Agnelli (Confimi Industria): “Occorre un Ministero per le Piccole e medie imprese”
“Guardiamo alla nuova legislatura auspicando il Ministero delle piccole e medie imprese” così Paolo Agnelli Presidente di Confimi Industria a pochi giorni dalla tornata elettorale del 4 marzo. “Non si può trascurare – ha sottolineato Agnelli - un settore composto da oltre 4 milioni di imprese che occupano 16 milioni di addetti e che rappresenta il 73,8% del Pil nazionale”.
“Bisogna avere la giusta attenzione” continua il Presidente di Confimi “verso questo mondo che rappresenta il vero welfare del Paese e che ha retto la crisi di questi ultimi 10 anni. Con questi presupposti la Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata che oggi raccoglie oltre 30 mila industriali e imprenditori ha analizzato i programmi elettorali e le proposte dei partiti che si candidano alla guida del paese per capire cosa propongono i diversi schieramenti per le PMI. "Ci auguriamo una giusta e doverosa attenzione nei confronti dell'industria manifatturiera - ricorda Agnelli - e comprendere prima perché l'Italia non è più attrattiva nei confronti delle imprese italiane e di quelle estere che dovrebbero investire in Italia. Il costo del lavoro eccessivo, il costo energetico ormai insostenibile, pari all’87% in più rispetto alla media europea, la tassazione arrivata al 62% e una burocrazia asfissiante, e sono solo i principali fattori negativi. Soltanto dopo possiamo verificare e analizzare gli eventuali aiuti che altri paesi europei ricevono per attrarre imprese". "Del resto - conclude Agnelli - abbiamo accettato il libero mercato e la globalizzazione senza pensare alle conseguenze; non possiamo pensare ora di condizionare la volontà delle imprese di scegliere una nazione piuttosto che un’altra".
“Bisogna avere la giusta attenzione” continua il Presidente di Confimi “verso questo mondo che rappresenta il vero welfare del Paese e che ha retto la crisi di questi ultimi 10 anni. Con questi presupposti la Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata che oggi raccoglie oltre 30 mila industriali e imprenditori ha analizzato i programmi elettorali e le proposte dei partiti che si candidano alla guida del paese per capire cosa propongono i diversi schieramenti per le PMI. "Ci auguriamo una giusta e doverosa attenzione nei confronti dell'industria manifatturiera - ricorda Agnelli - e comprendere prima perché l'Italia non è più attrattiva nei confronti delle imprese italiane e di quelle estere che dovrebbero investire in Italia. Il costo del lavoro eccessivo, il costo energetico ormai insostenibile, pari all’87% in più rispetto alla media europea, la tassazione arrivata al 62% e una burocrazia asfissiante, e sono solo i principali fattori negativi. Soltanto dopo possiamo verificare e analizzare gli eventuali aiuti che altri paesi europei ricevono per attrarre imprese". "Del resto - conclude Agnelli - abbiamo accettato il libero mercato e la globalizzazione senza pensare alle conseguenze; non possiamo pensare ora di condizionare la volontà delle imprese di scegliere una nazione piuttosto che un’altra".