Confimi Industria presenta il sondaggio su Insoluti Iva
Nei mesi scorsi Confimi ha invitato le associazioni territoriali a somministrare alle aziende associate un sondaggio per conoscere il gradimento circa la nuova proposta che Confimi si appresta a cavalcare presso ministeri e Agenzie competenti. L’iniziativa mira a favorire il virtuosismo nel rispetto dei termini di pagamento fra gli operatori economici (B2B), offrendo al fornitore che riceve un insoluto la possibilità di attivare una procedura che, attraverso il monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate, gli consenta di recuperare l’Iva (già versata all’erario) costringendo al contempo il cliente debitore (che l’aveva precedentemente detratta) a riversarla. Il ruolo dell’Agenzia dovrà fungere da garante contro eventuali abusi. La possibilità del creditore insoddisfatto di attivare (in via facoltativa) tale procedura fungerà da deterrenza affinché il debitore rispetti i termini di pagamento poiché, in caso contrario, il cliente dovrà riversare l’Iva detratta con la concreta possibilità di subire controlli mirati da parte dei verificatori.
Al sondaggio (qui di seguito) hanno risposto circa 250 imprese associate. I risultati evidenziano un responso pressoché plebiscitario per la proposta. Più nel dettaglio:
- circa l’ 85% del campione è favorevole alla proposta e ritiene che possa spingere il debitore a rispettare maggiormente i termini di pagamento (8% astenuti; 7% contrari);
- sostanzialmente analoga la percentuale di coloro che ritengono altresì che l’attivazione della procedura tramite il monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate possa aiutare il fornitore/creditore nella gestione dell’insoluto;
- solo il 10% ritiene che la procedura sia troppo complessa (il dato coincidente con quello di chi è contrario alla proposta);
- la distribuzione dei consensi in base alla situazione aziendale (presenza o meno di insoluti) dimostra che il consenso è distribuito su tutte le soluzioni (favorevoli, incerti, contrari). Anche chi non ha problemi d’insoluti sui crediti considera valida la proposta (20 su 22) segno che le risposte non sono dettate esclusivamente dal coinvolgimento personale, ma che sono sostanzialmente obiettive.



Al sondaggio (qui di seguito) hanno risposto circa 250 imprese associate. I risultati evidenziano un responso pressoché plebiscitario per la proposta. Più nel dettaglio:
- circa l’ 85% del campione è favorevole alla proposta e ritiene che possa spingere il debitore a rispettare maggiormente i termini di pagamento (8% astenuti; 7% contrari);
- sostanzialmente analoga la percentuale di coloro che ritengono altresì che l’attivazione della procedura tramite il monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate possa aiutare il fornitore/creditore nella gestione dell’insoluto;
- solo il 10% ritiene che la procedura sia troppo complessa (il dato coincidente con quello di chi è contrario alla proposta);
- la distribuzione dei consensi in base alla situazione aziendale (presenza o meno di insoluti) dimostra che il consenso è distribuito su tutte le soluzioni (favorevoli, incerti, contrari). Anche chi non ha problemi d’insoluti sui crediti considera valida la proposta (20 su 22) segno che le risposte non sono dettate esclusivamente dal coinvolgimento personale, ma che sono sostanzialmente obiettive.