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ANIEM: RENZI CONFERMA LA VOLONTA’ DI CAMBIARE PASSO

Un buon discorso quello del premier al Senato che conferma la volontà di cambiare passo.

I richiami ad una “legislatura della svolta”, ad un governo politico, a riforme strutturali di tipo istituzionale ed economico costituiscono elementi programmatici che ci fanno ben sperare.

Non possiamo che apprezzare, in particolare, gli obiettivi prioritari di sbloccare totalmente i debiti della Pubblica Amministrazione attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, l’attivazione di fondi di garanzia per le pmi allo scopo di favorire l’accesso al credito, la riduzione incisiva del cuneo fiscale.

Ulteriori passaggi che toccano direttamente il settore delle costruzioni, assolutamente condivisibili, riguardano il piano straordinario per l’edilizia scolastica con lo sblocco immediato degli investimenti causato dall’applicazione meccanica di norme, frutto di un approccio burocratico incurante della sicurezza dei cittadini e la volontà di riformare la giustizia amministrativa che ha deformato il sistema degli appalti dandogli ormai una connotazione più legale che edile.

Su queste basi non possiamo che confermare la nostra massima collaborazione per cercare di tradurre in fatti un programma in grado di cambiare il volto di questo Paese. Abbiamo le nostre idee e le nostre proposte che sono assolutamente coerenti e di supporto agli obiettivi ed alle priorità indicati oggi dal Presidente del Consiglio.

ANIEM: SERVE CORAGGIO PER RILANCIARE L’EDILIZIA, NON BASTANO INTERVENTI “TAMPONE”

Piacentini: “Su edilizia scolastica ed edilizia residenziale sperimentare strade innovative”

“Ben venga un’azione decisa per rilanciare l’edilizia, tutti conoscono il suo ruolo trainante sull’intero sistema economico. Ma non bastano più misure “tampone”, servono interventi innovativi di politica industriale e riforme strutturali per liberare risorse”

Il Presidente di Aniem, Dino Piacentini commenta le anticipazioni sul programma di Renzi per il rilancio del comparto edile, sottolineando come le trasformazioni del mercato e la perdurante recessione economica rendano necessari progetti, anche sperimentali, per dare soluzione a problemi emergenziali.

“Sull’edilizia scolastica e su quella residenziale, in particolare, si devono trovare strade nuove; perché non sperimentare la finanza di progetto anche sull’edilizia scolastica ricomprendendo la gestione di alcuni servizi? Certo anche sulla finanza di progetto andrebbero introdotte semplificazioni ed accelerazioni procedurali che la rendano uno strumento effettivamente praticabile.”, prosegue il Presidente di Aniem.

Sull’emergenza abitativa e sulla riqualificazione delle nostre aree urbane occorre smetterla di avere un approccio tradizionale, speculativo, invasivo dal punto di vista dell’impatto ambientale. Basta con il consumo del territorio, avanti con la sostituzione edilizia, con la rigenerazione di aree fortemente degradate ed energivore sulle quali si può ricostruire con criteri moderni e con impatti vantaggiosi senza oneri per le casse pubbliche. Abbiamo già avanzato alcuni progetti perfettamente sostenibili che hanno riscosso l’interesse della proprietà immobiliare e del sistema bancario”.

“Se non cambiamo modo di approcciarci ai problemi, se restiamo ancorati unicamente alle logiche dei finanziamenti pubblici, se non abbiamo il coraggio di intervenire su apparati obsoleti ed anacronistici sarà molto difficile ipotizzare progetti reali di rilancio produttivo ed occupazionale per l’edilizia”, conclude Dino Piacentini.

PAOLO AGNELLI: “INDISPENSABILE RIVALUTARE I BENI DI IMPRESA SENZA IMPOSTE AGGIUNTIVE”

“Gli indicatori sul credit crunch evidenziano un continuo peggioramento delle capacità del sistema bancario di concedere fidi, - dichiara il Presidente di Confimi Impresa Paolo Agnelli- la rivalutazione civilistica rappresenterebbe, quindi, la soluzione per evitare la chiusura di molte realtà non in grado di ricapitalizzarsi in proprio.”

Nota tecnica:

Da qualunque punto di vista è stata una delusione l’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate sull’unica misura che poteva essere di significativo interesse per salvare molte imprese in perdita: la rivalutazione dei beni d’impresa.

La legge di Stabilità 2014, infatti, prevede la possibilità di rivalutare nel bilancio 2013 i beni d’impresa (immobili, impianti e attrezzature).

L’Agenzia delle entrate, però, ha interpretato in modo restrittivo le misure in questione nel senso di ritenerle applicabili (a differenza della precedente rivalutazione del 2008) solamente a condizione che si paghino le imposte sostitutive. Il problema è che la rivalutazione con effetti anche fiscali (peraltro differiti) costa troppo (16/12% + 10% per affrancamento del saldo attivo di rivalutazione) ed è quindi piuttosto probabile che la misura rimarrà sulla carta.

Per questo motivo Confimi Impresa si è attivata per chiedere una modifica normativa che renda inequivocabile la possibilità di operare una rivalutazione solo civilistica (senza dover cioè pagare imposte sulla rivalutazione dei propri beni).

