La presente per comunicare che il Presidente Agnelli sarà ospite a partire dalle 18:15 ,insieme al Segretario della Fiom Maurizio Landini, alla trasmissione “Il Bianco e il Nero” condotta da Giancarlo Liquenzi su Rai Radio Uno per approfondire i temi relativi alla Legge di Stabilità, Jobs Act, Sciopero Generale, Europa e Finanza.
Santoro: abbiamo inviato una proposta emendativa alla legge di stabilità 2015, in cui chiediamo di prolungare l’obbligo di anticipazione del 10% dell’importo contrattuale per gli appalti
“Nel 2013, Aniem con molta forza chiese al Governo di reintrodurre l’obbligo di anticipazione del 10% dell’importo contrattuale per gli appalti relativi a lavori, servizi e forniture, affidati a seguito di gare”, dichiara Angelo Santoro, Vice Presidente di Aniem, l’associazione che rappresenta 8.000 piccole e medie aziende edili, “e fortunatamente la risposta fu positiva e nella legge di stabilità dello scorso anno fu inserita tale norma”.
“Nei giorni scorsi – prosegue il Vice Presidente di Aniem – abbiamo inviato una nuova proposta emendativa alla legge di stabilità 2015, in cui chiediamo di prolungare l’obbligo di anticipazione del 10% dell’importo contrattuale anche per il prossimo anno.”
“Ci auguriamo – conclude Santoro – che anche quest’anno il Governo ascolti la nostra richiesta permettendo così alle aziende edili di avere un po’ di respiro in questo momento di grande crisi e di garantire così importanti occasioni di lavoro alle imprese e alle maestranze ed assicurare che occupazione e soldi aiutino al rilancio dell’economia reale del Paese”.
La serata si svolgerà giovedì 4 dicembre 2014 con inizio alle ore 19.30 presso il Teatro Sociale di Mantova, in Piazza Cavallotti e sarà aperta da una divagazione breve in parole e musica tra le più famose opere di Shakespeare.
Le politiche restrittive e anti-crescita della finanza nordeuropea condannano il nostro Paese ad una deindustrializzazione irreversibile.
I parametri delle istituzioni sovranazionali sono la continuazione della politica di austerità che ha distrutto il nostro mercato interno negli ultimi anni, portando una perdita del 25% alla nostra produzione industriale.
Non è concepibile che uno Stato accetti regole che riducano la propria economia al limite di una crisi sociale.
L'Italia viene così condannata ad un collasso collettivocon una ulteriore perdita di migliaia di piccole e medie imprese, favorendo, non a caso, l'acquisizione delle nostre eccellenze industriali da parte di competitors europei, depotenziando il nostro sistema industriale.
L'ulteriore irrigidimento delle condizioni pretese dalla BCE sulla concessione del credito, insieme agli stress test e ai parametri di Basilea, aggraverà in via definitiva il credit crunch alle aziende di piccola dimensione non quotate in borsa, togliendo quel poco credito a loro concesso.
Si tratta di parametri tarati sui meccanismi speculativi globali - proprio quelli che hanno provocato la crisi – piuttosto che mirati a favorire una crescita sana dell'economia produttiva.
Gli appelli ad adeguarci alla nuova realtà troppo spesso nascondono la volontà di rendere egemoni i mercati finanziari globali, in contrasto con il modello delle PMI che affondano le loro radici nel territorio e nel lavoro onesto.
Non è una questione di chiusura o di resistenza all'innovazione, ma di modello economico e di concezione della società.
Rendiamoci conto che ciò che ci viene richiesto è di impossibile realizzazione se non con l’annientamento del nostro sistema produttivo.
C'è chi pensa di approfittare della subalternità della politica italiana per conquistare ulteriori segmenti di mercato, ma a lungo termine non c'è scampo: la politica europea del rigore farà affondare tutti, rendendo il continente sempre meno importante in un mondo dove si affacciano nuovi autori orientati al progresso.
O l'Italia o l’Europa: non esistono soluzioni a queste condizioni.
Usciamo dai parametri, rilanciamo la nostra economia, facciamoci pure multare dalla Ue, sarà il male minore pagare 5 miliardi di euro in caso di sforamento dell'1%.
Non è possibile che una economia in depressione possa produrre risorse per diminuire il debito pubblico .
Salviamo le imprese e il posto di lavoro degli italiani, tratteniamo in Italia le nostre industrie.
Se non esiste una politica solidale europea verso i paesi più in difficoltà, tutti gli appelli ai nobili valori dei fondatori dell'Europa si rivelano vuoti e strumentali, atti solo a dividerci ancora di più.
Non fingiamo di credere che potendo licenziare si risolvano i problemi della crescita di questo paese.
Verremo comunque tutti "licenziati" senza reintegra dal curatore fallimentare.
*Presidente di Confimi Impresa – Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata
Confimi Apindustria Bergamo è lieta d’invitarLa all’incontro informativo
CCNL CONFIMI MECCANICA:
SANITA’ INTEGRATIVA
Avvio fase adesione Aziende e lavoratori
PMI SALUTE
presso
Centro Congressi Giovanni XXIII – Sala Stucchi
Viale Papa Giovanni XXIII, 106 Bergamo
Lunedì 17 Novembre 2014 alle ore 9.30 CONFIMI IMPRESA MECCANICA e FIM-UILM hanno istituito, unitamente a RBM Salute (Compagnia assicurativa di riferimento), l’assistenza sanitaria integrativa di CONFIMI Meccanica denominata PMI SALUTE per le aziendeche applicano il CCNL CONFIMI IMPRESA MECCANICA del 1 ottobre 2013.
Si ricorda che PMI SALUTE ha come finalità l’erogazione di prestazioni sanitarie integrative rispetto a quanto fornito dal Sistema Sanitario Nazionale.
Ricordiamo inoltre che PMI SALUTE, come previsto dal CCNL, è finanziato da imprese e lavoratori secondo le modalità e tempistiche già indicate nello stesso e che l’adesione al fondo da parte dei lavoratori è volontaria.
Le finalità di questo incontro sono di poter dare ampia informazione sulle procedure per l’adesione e sulle prestazioni sanitarie previste con l’accordo istitutivo di PMI SALUTE.