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API TORINO: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RISPARMIA DANNEGGIANDO LE IMPRESE

“E’ vero che occorre effettuare un deciso e doveroso taglio delle spese della PA. Ma lo Stato e la PA in generale non possono applicare indiscriminatamente questo principio e soprattutto non possono farlo danneggiando le imprese e in particolare, e sono tante, quello che sono fornitori degli enti locali a vario livello. Non è così che si aiuta lo sviluppo e la crescita”. Corrado Alberto, Presidente di API Torino attacca deciso un effetto perverso dell’art. 8, comma 8, del DL 66/2014, il provvedimento che porterà da questo mese nelle buste paga di milioni di italiani il bonus di 80 euro mensili.

Ad API Torino stanno arrivando numerose segnalazioni di aziende che hanno come clienti gli enti locali, alle quali è già arrivato l’avvertimento di tagli lineari del 5% agli importi dei contratti in essere per le prestazioni e i beni forniti alla PA. Tagli che vengono motivati dal provvedimento per la competitività e la giustizia sociale che, fra le altre cose, stabilisce il bonus di 80 euro in busta paga e la razionalizzazione della spesa pubblica.

“La scelta di far arrivare più risorse ai cittadini – spiega Alberto -, è certamente un’azione importante e utile per cercare di far ripartire i consumi. Ma questa non deve ritorcersi contro le imprese che forniscono la Pubblica Amministrazione ai vari livelli. Cosa che invece sta accadendo”.

L’art. 8 dello stesso provvedimento che porta l’aumento delle buste paga, infatti, impone alla PA e agli enti locali nuovi risparmi per beni e servizi pari a 2,1 miliardi all’anno a partire già dal 2014, e perciò “autorizza” gli enti locali a tagliare il valore dei contratti di fornitura del 5%. “Non si può pensare – dice quindi Alberto -, di effettuare questi risparmi tagliando linearmente. Occorre invece risparmiare selezionando, guardando alle consulenze improprie, spese inefficienti, evitando i doppioni d’acquisto. Se non si fa così, si finisce per danneggiare cittadini e aziende aggravando la situazione degli uni e delle altre”.

“In altre parole – commenta ancora Alberto -, prevedendo la scelta di tagli lineari ai contratti stipulati, Stato ed enti locali cercano di trovare ancora una volta le risorse che servono pesando direttamente sulle spalle delle imprese e non agendo sul fronte della reale razionalizzazione della propria organizzazione e dei propri costi interni”.

“E’ importante adesso – conclude Alberto -, che i nostri enti locali ci dicano chiaramente cosa intendono fare. API Torino, intanto, ha dato mandato ai propri legali di impostare, insieme a Confimi Impresa nazionale, ricorsi legali, sulla base dello Statuto delle imprese, sia verso lo Stato che verso quegli enti locali che agiranno in maniera indiscriminata”.

Api Firenze fa la scelta del manifatturiero aderendo a Confimi Impresa

Il giorno 15 maggio 2014 API Firenze si è riunita in Assemblea e alla presenza del Notaio e il corpo sociale ha deliberato il cambiamento dello Statuto dell’Associazione per consentire il definitivo passaggio da API FIRENZE –Prato Pistoia a CONFIMI IMPRESA FIRENZE Toscana.

Tutto ciò è avvenuto per una scelta politica di rappresentanza che oramai era in itinere nell’intento di dare maggiore identità e rappresentatività alle aziende del settore manifatturiero toscano che da ora in poi entreranno a far parte della nuova grande famiglia del manifatturiero italiano che già annovera oltre 25.000 aziende.

Durante la riunione si è proceduto al rinnovo delle cariche sociali eleggendo il nuovo consiglio direttivo che risulta composto dai Sigg.: Rualdo Martini, Simone Pratesi, Gianluca Sguerri, Claudio Mari, Massimo Sacconi, Simone Bastiani, Piero Galetto, il quale ha provveduto a riconfermare alla guida della nuova Associazione Rualdo Martini che è stato uno dei fautori dell’uscita da Confapi per dare origine a Confimi Nazionale.

ANIEM: EFFICIENZA ENERGETICA PASSA ATTRAVERSO UN PIANO DI SOSTITUZIONE DI EDILIZIA IMMOBILIARE

L’imminente recepimento della direttiva UE 2012/27 e la necessità di garantire la realizzazione degli obiettivi internazionali sull’efficientamento energetico rendono quanto mai urgente la definizione di un piano industriale di riqualificazione immobiliare. Questa la posizione convinta delle pmi-edili di Aniem, l’Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere, aderente a Confimi Impresa.

“Condividiamo la stabilizzazione degli incentivi fiscali, ma serviranno a poco se non saranno selezionati rispetto ai concreti obiettivi che devono raggiungere”, il Presidente di Aniem Dino Piacentini, precisa infatti che “ci sono ampie parti del nostro patrimonio immobiliare che è vetusto, obsoleto e fortemente energivoro e non ha senso intervenire con azioni di manutenzione ordinaria; occorre, finalmente, credere in un piano di demolizione e ricostruzione, coinvolgendo aree di edilizia abitativa, industriale, commerciale che possono essere sostituite con i progetti perfettamente sostenibili, sia dal punto di vista economico che ambientale, di efficienza energetica, liberazione del suolo: con una maggiore qualificazione dei servizi e facendo housing sociale”.

“E’ questa la nuova politica della riqualificazione che dobbiamo attivare – prosegue Piacentini – senza esitazioni, se vogliamo modernizzare le nostre periferie e rilanciare l’attività di un settore in crisi come quello dell’edilizia”.

