Confimi: Parlamento dica no a brevetto e Tribunale Unificato
Roma, 21 maggio 2015 - Confimi apprende con preoccupazione della scelta del Governo di sollecitare il Parlamento ad approvare il “pacchetto” relativo al brevetto con effetto unitario e al Tribunale Unificato che dovrebbe gestirlo.
Questa scelta è stata assunta senza la necessaria valutazione dei costi-benefici che l’ingresso del nostro Paese nel sistema di giurisdizione unificata comporterebbe per l’impresa italiana, in particolare l’impresa manifatturiera, e in ogni caso per motivazioni di pura convenienza e contingenza politica.
Nel dibattito pubblico e istituzionale, peraltro non sufficientemente approfondito, si è lasciato intendere che “l’imprenditoria” del nostro Paese, che sarebbe rappresentata da Confindustria e da altre sigle minori di associazioni corporate, sarebbe incondizionatamente favorevole all’approvazione del “pacchetto” brevetto unitario/corte unificata e che, in ogni caso, l’adesione al sistema rappresenterebbe un irrinunciabile vantaggio a beneficio delle capacità competitive del Paese. Questa rappresentazione è falsa. Innanzitutto perché quelle realtà associative, come Confindustria, non rappresentano il complesso dell’imprenditoria italiana né tanto meno la parte di essa più numerosa e attiva specie nel settore manifatturiero. Inoltre, e soprattutto, non si è spiegato al Paese e agli imprenditori, nemmeno a quelli appartenenti a quelle sigle associative, che se l’Italia aderisse al regolamento sul brevetto unitario e ratificasse il trattato sul tribunale unificato, le imprese italiane si vedrebbero giudicate all’estero e in lingua straniera, con la possibilità di subire provvedimenti restrittivi e condanne per attività generate nel nostro territorio: oltretutto, con costi di difesa che si calcolano da cinque a trenta volte superiori. Né si è spiegato che se l’Italia non aderisse a questo sistema, come è possibile e come Confimi auspica, gli imprenditori italiani potrebbero comunque, se e quando lo desiderassero, depositare e ottenere i brevetti europei con effetto unitario.
Confimi nutre fiducia sul fatto che il Parlamento, nella prossima discussione dell’argomento, sappia tenere nella dovuta considerazione le ragioni forti che sconsigliano, quanto meno allo stato, l’adesione del nostro Paese alle regole del sistema del brevetto unitario a giurisdizione unificata.
Questa scelta è stata assunta senza la necessaria valutazione dei costi-benefici che l’ingresso del nostro Paese nel sistema di giurisdizione unificata comporterebbe per l’impresa italiana, in particolare l’impresa manifatturiera, e in ogni caso per motivazioni di pura convenienza e contingenza politica.
Nel dibattito pubblico e istituzionale, peraltro non sufficientemente approfondito, si è lasciato intendere che “l’imprenditoria” del nostro Paese, che sarebbe rappresentata da Confindustria e da altre sigle minori di associazioni corporate, sarebbe incondizionatamente favorevole all’approvazione del “pacchetto” brevetto unitario/corte unificata e che, in ogni caso, l’adesione al sistema rappresenterebbe un irrinunciabile vantaggio a beneficio delle capacità competitive del Paese. Questa rappresentazione è falsa. Innanzitutto perché quelle realtà associative, come Confindustria, non rappresentano il complesso dell’imprenditoria italiana né tanto meno la parte di essa più numerosa e attiva specie nel settore manifatturiero. Inoltre, e soprattutto, non si è spiegato al Paese e agli imprenditori, nemmeno a quelli appartenenti a quelle sigle associative, che se l’Italia aderisse al regolamento sul brevetto unitario e ratificasse il trattato sul tribunale unificato, le imprese italiane si vedrebbero giudicate all’estero e in lingua straniera, con la possibilità di subire provvedimenti restrittivi e condanne per attività generate nel nostro territorio: oltretutto, con costi di difesa che si calcolano da cinque a trenta volte superiori. Né si è spiegato che se l’Italia non aderisse a questo sistema, come è possibile e come Confimi auspica, gli imprenditori italiani potrebbero comunque, se e quando lo desiderassero, depositare e ottenere i brevetti europei con effetto unitario.
Confimi nutre fiducia sul fatto che il Parlamento, nella prossima discussione dell’argomento, sappia tenere nella dovuta considerazione le ragioni forti che sconsigliano, quanto meno allo stato, l’adesione del nostro Paese alle regole del sistema del brevetto unitario a giurisdizione unificata.