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Confimi industria su Manovra Lorenzin: "Non si abbandoni la via della semplificazione"​

Roma, 26 ottobre – Manovra 2017: “Bene per alcuni aspetti, preoccupante per altri”. In chiaroscuro il giudizio sul provvedimento finanziario da parte di Confimi Industria. Voci interessanti: dalla proroga del superammortamento al nuovo iperammortamento, dalla proroga degli eco bonus e delle sterilizzazioni, agli aumenti Iva e accise. Ma è dal punto di vista della semplificazione  che la manovra non lascia tranquille le piccole e medie imprese italiane.  A farlo notare è Flavio Lorenzin, vice presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione e ai rapporti con la Pubblica Amministrazione. Sotto la lente di ingrandimento della confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata, due disposizioni della manovra una delle quali, quella sulle nuove comunicazioni Iva trimestrali, già in Gazzetta (art. 4 D.L. 193/2016).

“L’accelerazione che, con il passaggio a trimestrali delle comunicazioni Iva, si vuole imprimere sulla trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate è in questo momento inopportuna” dice Lorenzin. “Gli operatori arrivano da 6 anni in cui hanno subito bulimiche modifiche agli adempimenti di cui solo poche nel segno concreto della semplificazione”.​ ​
“Non c’è spazio oggi per aggiungere nemmeno mezzo nuovo obbligo”, prosegue il vice presidente.​ ​E, in merito alle prospettive di futura estensione obbligatoria a tutti della fatturazione elettronica (per il momento facoltativa dal 2017 ma surrettiziamente ricercata attraverso la novità in analisi), Lorenzin dice che “va dosata con saggezza a meno che l’obiettivo, subdolo, non sia quello di favorire in fretta il processo di smantellamento delle piccole imprese”. Pollice verso, quindi, per  la nuova comunicazione trimestrale che, per Confimi, “rappresenta una riedizione dell’esperienza (già fallimentare) delle dichiarazioni periodiche Iva conosciute nel periodo 1998-2001, con l’ulteriore pesante aggravio di inglobare, e non di abrogare come si vuol far credere, lo spesometro, pure nella forma analitica (elenco ed estremi di tutte le fatture attive, passive, bollette doganali e note di variazione, pure distinte per tipologia di operazione)”.

Negativo poi il giudizio di Confimi Industria anche per quanto riguarda la nuova contabilità di cassa per le imprese in semplificata, quelle cioè fino a 400/700 mila euro di ricavi (misura contenuta nel ddl Bilancio 2017).  “Anche se qui – specifica Lorenzin - la critica è rivolta al metodo e non tanto all’obiettivo che mira, attraverso l’adozione del principio di cassa, a superare le anomalie di un sistema fiscale che pretende di riscuotere imposte dai contribuenti (in questo caso le imprese minori) che non hanno ancora incassato i propri proventi”. Secondo Confimi, quindi, così come è scritta la norma non produce semplificazioni, ma alimenta complicazioni amministrative come ad esempio tenuta di un registro cronologico attraverso il quale monitorare anche cassa e banca. “Complicazioni che, per tali soggetti, porterà ad un aggravio dal 40% al 60% dei tempi e costi per la tenuta della contabilità”, dice ancora Lorenzin e auspica una soluzione alternativa che sarebbe a portata di  mano.
Per la normativa comunitaria, infatti, il recupero dell’Iva attraverso le note di variazione sarebbe possibile e sta allo Stato recepire la norma, anche a fronte di ordinari insoluti (non necessariamente quindi solo in caso di procedure esecutive infruttuose o fallimentari). Secondo Confimi, infatti, basterebbe, introdurre una procedura automatizzata, sottoposta a monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate, che, nel B2B, dia facoltà al fornitore di emettere una nota di accredito per il recupero dell’Iva sugli insoluti subìti costringendo contestualmente il cliente debitore a riversarla all’Erario (pena possibili verifiche mirate) e che determini la sospensione della deducibilità del costo per cliente inadempiente nonché (previa opzione in occasione della singola procedura di auto recupero) il diritto del fornitore di sospendere la tassazione del ricavo insoluto.
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