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CONFIMI IMPRESA INCONTRA CGIL, CISL E UIL

Riprende il confronto a seguito dell’accordo interconfederale del 1° agosto 2013

Si è svolto in data odierna l’incontro tra Confimi Impresa e Cgil, Cisl e Uil.
Confimi Impresa era rappresentata dal Presidente Paolo Agnelli assistito
dal delegato alle relazioni industriali Piero Arduini e dal Vice Presidente Arturo Alberti, dal Direttore Generale Fabio Ramaioli e dai membri della Commissione tecnica Raimondo Giglio e Ciro Galeone.

L’incontro è servito per la ripresa del confronto a seguito dell’accordo interconfederale del 1° agosto 2013.

Il confronto ha quindi messo in luce la necessità di proseguire le relazioni sindacali nell’ambito delle linee convenute nel suddetto accordo.

Si è quindi convenuto di continuare i lavori della commissione paritetica previsti dall’accorso stesso, fissando il prossimo incontro alla data del 15 aprile.

Da parte di Cgil, Cisl e Uil è stata ribadita la volontà di persistere nelle azioni necessarie per arrivare in tempi rapidi all’unificazione del quadro contrattuale per un sistema di relazioni industriali e contrattuali confederali delle Piccole e Medie imprese.

Cgil, Cisl e Uil hanno infine ribadito la continuità delle trattative in corso per la stipula dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ancora non sottoscritti, da parte delle categorie di Confimi Impresa.

CONFIMI IMPRESA: “LA MARCIA È QUELLA GIUSTA, ATTENZIONE ALLA RIDUZIONE A PIOGGIA DELL’ENERGIA”

“Siamo soddisfatti del percorso intrapreso ieri dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi” – sono le prime parole del Presidente di Confimi Impresa Paolo Agnelli, che prosegue - “i provvedimenti adottati ieri nel Consiglio dei Ministri, sembrano dare finalmente risposta alle proposte che Confimi Impresa porta avanti da almeno 2 anni per il mondo dellepiccole e medie industrie, soprattutto per quelle manifatturiere da noi rappresentate.”

“Vorrei sottolineare anche il taglio del 10% sui costi dell’energia per le piccole e medie imprese: una iniziativa indispensabile per le nostre aziende, ma la riduzione a pioggia, indifferenziata e per tutti, è un elemento che andrebbe rivisto. Non tutte le piccole e medie aziende sono manifatturiere ovvero di produzione, pertanto bisognerebbe concentrare l’attenzione ed elevare la riduzione a quelle che hanno un elevato rapporto costo-energia per unità di prodotto. Solo in questo modo potremmo aiutare realmente la concorrenzialità delle nostre imprese che vogliono esportare”.

“Su queste basi non possiamo che confermare la nostra collaborazione su un programma in grado di cambiare il volto al Paese - conclude il Presidente di Confimi Impresa – attraverso un radicale e rapido progetto di riforme istituzionali.”

Confimi Apindustria Bergamo: Invito all'incontro "Nuova Sabatini" e FRIM di Regione Lombardia"

Venerdì 21 marzo 2014 alle ore 10.00
Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni "ex Borsa Merci - Sala Mosaico P.zza Libertà - Bergamo
Obiettivo dell’incontro è presentare la Nuova Sabatini con uno stanziamento di oltre 2,5 miliardi di euro operativa dal prossimo 31/3 e il Fondo FRIM della Regione Lombardia per finanziamenti o leasing agevolati a copertura del 100% delle spese sostenute per lo sviluppo aziendale.

Scarica il coupon di iscrizione

Per iscrivervi all’incontro basta scaricare il coupon di iscrizione e restituirlo via mail a segreteria@confimibergamo.it o via FAX al numero 035.223448.


Per informazioni e approfondimenti contattare il numero035.210151.

