CODICE APPALTI: ANIEM, A RISCHIO TRASPARENZA PER GARE SOTTO 1 MILIONE
“Ci auguriamo che le anticipazioni e le bozze di Codice diffuse in queste ore non siano le stesse che si accingono ad essere approvate dal Consiglio dei Ministri.
Il combinato disposto della disciplina delle gare sotto soglia e della regolamentazione del sistema di qualificazione mettono a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese con effetti occupazionali devastanti.”, dichiara Federico Ruta, direttore generale di Aniem, l’associazione delle piccole e medie imprese edili, aderente a Confimi Industria.
Che aggiunge: “Se la scelta per le gare di importo inferiore a 1 milione di euro è quella della procedura negoziata con soli 5 inviti e la qualificazione, peraltro, affidata all’ente appaltante si rischia di destabilizzare un sistema produttivo senza fare alcuna selezione meritocratica.
Forse qualcuno dimentica che questo è un settore costituito da micro, piccole e medie imprese, che certo devono essere guidate e stimolate alla crescita, ma non estromesse dal mercato senza possibilità alcuna di partecipare.”
“Siamo stati i primi, spesso soli, - conclude Ruta - a mettere in discussione la normativa vigente, le sue anomalie e distorsioni, l’inadeguatezza dell’attuale sistema di qualificazione, la necessità di potenziare le stazioni appaltanti, qualificare e rendere più trasparenti le commissioni giudicatrici, ma certo non si può pensare improvvisamente di affidare l’85% circa del mercato a procedure che poco hanno a che fare con la trasparenza e con la valorizzazione della professionalità”.
Il combinato disposto della disciplina delle gare sotto soglia e della regolamentazione del sistema di qualificazione mettono a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese con effetti occupazionali devastanti.”, dichiara Federico Ruta, direttore generale di Aniem, l’associazione delle piccole e medie imprese edili, aderente a Confimi Industria.
Che aggiunge: “Se la scelta per le gare di importo inferiore a 1 milione di euro è quella della procedura negoziata con soli 5 inviti e la qualificazione, peraltro, affidata all’ente appaltante si rischia di destabilizzare un sistema produttivo senza fare alcuna selezione meritocratica.
Forse qualcuno dimentica che questo è un settore costituito da micro, piccole e medie imprese, che certo devono essere guidate e stimolate alla crescita, ma non estromesse dal mercato senza possibilità alcuna di partecipare.”
“Siamo stati i primi, spesso soli, - conclude Ruta - a mettere in discussione la normativa vigente, le sue anomalie e distorsioni, l’inadeguatezza dell’attuale sistema di qualificazione, la necessità di potenziare le stazioni appaltanti, qualificare e rendere più trasparenti le commissioni giudicatrici, ma certo non si può pensare improvvisamente di affidare l’85% circa del mercato a procedure che poco hanno a che fare con la trasparenza e con la valorizzazione della professionalità”.