ANIEM SICILIA INCONTRA IL VICE MINISTRO PER LE INFRASTRUTTURE

"L'Aniem – l'Associazione Nazionale Imprese Edili e Manifatturiere aderente a Confimi Impresa – accoglie con enorme soddisfazione le anticipazioni provenienti dal Ministero delle Infrastrutture sul disegno di legge delega relativo al recepimento delle direttive europee che disciplineranno il mercato dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture".

 Lo ha dichiarato il dottor Ninni D'Aguanno, presidente regionale dell'Aniem, nel corso del suo intervento di venerdì pomeriggio, nella Sala Rossa dell'Assemblea Regionale Siciliana, in occasione dell'incontro tra il vice Ministro per le Infrastrutture, senatore Riccardo Nencini, ed i rappresentanti del Collegio Edile di Aniem Sicilia. L'esponente del Governo Renzi ha infatti esposto i punti della riforma del codice degli appalti, innescata dall'obbligo di recepire le nuove direttive europee.

"Una questione che mi vede direttamente coinvolto – ha detto il senatore Nencini – nel tavolo tecnico che è stato avviato quindici giorni fa e che tornerà a riunirisi il 14 maggio. Le nuove direttive rappresentano un'occasione per rivoluzionare l'intero assetto". Uno dei punti chiave sta nel ridimensionamento se non addirittura nella soppressione dell'Autorità di vigilanza.

"Il vecchio albo nazionale e l'attuale sistema fondato sulle SOA – ha puntualizzato il vice ministro – hanno evidenziato pesanti criticità e pertanto non è assurdo pensare ad una qualificazione gara per gara così come avviene nella maggior parte dei Paesi europei". Tra le novità che potrebbero essere introdotte inoltre la formazione obbligatoria per i funzionari incaricati di aggiudicare i contratti oltre a sfoltire il gran numero dei certificati richiesti alle Pmi per partecipare alle gare. Il tutto regolato dalla E-certis, la banca dati europea che stabilisce la corrispondenza tra i documenti in uso nei vari Paesi.

"Le esternazioni del Ministro Lupi e di autorevoli dirigenti del Ministero – ha dunque sottolineato il dottor D'Aguanno – sono musica per le nostre orecchie. Sono ormai anni che, voce isolata nella rappresentanza del sistema imprenditoriale dell'edilizia, esprimiamo la necessità di un cambiamento radicale di rotta che passi per un superamento dell'attuale sistema di qualificazione che non è riuscito né a migliorare l'efficacia selettiva, né a sburocratizzare la produzione di documenti".

 L'Aniem Sicilia ha messo sul tavolo una serie di proposte avanzate al vice Ministro Nencini. Tra queste "il ricorso al sistema di aggiudicazione degli appalti con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, secondo linee guida che l'Associazione ha già elaborato e sottoposto alla valutazione di diversi enti appaltanti; l'abrogazione della "responsabilità solidale negli appalti e subappalti "norma iniqua e censurabile perché si pone come ostacolo e non come aiuto alla regolarità delle operazioni di pagamento; la riduzione drastica del costo del lavoro a favore di un aumento reale di denaro nella busta paga dei lavoratori. Al di là delle "80 euro" elargite dal Governo attraverso il recepimento di risorse interne, la busta paga dei lavoratori edili potrebbe realmente contenere ben più di quella cifra semplicemente razionalizzando il sistema della bilateralità, sistema gravato da oneri superflui e modelli organizzativi e gestionali assolutamente irrazionali". In tema di edilizia civile, abitativa e industriale, l'Aniem Sicilia ha fatto presente al vice Ministro come ormai "sia imprescindibile la necessità di predisporre un concreto e organico piano di riutilizzo e riuso del patrimonio edilizio, che passi attraverso la demolizione e ricostruzione degli edifici obsoleti, rispondendo ai criteri della green economy".

In tema di edilizia abitativa, il vice Ministro Nencini ha illustrato le novità che saranno introdotte dal "Piano casa" del Governo Renzi (decreto 47 del 28 marzo 2014) che poggia, in primo luogo, su "un dimezzamento del valore sulla tassa sugli affitti. Si prevede infatti che da qui al 2017 si passerà ad un'imponibile del 10% rispetto al 19% iniziale. Questa agevolazione è concessa anche per cooperative e onlus. Inoltre, il piano di recupero immobili prevederà l'agevolazione sulla riqualificazione energetica degli edifici, antisismica e impiantistica".

 Il Piano casa approderà in Senato martedì prossimo. In proposito il presidente D'Aguanno ha sottolineato come "la strada da intraprendere sia proprio quella dell'incentivazione e dell'agevolazione fiscale, auspicando che tali principi non vengano limitati alle abitazioni private ma vengano estesi a scala più ampia, applicati ad interi edifici ed a trasformazioni urbane più complesse".

Il Presidente di Confimi Impresa: la Tari deve premiare le attività di prevenzione e riduzione dei rifiuti

“Ancora una volta si sceglie di penalizzare la produttività del Paese, ponendo aumenti sulla gestione dei rifiuti, un tema che tocca trasversalmente tutte le imprese - dichiara Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Impresa, l'associazione che rappresenta le piccole e medie industrie del settore manifatturiero.

Prosegue il Presidente: “La Tari, nata sulle ceneri della Tarsu per premiare le attività di prevenzione e riduzione dei rifiuti, viene di fatto stravolta con una tariffa che “investe” anche i rifiuti che vengono gestiti direttamente e privatamente dall’azienda”.

“Inoltre – conclude Paolo Agnelli – vengono riviste in peius per le imprese i meccanismi di assimilazione (i cosiddetti speciali – assimilati) con la possibilità da parte dei Comuni di poter estendere le fattispecie di rifiuti produttivi e conseguentemente avere la possibilità di “ampliare” le categorie di rifiuti soggette alla tassazione. Siamo completamente sulla strada sbagliata”.
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