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"Per un'Italia più bella e più sicura". Finco incontra il Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli

"Qualificazione delle imprese: è fondamentale riconoscerne l'importanza per quanto riguarda le imprese specialistiche anche e soprattutto nel campo dei beni culturali".
"Manutenzione e messa in sicurezza del territorio: Finco ha elaborato un dossier chiamato 'Per un'Italia più bella e più sicura', con suggerimenti volti alla valorizzazione ma soprattutto alla conservazione, tutela e messa in sicurezza dei beni culturali sul territorio del nostro Paese. In questo senso ci rendiamo immediatamente disponibili a fornire il nostro contributo tecnico e di esperienze alla rivitalizzata Unità Operativa  sulla Sicurezza del Patrimonio Culturale del nostro Paese". Così Carla Tomasi, la Presidente di FINCO - Federazione Industrie Prodotti ,Impianti , Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione - nel lungo e cordiale  incontro con il Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli tenutosi ieri. A sua volta il Ministro si è detto vivamente interessato all'acquisizione di ogni possibile contributo da parte delle imprese operanti nel settore, sia per gli aspetti tecnici sia per quanto attiene le vischiosità procedurali in generale sulle quali sta già operando per fare chiarezza e per ottenere risparmio nei tempi di attuazione. Ed in proposito ha  illustrato sia i criteri operativi cui intende attenersi, sia  in quali termini affidare specifici compiti di ricognizione, analisi e proposta ai diversi organi interni e uffici del Dicastero.
Nell'intervento e nelle repliche il Ministro ha trattato anche i temi dell'internazionalizzazione nonché quelli collegati al rinnovato rapporto fra Ministero e Soprintendenze.
La delegazione FINCO era composta , insieme alla Presidente, dai vertici delle associazioni federate presenti nella filiera dei beni culturali: Claudio Calastri per Archeoimprese, Antonio Maisto per Assoverde, Paolo Pastorello per Restauratori Senza Frontiere e Kristian Schneider per ARI-Restauratori Italiani, nonché il Direttore Generale di FINCO, Angelo Artale, con il Responsabile delle Relazioni Istituzionali Francesco Morabito.
Trattati poi anche altri temi rilevanti ma più specifici , tra i quali:
Archeologia: è stata messa in evidenza l'assoluta urgenza della emanazione del Decreto attuativo della legge 110/2014. E' stata sottolineata la problematica inerente l'accorpamento delle Sovrintendenze nonchè la necessità di un capitolato di appalto per l'archeologia unico per le diverse stazioni appaltanti, tenuto conto che esse si muovono oggi in modo spesso notevolmente difforme.
Verde storico: l'istanza fortemente sollecitata da Assoverde - e condivisa da tutta la Filiera - riguarda la categoria di lavori specialistici OS 24 che dovrebbe essere suddivisa in Os 24A e OS24B, quest'ultima riferita ai soli lavori di verde storico.
Restauro: i Presidenti sia di ARI sia di Restauratori  Senza Frontiere, hanno enfatizzato l'opportunità di riservare al settore degli appalti dei beni culturali una chiara e decisa specificità. E' stato anche ricordato il ruolo di assoluto prestigio del restauro italiano in campo internazionale. Hanno inoltre ricordato la necessità che venga al più presto licenziato l'Elenco dei Restauratori di cui all’art. 182 del Dlgs 42/2004 che già mesi fa era dato per concluso e pronto, ma finora non portato a completamento procedurale. Il Ministro ha dato assicurazioni in tal senso. Infine è stato espresso l'auspicio della costituzione di un Tavolo congiunto degli Uffici Legislativi Mit/Mibact in merito al tema degli appalti, così come sono state trattate più specifiche questioni connesse al DM Mibact 154/2017 di attuazione del Codice Appalti già prospettate al precedente Capo dell’Ufficio Legislativo, rimaste senza un formale riscontro.



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Confimi Industria e CGIL, CISL e UIL sottoscritto accordo su Formazione Industria 4.0

Confimi Industria rappresentata dal Direttore Generale Fabio Ramaioli e dal responsabile delle Relazioni sindacali Mario Borin  e Cgil, Cisl e Uil, hanno sottoscritto un accordo sui principi guida volti a regolare le modalità con le quali si potranno sottoscrivere gli accordi sindacali territoriali e/o aziendali, in attuazione delle finalità perseguite dalla legislazione in materia di credito d’ imposta per le attività di formazione.

