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Referendum Costituzionale: Aniem dice si ad un’Italia più moderna

Referendum Costituzionale: Aniem dice si ad un’Italia più moderna

Dino Piacentini: “Senza alcuna propensione ideologica ma con la testa al mio ed al nostro lavoro, nonché al futuro nostro e dei nostri figli, che il prossimo 4 dicembre si debba andare a votare SI.”
Aniem (Associazione delle pmi edili di Confimi Industria) scende in campo per manifestare la sua totale adesione al referendum Costituzionale del 4 dicembre. 
“Il prossimo 4 dicembre tutti noi saremo chiamati ad esprimerci con un Si o con un No su un quesito referendario che mira a modificare una parte della nostra Costituzione.
Come imprenditore e come Presidente della nostra Associazione non mi soffermerò sui dettagli più tecnici di questo referendum costituzionale, ma non posso esimermi dal sottolineare un aspetto che per il lavoro che svolgo e che tutti noi svolgiamo, mi induce a scegliere di votare SI”,  dichiara il Presidente Dino Piacentini.
Che prosegue: “Per chi come noi si occupa anche di Appalti pubblici e infrastrutture, vista l’importanza e la strategicità di molte opere, di un piano nazionale che tenga conto sia dell’impegno economico che queste opere prevedono, sia della progettazione da parte di un Governo stabile e soprattutto di un iter parlamentare chiaro ed efficace. Ciò che conta è avere una interlocuzione con un Governo ed un Parlamento che non cambi ad ogni mal di pancia della politica (come troppo spesso abbiamo visto in questi anni passati).
Ogni qualvolta è avvenuto un cambio della maggioranza o si è assistito (purtroppo passivamente) ad un inutile e dannoso “ping pong” tra i due rami del Parlamento, si è sempre dovuto nuovamente iniziare da capo, con la conseguenza infausta di subire rallentamenti o, ancor peggio, la perdita di valide opportunità di lavoro per tutti noi imprenditori, con chiare ripercussioni per l’economia del Paese e quindi anche sulla qualità della vita di tutti i cittadini.”
“Infine, - conclude il Presidente Dino Piacentini - taluni penseranno che siano poca cosa l’obbligo di trasparenza, la primalità per le Regioni virtuose, la parità di genere, il vaglio preventivo da parte della Corte Costituzionale delle leggi elettorali, l’abrogazione del CNEL, il divieto di rimborso ai gruppi consiliari regionali (ricordo che la maggior parte degli scandali degli ultimi anni nasce proprio da lì), il tetto posto agli emolumenti dei consiglieri regionali che non potranno superare quelli del sindaco del capoluogo di riferimento. 
Io penso invece che siano questioni importanti che finalmente si affrontano in modo chiaro e concreto.
Concludo, senza alcuna propensione ideologica ma con la testa al mio ed al nostro lavoro, nonché al futuro nostro e dei nostri figli, che il prossimo 4 dicembre si debba andare a votare SI.”
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