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Finco: NO A DEROGHE SULLA SICUREZZA STRADALE: CHE I SOLDI DELLE MULTE CONTINUINO AD ESSERE DESTINATI ALLA MANUTENZIONE

Un vero e proprio blitz! Il contrario della trasparenza. E per motivazioni inaccettabili.
La legge è uguale per tutti … anzi no, proprio per tutti no! Facciamo riferimento alle proposte di emendamento (18.6 Misani, 18.34 Cirielli, 21.09 Misiani e 25.09 Castelli) alla manovra fiscale 2017 nei quali si propone, per esigenze di bilancio degli Enti Locali, di derogare a quanto previsto dall’art.108 del Codice della Strada ovvero all’obbligo per gli enti proprietari delle strade di destinare parte dei proventi delle multe alla manutenzione e sicurezza delle strade.

Facciamo il punto - critico- della situazione.  I cittadini pagano le multe, anche salate, in caso di infrazioni al Codice della strada (perché noi, al contrario di qualcuno, non possiamo derogarlo). Ci aspettiamo che quei proventi siano destinati a salvaguardare la nostra sicurezza. Il legislatore infatti riconosce questo nostro diritto e lo prevede nel sopramenzionato articolo 108 del Codice della Strada. E se questo non fosse sufficiente, sarebbe il caso di ricordare che la manutenzione delle strade e gli investimenti in sicurezza (segnaletica, barriere, qualità del fondo stradale ecc.) oltre che ridurre i costi in termini umani, li riduce anche in termini economici.

Questo in una situazione che vede la qualità delle nostre strade nettamente al di sotto degli standard minimi previsti dall’UE.

Gli emendamenti in questione sono gravi ed assolutamente non condivisibili: di fatto dirottano i proventi delle contravvenzioni dalla manutenzione delle strade al funzionamento di polizia stradale per provincie e/o aree metropolitane, mentre resterebbe (al momento) la normativa esisstente per tutti i comuni e le strade multinazionali. La posizione del Ministro Delrio esplicitata nell’interrogazione sottopostagli (vedi di seguito) desta perplessità: i comuni di applicare questa legge non ne vogliono sapere, è dunque meglio cambiare la norma nella impossibilità di farla applicare. Infine gli emendamenti si occupano anche dei destinatari dei proventi contravvenzionali: non i comuni dei verbalizzanti, ma quelli proprietari delle strade sulle quali la multa è stata comminata.
Confidiamo ci sia un ripensamento di una norma peraltro sottratta al dibattito parlamentare.

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