Tale accordo arriva  dopo che le parti hanno  valutato le disposizione previste dalla legge di Bilancio 2018 e aver considerato che il credito di imposta previsto dalla legge  rappresenta una significativa misura di sostegno alla formazione sui temi dell’ Industria 4.0.
Pertanto le attività di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0  dovranno essere definite con un accordo sindacale aziendale o territoriale per poter accedere al beneficio in questione.
E' un  passo assolutamente importante utile alle imprese del sistema Confimi Industria nonché ai lavoratori e propedeutico alle intese territoriali.
 

Agnelli su Dl Dignità:“Confindustria sbaglia nel fare allarmismo”

“Meno investimenti, meno crescita, meno posti di lavoro, la sintesi di Confindustria sul Dl Dignità è davvero riduttiva e non dipinge un’immagine lusinghiera degli imprenditori”. Commenta così Paolo Agnelli presidente di Confimi Industria le dichiarazioni dell’associazione di viale dell’Astronomia.
“Pur riconoscendo il valore della flessibilità, non si può immaginare che gli imprenditori italiani cambino le loro strategie di investimento e produzione solo per una riduzione della durare del contratto a termine”. “Per non parlare dei numeri sulla perdita dei posti di lavoro, a nostro avviso esagerati”.
“Riteniamo più importane e più serio un confronto con il Governo sulla riduzione del cuneo fiscale perché renderebbe più competitive le aziende sui mercati nazioni e internazionali” spiega Agnelli “Questo metterebbe le imprese italiane nella condizione di assumere e a tempo indeterminato senza paura”.
“Serve inoltre una maggiore attenzione a favorire un migliore accesso al credito alle piccole e medie imprese, questo permetterebbe di sostenere gli investimenti e quindi la crescita”.
“È assolutamente condivisibile ed etico - sottolinea anche Agnelli - il principio secondo il quale le imprese che hanno ricevuto finanziamenti di stato per  investimenti produttivi rimangano in Italia almeno per il termine di 5 anni”.
E in chiusura il presidente di Confimi Industria “Siamo convinti che questo eccessivo allarmismo possa generare soltanto un clima inadeguato al sistema produttivo italiano”.

Agnelli su Dl Dignità: “Chi è precario non può garantire la stabilità”

Agnelli su Dl Dignità: “Chi è precario non può garantire la stabilità”

Così il Presidente di Confimi Industria sul delicato momento storico delle Pmi rispetto alle nuove normative.

“Chi è già precario, come lo sono le nostre Pmi, non può garantire stabilità di lavoro”. Così Paolo Agnelli Presidente di Confimi Industria che commenta il decreto dignità. “Chi da’ lavoro oggi, chi rappresenta il vero welfare in Italia sono le Pmi - continua Agnelli - Ci sono 4 milioni e 300 mila piccole e medie imprese nel Paese che danno lavoro a 16 milioni di persone e rappresentano il 73,8 % del Pil”.
“Queste imprese, che già non hanno chiuso come hanno fatto purtroppo 700 mila aziende in Italia negli ultimi 10 anni, stanno sul mercato con difficoltà incredibili. Le aziende in questo contesto sono le prime ad essere precarie perché non hanno certezza delle commesse e degli investimenti fatti. Come fanno a dare stabilità’ assumendo? Siamo di fronte al fallimento della globalizzazione, ad un Europa frantumata, alla politica frastagliata dei dazi, a incidenze sul costo del lavoro, dell’energia e del peso burocratico  senza paragoni”.

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Confimi presenta alle forze politiche il Manifesto della manifattura. Galli, Sottosegretario al Mise: “Impegno concreto del Governo su questi punti”

In Italia lavorano circa 6 milioni di imprese, il 97,7% di queste è composto da microimprese, se a queste aggiungiamo quelle che i criteri europei definiscono pmi si arriva al 99,8%. Questi i dati di InfoCamere che hanno introdotto oggi il tavolo di lavoro di Confimi Industria durante il quale la confederazione che rappresenta 30.000 piccole e medie imprese manifatturiere italiane ha presentato il suo Manifesto della manifattura. A discutere il manifesto insieme a Confimi, rappresentata dal presidente Paolo Agnelli, dal direttore generale Ramaioli e da una vasta delegazione di presidenti e direttori provenienti  dal territorio, alcuni esponenti delle forze politiche e sindacali. Costo dell’energia, costo del lavoro, accesso al credito, sburocratizzazione e sicurezza nei tempi di pagamento, necessità di adeguare la formazione alle richieste del mercato del lavoro, implementamento dei presidi per l’internazionalizzazione coinvolgendo le ambasciate, un unico contratto per la manifattura, riforma dei codici degli appalti fino alla proposta/provocazione di istituire un Ministero delle Piccole e Medie Industrie . Ecco i 10 punti che rappresentano le priorità da cui partire per rilanciare l’economia del paese e far tornare centrale il settore nelle strategie di politica industriale.

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