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Confimi Industria a Bologna la seconda tappa di Progetto Manifattura Italia

Il futuro dell’Italia è nell’industria.
Confimi Industria a Bologna la seconda tappa di Progetto Manifattura Italia
Politica industriale e riforma condivise: ecco la strada per la ripresa. 

Bologna 24 settembre - Si è tenuta oggi a Bologna la seconda tappa di “Progetto Manifattura Italia”, il percorso di sensibilizzazione pensato da Confimi Industria per tenere alta l’attenzione delle istituzioni europee, nazionali e locali sulla manifattura italiana. La road map, iniziata lo scorso luglio a Roma alla presenza del ministro Maria Elena  Boschi, ha come obiettivo quello di presentare il primo Manifesto della manifattura che sintetizzerà gli obiettivi da raggiungere per valorizzare quello che è il settore trainante della nostra economia. Si tenga conto che solo in Emilia Romagna Confimi associa oltre 1500 imprese. Meccanica, edilizia, chimica e informatica le categorie più rappresentate. Un tessuto produttivo peculiare dove le aziende con meno di 10 dipendenti sono oltre il 93%.
Al centro della giornata le misure per sostenere le imprese e la grande partita del rilancio del sistema Italia “Un Paese moderno ha bisogno di istituzioni moderne, un Paese che vuole ripartire, deve avere amministrazioni efficienti, un Paese che vuole essere competitivo deve avere regole certe” ha detto Paolo Agnelli, presidente nazionale di Confimi Industria. E con riferimento alla riforma costituzionale Agnelli prosegue “Per queste ragioni come Confederazione abbiamo sostenuto l’importanza del prossimo appuntamento referendario”.
E riferendosi alle recenti dichiarazioni del Presidente dell’Inps Tito Boeri che - in occasione di un suo intervento presso la Summer School a Cuneo - ha spiegato che a suo parere il futuro del Paese è nel settore servizi dove è più alto il capitale umano e nella sharing economy per i lavoratori poco qualificati, Agnelli ha sottolineato "Bene i servizi, ma l’Italia deve avere un futuro anche con l’industria, soprattutto manifatturiera, vanto di quel marchio di qualità il Made in Italy ricercato e invidiato da tutto il mondo". "Una manifattura che guardi al futuro, tecnologicamente avanzata ma che deve essere sostenuta dalle politiche economiche del Governo - continua il Presidente - è impensabile non valorizzare il sistema industriale, non averne visione e prospettiva, significa - e conclude Agnelli - non credere nella crescita di questo Paese, non credere nella sua competitività". Il rilancio della manifattura è stato un tema centrale delle politiche economiche di Stati Uniti, Francia e Germania come ha fatto notare nel corso della mattinata anche Filippo Taddei in un videointervento   al convegno di Confimi Industria.
Nel Paese crede invece Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna che intervenendo ai lavori ha sottolineato “Io penso che la politica e le istituzioni abbiano perso credibilità, in primis per la corruzione e poi per la lentezza. Il Sì al Referendum porterebbe il Paese ad essere più veloce, più snello nella burocrazia, più certo e aggiungerei più giusto.” “Infrastrutture, occupazione, sanità tutto passa dagli investimenti privati ma soprattutto pubblici” ha continuato il governatore “il Si al Referendum ci permette di parlare proprio di investimenti all'Europa con maggior forza”.
Referendum costituzionale che modificherà il rapporto Stato e Regioni, a proprio a proposito delle province Bonaccini ha ribadito “non possiamo tornare alle province mascherate, bene centralizzare ma lasciando ai territori mansioni certe, specifiche".
Regole certe chiedono le PMI che devono inevitabileme accompagnarsi a tempi certi. Tema ribadito da Massimo Rubechi, Consigliere Giuridico del Ministro Maria Elena Boschi che  ha ricordato “Oggi Camera e Senato hanno lo steso peso nel procedimento legislativo, in modo complicatissimo e tra l'altro diverso l'una dall'altro. I tempi di approvazione vincolano inevitabilmente cittadini e imprese. Con la Riforma Costituzionale i procedimenti legislativi saranno solo due: camera e senato peseranno in maniera eguale sulle regole comuni, ma si applica a sole 14 leggi tipiche. Per tutto il resto il senato può proporre modifiche ma l'ultima parola spetta alla camera. Faccio un solo esempio. Nell'attuale legislatura sono state approvate 265 leggi, naturalmente con il procedimento bicamerale. Con la Riforma Costituzionale solo 5 di queste sarebbero state bicamerali: le altre 260 a prevalenza camera. Un procedimento più chiaro, dunque, veloce e snello.”
D’accordo anche Gianni Lusa, presidente di Confimi Romagna che afferma “Da sempre agiamo in rappresentanza delle imprese per una drastica diminuzione della burocrazia sostenendo tutto ciò che rientra nel concetto di lean economy; incentiviamo le iniziative legate al rispetto della legalità, uno degli elementi essenziali per generare progresso e consentire alle imprese di lavorare in maniera seria e competitiva”  Riforme quindi, ma condivise, ha precisato Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Emilia “Cosa è necessario a questo Paese e al nostro sistema economico è evidente e le PMI supportano e collaborano con chi vuole fare le riforme, ma le vere riforme e per fare questo è necessario l’impegno e la determinazione di tutti”. E la battuta va ai sindacati che “hanno già espresso un parere negativo alla revisione costituzionale ritenendo che porti ad eccessivo accentramento di potere del Governo, francamente è una posizione incomprensibile”.                                                                                                       
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