gioco la sopravvivenza della nostra manifattura e, con essa, il futuro del lavoro e della competitività del Paese”.

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