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Decreto Dignità: fatta la legge trovato l'inganno.

Il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza entra nel dibattito scatenato dai dati di Veneto Lavoro.

“In Italia questo vecchio proverbio riesce ad essere sempre di attualità” è la battuta d’esordio di Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza.

“Mi sto riferendo- prosegue - agli effetti che il Decreto Dignità sta avendo sul mercato del lavoro: 30700 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nel 2018 in Veneto, in larghissima parte ri-collocazione di personale con contratti a termine scaduti, assunti sì a tempo indeterminato, ma non dalle aziende quanto da agenzie di lavoro interinale che poi collocano le persone in “staff leasing” (nome tecnico: somministrazione a tempo indeterminato).

Ma è proprio impossibile in Italia creare o almeno preservare - perché c’erano - norme che permettano alle imprese di organizzare con serietà, autonomia gestionale, semplicità la gestione delle maestranze di una azienda?
Condivido il pensiero dell’Assessore regionale Donazzan: sono di gran lunga preferibili le stabilizzazioni “vere”, quelle fatte dalle imprese che, dopo un periodo di reciproca conoscenza tramite contratti a termine o somministrazione, assumono il lavoratore e lo fanno diventare elemento organico della propria squadra. Ritengo peraltro che l’inserimento stabile in azienda sia comunque una garanzia in più in tema di sicurezza sul lavoro e lotta agli infortuni. Invece la demolizione del Jobs Act ha portato nuovamente ad una enorme diffidenza in fase di assunzione, con imprenditori spaventati dal rischio di contenzioso.
Numeri alla mano, abbiamo aiutato a combattere la disoccupazione o abbiamo solo spostato dei lavoratori da un livello di precariato ad un livello leggermente migliore, ma lungi dall’essere ideale? Cosa accadrà a questi lavoratori e alle agenzie interinali più piccole alla prima congiuntura sfavorevole?
Su questi temi io credo veramente che “chi decide” debba confrontarsi con le parti sociali, a partire da quelle che hanno il polso quotidiano delle imprese e dei loro lavoratori; stiamo veramente distruggendo un sistema sociale, prima che industriale e produttivo e, mi amareggia dirlo, non ho capito sull’altare di cosa, se non del consenso nel breve”.
“Se vogliamo cominciare con un primo passo – conclude Lorenzin – direi che rivedere le norme troppo rigide del Decreto Dignità sarebbe un segno di responsabilità e attenzione”
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