In un periodo in cui tutti gli indicatori sul credit crunch evidenziano un continuo peggioramento della capacita del sistema bancario di concedere fidi (a imprese e/o soci imprenditori), la rivalutazione civilistica rappresenterebbe, infatti, una soluzione che eviterebbe la chiusura di molte realtà non in grado di ricapitalizzarsi in proprio.

E’ noto, infatti, che se le perdite superano il capitale bisogna ricorrere al Notaio per ridurre il capitale stesso e ricapitalizzare, pena la necessità di sciogliere e liquidare la società.

Sarebbe fondamentale infine per Confimi Impresa che il Legislatore, che già ha ravvisato l’opportunità di consentire una rivalutazione in deroga ai principi civilistici, mettesse una volta tanto da parte le esigenze erariali e si concentrasse nell’introdurre misure che consentano la sopravvivenza a quelle imprese che sperano nell’aggancio di una ripresa che ancora, nonostante i proclami, non si vede.

ANIEM PMI EDILI: NUOVO GOVERNO, ORA PASSARE AI FATTI, NON C’E’ RIPRESA POSSIBILE SENZA RIFORME STRUTTURALI

“Va bene nuovo Governo subito se riesce ad imprimere una svolta. Ciò di cui avvertiamo una necessità emergenziale è una riforma del lavoro che vada ad incidere non solo sul cuneo fiscale ma anche sui costi della bilateralità, un taglio alla spesa pubblica intervenendo sulla configurazione della Pubblica Amministrazione, una ridistribuzione delle competenze istituzionali”, queste le parole a commento degli avvenimenti politici di questi giorni del Presiedente di Aniem – Dino Piacentini-, l’associazione delle PMI edili manifatturiere aderenti a Confimi Impresa.

“Senza questi interventi, che devono vedere la compartecipazione responsabile di tutte le forze politiche, registreremo la definitiva disgregazione di un sistema produttivo che, lo ricordo, è costituito quasi esclusivamente da piccole e medie imprese. Sarà la fine del manifatturiero italiano”, prosegue il Presidente Aniem.

“Ciò di cui forse non si ha ancora piena consapevolezza è che siamo vicini al baratro, non possiamo più aspettare”.

“Basta quindi con gli annunci, si passi ai fatti. Il settore delle costruzioni, in particolare, sta ormai collassando, schiacciato tra assenza di credito, costo del lavoro insostenibile, burocrazia ed incapacità decisionali”, dichiara Piacentini.

“Solo negli ultimi due anni il mercato delle opere pubbliche ha avuto una flessione del 52% (fonte Cresme) e le forme di partenariato pubblico-privato si sono impantanate nelle lentezze procedurali oltre che nei problemi economico-finanziari”.
“La politica eserciti il suo ruolo decisionale, ma anche i sistemi di rappresentanza datoriale e sindacali – conclude Piacentini - facciano la loro parte.”

CONFIMI IMPRESA: FINALMENTE AL CENTRO DELLA DISCUSSIONE LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA ITALIANA

AGNELLI: “La riduzione del costo del lavoro e dell’energia priorità urgenti ed immediate”

Sono soddisfatto – commenta il Presidente Agnelli - nel vedere che dopo un anno passato a far emergere le vere esigenze (su tutte il costo del lavoro e dell’energia) del manifatturiero che Confimi Impresa rappresenta e ha messo al centro della discussione nazionale, ora anche altre associazioni di imprenditori, seppure in ritardo, si interessano a questo settore. Speriamo che anche la politica, di qualunque colore, tenga alta l’attenzione sulla manifattura italiana e la metta fra le priorità della propria agenda”.

“L’importante, al di là delle modalità nel manifestare e nell’esprimere le proprie posizioni–
continua Agnelli - è quello di collocare gli interessi reali, effettivi e concreti degli imprenditori al centro dell’azione politica. Confimi Impresa è nata con una sua identità ben precisa: creare le condizioni per garantire la salvaguardia e lo sviluppo dell’industria manifatturiera italiana attraverso l’azione diretta degli stessi imprenditori”.

“Continuiamo quindi – prosegue Agnelli - a sollecitare una immediata riforma del mondo del lavoro che semplifichi e riduca gli attuali sistemi contrattuali, alleggerisca il costo del lavoro anche in riferimento ai sistemi della bilateralità e della formazione. Altrettanta importanza la rivolgiamo alla riduzione del costo dell’energia, al problema del credit crunch, alle semplificazioni fiscali e a tutti quei costi impropri che gravano pesantemente sulle aziende. Infine deve verificarsi una definitiva accelerazione dei processi di ristrutturazione della pubblica amministrazione incidendo sui costi della spesa pubblica attraverso una razionalizzazione degli enti locali e dei centri di spesa: alle imprese non può essere richiesto più di nulla di quello che già hanno dato, pena il rischio di una desertificazione industriale del nostro Paese.”

“Alle imprese manifatturiere – conclude il Presidente di Confimi Impresa – vanno garantite le condizioni fondamentali e realizzabili per restare sul mercato ed essere competitive”.
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