Apindustria Confimi Vicenza: Non solo PA, la legge contro i ritardati pagamenti non funziona nemmeno nel privato

E’ una triste constatazione, ma la procedura d’infrazione contro l’Italia avviata dalla Commissione UE per violazione della Direttiva europea sui ritardati pagamenti, potrebbe portare a qualche risultato. E’ amaro rilevare, però, come, ancora una volta, non sia stata posta la giusta attenzione all’inefficacia della normativa rispetto ai pagamenti nel settore privato. E’ plausibile ipotizzare, infatti, che la procedura possa sortire qualche effetto nei rapporti verso la PA (dove i termini di pagamento - dal punto di vista normativo - sono inderogabili) mentre ci sono ben poche speranze sul versante privato. Quella dei ritardati pagamenti nel settore pubblico è una “piaga” inaccettabile, sostiene Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Vicenza, ma non meno pesante è la situazione nel settore privato dove la norma, come ha sempre sostenuto l’Associazione, è completamente inefficace. Come rileva una recente indagine condotta presso le proprie associate, nel 90% dei casi, il termine di 30 giorni previsto dalla Direttiva non è rispettato e, di questi, l’85% rileva una dilazione fra i 60 e i 120 giorni, ben oltre, quindi, i termini della Direttiva. A oltre un anno dall’entrata in vigore della nuova disciplina non stupisce quindi l’insuccesso delle nuove misure. I motivi, commenta Lorenzin, li avevamo anticipatamente pronosticati. Da una parte i termini e gli interessi di mora (tranne poche eccezioni) sono derogabili, a patto che non siano gravemente iniqui ma l’iniquità non rappresenta un deterrente considerato che va accertata dal giudice e con i tempi della giustizia italiana (e vicentina in particolare), non rappresenta certo un deterrente.
Dall’altra, c’è l’elemento psicologico che si abbatte soprattutto sulla piccola e media impresa che non vuole o non può permettersi di creare un contenzioso con la controparte e che quindi si vede costretta ad accettare i tempi che gli sono imposti dalla parte più forte.

Infine, chiosa Lorenzin, a complicare la situazione e a proliferare inutili adempimenti, permane l’aberrante disciplina sulla responsabilità fiscale nel settore degli appalti e subappalti che autorizza il committente o l’appaltatore a sospendere i pagamenti se non riceve l’autocertificazione di regolarità nel versamento delle ritenute dei dipendenti. Son tutte situazioni nelle quali Apindustria Vicenza e Confimi impresa, conclude Lorenzin, continueranno a battersi per far capire al legislatore l’urgenza di soluzioni che, anziché contrastare, agevolino il rispetto dei termini di pagamento, senza, peraltro, gravare sui bilanci dello Stato.

ANIEM: MISURE CONDIVISIBILI NEL “DECRETO LUPI” SU EMERGENZA CASA, MA MANCANO MISURE STRUTTURALI PER LA RIQUALIFICAZIONE

Luci ed ombre secondo Aniem – Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere aderente a Confimi Impresa – nelle anticipazioni dei contenuti del decreto legge sull’emergenza casa che dovrebbe essere presentato nel prossimo Consiglio dei Ministri.

Secondo Alessandro Frascarolo, delegato nazionale Aniem per edilizia privata ed urbanistica, “il provvedimento prevede certamente misure condivisibili per fronteggiare l’emergenza abitativa; in particolare, valutiamo positivamente metodi come il rent to buy che possono ampliare gli spazi del mercato immobiliare, creando nuove opportunità per quelle famiglie che non sono in possesso di una casa di proprietà. Sarà tuttavia importante – continua Frascarolo – non introdurre ulteriori oneri per i proprietari e definire una disciplina fiscale certa e chiara anche per l’Agenzia delle Entrate. Naturalmente appaiono apprezzabili anche le disposizioni sui fondi a disposizione della manutenzione straordinaria degli alloggi Iacp, degli affitti, l’abbassamento della cedolare secca al 10% per i canoni concordati.

Manca però il coraggio di cambiare marcia, di delineare una strategia di politica industriale capace di innovare e di creare le condizioni per un rilancio strutturale dell’edilizia, al di là delle motivazioni emergenziali.

Il tema casa non si risolve se non sosteniamo ed incentiviamo una seria azione di riqualificazione, fondata sulla sostituzione di quel patrimonio immobiliare obsoleto, insicuro, energivoro, degradato, irrecuperabile.

Demolire e ricostruire senza consumare nuovo territorio, – conclude Frascarolo - creando condizioni sociali, ambientali ed economiche sostenibili e dignitose anche per le generazioni future.
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