“Siamo partiti 18 mesi fa lavorando su tre direzioni: le persone, le imprese, i progetti. Volendo utilizzare una sola parola, abbiamo lavorato sul territorio”. Così Nicola Fontanarosa Presidente di Confimi Industria Basilicata in occasione della prima Conferenza Organizzativa dell’associazione organizzata stamattina all’Hotel San Donato al Piano di Matera.
“Confimi Industria Basilicata – continua Fontanarosa - si è caratterizzata fin da subito per le progettualità proiettate ad un’economia dinamica, un laboratorio incubatore di idee concrete e fattive che supera il lavoro sindacale e che si propone di creare rete tra le aziende associate come tra gli altri attori economici della Regione”.
Il 6 giugno scorso, presso la sede istituzionale di CONFIMI Industria Monza e Brianza, è stata convocata l’Assemblea delle imprese appartenenti al comparto Metalmeccanico.
Il Presidente dell’Associazione, nonché Presidente di CONFIMI Impresa Meccanica Nazionale, Ing. Riccardo Chini, ha presentato all’Assemblea i punti salienti del CCNL Meccanico, sottoscritto da CONFIMI Industria e da FIM e UILM nel 2013, e giunto ora al suo secondo rinnovo.
A un anno dalla sottoscrizione del contratto per la piccola e media industria manifatturiera e metalmeccanica, un primo bilancio arriva dall’assemblea di Confimi Impresa Meccanica. Giudizio positivo su molti versanti: “Abbiamo introdotto un diverso sistema di relazioni industriali con le organizzazioni sindacali - rivendica il presidente Riccardo Chini - un confronto senza ideologie, senza pregiudizi, entrando nel merito delle singole questioni”.
“La voracità del fisco non ha limiti” commenta così, Flavio Lorenzin, Vice Presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione fiscale, la manovrina approvata a suon di fiducia dal Parlamento e approdata in Gazzetta Ufficiale venerdì scorso. “Infatti - prosegue il vicepresidente – la manovrina ora chiude anche quei strettissimi cunicoli che ancora permettevano agli operatori più attenti di gestire trimestralmente i propri crediti Iva (diritti dell’Impresa, non debiti verso l’Erario) evitando di dover sopportare esagerati oneri impropri, quali quello del visto di conformità”.
Confimi Industria torna ad occuparsi di Tribunale unico dei Brevetti e lo fa con una lettera firmata dal presidente Paolo Agnelli indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. “L’Italia è il quarto Paese europeo con il maggior numero di brevetti subito dopo l’Inghilterra, con la Brexit quindi spetta al nostro paese la terza sede del tribunale unico”. Così il Presidente di Confimi Industria tira le somme di una questione concreta che si è posta all’Unione europea in tutta la sua evidenza come conseguenza della vittoria dei “leave” alla consultazione popolare che lo scorso giugno ha coinvolto i cittadini del Regno Unito.
Dopo l’esito del referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, infatti, Londra dovrebbe a rigor di logica, non essere più una delle tre sedi del Tribunale Unico (le altre due sono Parigi e Monaco), rimarrebbe quindi una sede vacante, quella che oggi Confimi chiede venga assegnata all’Italia. La questione, però, non è ancora definitiva e sarà oggetto dei negoziati del Trattato tra Ue e UK.
La Brexit, dunque, da minaccia, potrebbe diventare un’opportunità per il nostro Paese. Confimi Industria che in tempi non sospetti aveva già denunciato come l’Italia, nonostante la grandezza della sua industria manifatturiera riconosciuta anche a livello europeo, rischiasse di essere marginalizzata e penalizzata, anche economicamente, dagli accordi internazionali sui brevetti e sui tribunali esteri che li gestiranno torna a far sentire le sue ragioni. “Con la mancata assegnazione all’Italia di una sede della Corte centrale – scrive Agnelli al Ministro - le imprese italiane che operano nei più svariati settori di attività produttive e commerciali sarebbero sottoposte al giudizio di Corti straniere e alla possibilità di subire procedimenti all’estero, in lingua non italiana, oltretutto con costi moltiplicati sino a cinquanta volte”.
Il settore calzaturiero e conciario, di trattamento delle acque, di sistemi di fertilizzazione, dei birrifici, dei dispositivi agricoli e per la raccolta delle derrate, dei processi per il trattamento alimentare, dei macchinari per la lavorazione del vetro, dei sistemi per la cottura dei cibi e per la refrigerazione sono solo alcuni esempi di una piccola e media industria italiana in allarme per un sistema di protezione gravemente sbilanciato a favore dei grandi gruppi esteri e dei Paesi che gestiranno direttamente il nuovo sistema brevettuale.
“L’Italia s’impegni” chiede il Presidente di Confimi Industria nella lettera al Ministro Calenda “ad ospitare la terza sede del tribunale unificato prima che lo facciano altri paesi, rischiando di uscire ulteriormente umiliata ed emarginata nel contesto internazionale in un settore importante e strategico come quello della proprietà intellettuale”.
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