Le Regioni non provino a imporre un aumento dell’Irap. La porta deve rimanere chiusa.
Confimi Impresa - la Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’impresa Privata - che rappresenta 20.000 imprese per 330.000 dipendenti e circa 70 miliardi di euro di fatturato aggregato, esprime forte preoccupazione per il provvedimento inserito nella legge di stabilità che introduce la possibilità per le Regioni di intervenire sull’imposizione fiscale.
Il Senato, infatti, ha deciso di allentare alcuni vincoli fiscali, cui sarebbero state sottoposte le Regioni nel 2013. L'aumento dell'addizionale Irpef sulle persone fisiche oltre lo 0,5% sarebbe stato possibile solo per quelle che non avessero anche aumentato l'Irap sulle imprese. Invece nel 2013 potranno alzare tutte e due le imposte.
Il rischio di un aumento generalizzato delle tasse regionali è solo un ipotesi per il momento, perché il tetto di spesa del Patto non consentirebbe alle Regioni di utilizzare il maggior gettito, ma la porta, è aperta, almeno per quelle che avranno necessità di far quadrare i conti e ridurre il disavanzo.
Il Presidente Agnelli dichiara comunque la contrarietà di Confimi Impresa qualora questa ipotesi dovesse realizzarsi: “La nostra Confederazione chiude subito la porta ad un ipotesi di utilizzo della leva fiscale da parte degli enti regionali, perché questo andrebbe a gravare su una pesantissima situazione economica in un momento in cui le imprese e le famiglie sono chiamate a sacrifici enormi che stanno facendo con grande senso di responsabilità. Immaginare che in questo contesto depressivo per il sistema Italia ed in particolare per le PMI, dove gli imprenditori lottano ogni giorno per rimanere nel mercato e per resistere alla crisi, oltretutto costretti spesso richiedere aiuto alle banche senza successo, si possa solo immaginare di sopportare ulteriori aumenti fiscali, ci inquieta. Soprattutto se pensiamo all’IRAP che va immediatamente abolita: una tassa contestata a livello europeo, anacronistica, che tassa il lavoro e quindi la crescita e che di conseguenza porta ad incrementare la disoccupazione”.
“Saremo quindi vigili sulle iniziative che verranno prese dalle amministrazioni regionali – chiosa Agnelli - per denunciare chi, di fronte alla situazione che abbiamo descritto, può avere il coraggio di decidere con questi eventuali aumenti di piegare definitivamente il comparto del manifatturiero”.