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Piacentini: "Continua l'emorragia di Confindustria. Anche la nautica è fuori. Serve una nuova rappresentanza".

Piacentini: "Continua l'emorragia di Confindustria. Anche la nautica è fuori. Serve una nuova rappresentanza".

Dino Piacentini, Vice Presidente di Confimi Industria, commenta la notizia della fuoriuscita delle principali aziende della nautica da Confindustria "I corpi intermedi di questo Paese devono riprendere i contatti con la realtà economica, c'è un solco profondo tra Confindustria e le aziende private italiane, chi fa rappresentanza oggi deve uscire dalle strutture autoreferenziali, ripensare al proprio ruolo, progettare ed avanzare idee nell’interesse del sistema produttivo e del rilancio occupazionale, avere una visione moderna del sistema fiscale, delle relazioni sindacali, del costo del lavoro". 

Approccio che Confimi ha intrapreso fin dalla sua nascita e che la sua struttura snella nei vertici e operativa sul territorio dimostrano. Ascoltare le aziende manifatturiere e lavorare al loro fianco individuando insieme strategie e politiche di sviluppo, senza essere condizionati al proprio interno da contraddizioni e conflitti di interessi "perché è evidente - ricorda il Vice Presidente di Confimi - che non si possono contemporaneamente rappresentare aziende pubbliche e imprese private".

Tra le priorità individuate da Confimi Industria quella di dover ripensare urgentemente il sistema contrattuale per creare le condizioni indispensabili per creare occupazione, emergenza che sembra non esser riconosciuta da viale dell'Astronomia che, anche con il contratto Federmeccanica sembra essere rimasta in panne. "Abbiamo appena rinnovato il contratto metalmeccanico con soluzioni innovative soprattutto nella fase di accesso dei giovani e ci apprestiamo a rinnovare il contratto dell’edilizia dove ci auguriamo di arrivare ad un unico contratto di settore ed ad un unico sistema della bilateralità per il settore delle costruzioni".

Per fare questo occorre dotarsi di strutture associative leggere nelle quali siano gli imprenditori a indicare strategie, a individuare i servizi ritenuti necessari, a sviluppare progetti di internazionalizzazione assistiti dalle istituzioni. "Questa - e conclude Piacentini - è la strada che Confimi ha intrapreso in alternativa ad Organizzazioni che sembrano parlare linguaggi datati ed ormai incomprensibili per il mondo delle imprese".
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