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Allerta alimentare: nuove linee guida per la gestione del sistema che informa i con-sumatori sui prodotti sottoposti a ritiro o richiamo

La Conferenza Stato Regioni ha sancito l’intesa sulle “Linee Guida per la gestione operativa del Sistema di allerta per alimenti, mangimi e materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti”. Le Regioni e il Ministero della Salute hanno aggiornato il funzionamento del sistema di allerta nazionale applicabile agli alimenti e ai mangimi. Per l’individuazione del livello di rischio e quindi per l’attivazione dell’allerta alimentare, le Linee guida fanno riferimento ai criteri definiti dalla Commissione Europea, ai quali si accompagnano alcune indicazioni utili all’autorità competente. Rientrano nel campo di applicazione delle Linee guida anche eventuali riscontri provenienti dall’autocontrollo.

Se un alimento o un mangime a rischio fa parte di una partita, lotto o consegna di alimenti/mangimi della medesima classe o descrizione si presume che tutti gli alimenti o mangimi contenuti in quella partita, lotto o consegna, siano a rischio, a meno che a seguito di una valutazione approfondita risulti infondato ritenere che il resto della partita, lotto o consegna sia a rischio. Non rientrano nel campo di applicazione delle linee guida soltanto i criteri microbiologici di igiene di processo e le frodi commerciali che non rappresentano un rischio effettivo o potenziale per il consumatore.

Residui di pesticida in arance dalla Spagna e Salmonella in integratore dall’India. Ri-tirati dal mercato europeo 104 prodotti

Nella settimana n°20 del 2021 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 104 (9 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).

L’elenco dei prodotti distribuiti nel nostro Paese e oggetto di allerta comprende tre casi: Salmonella spp. in integratore (polvere di shatavari biologica) dall’India; residui di pesticida (clorpirifos-metile) in arance dalla Spagna; aflatossine in semilavorato in pasta per farcire e decorare il gelato dall’Italia.

Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: Salmonella in gambero indopacifico (Parapenaeopsis stylifera) scottato e congelato, dall’India.

Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, il nostro Paese segnala: contenuto troppo alto di solfiti in gamberi tropicali (Litopenaeus Vannamei) cotti, dalla Spagna; presenza di pollame, bovino e proteine di uova in spaghetti istantanei piccanti, prodotti in Cina; mercurio in pesce spada dalla Spagna; Salmonella (ser. Newport) in filetti di petto di pollo, refrigerati, dalla Polonia; sostanza non autorizzata (sildenafil, il principio attivo del Viagra) in integratori alimentari (PotenzaMAX and Forza PIU) dal Regno Unito; Salmonella (ser. Enteritis e Newport) in carne di pollame dalla Polonia; Aflatossine in peperoncino dall’Etiopia.

Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato la Germania segnala la presenza di residui di pesticida (Linuron) in prezzemolo riccio.

Legge sul bio approvata in Senato. Contrasti fra agricoltura biologica e biodinamica

Il Senato ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge sull’agricoltura biologica, con 195 voti a favore, uno contrario e un astenuto. “Il ddl, tra le altre misure istituisce il marchio Biologico italiano di cui potranno fregiarsi i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana. La principale modifica introdotta da Palazzo Madama è stato un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi per “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica“. Questi decreti legislativi dovranno “provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e a rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso“.

L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione. Cattaneo ha criticato la scelta definendo l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche. Cattaneo, che ha poi votato contro il ddl, ha fatto un parallelo tra l’agricoltura biodinamica e Stamina. Anche Elena Fattori (Leu) ha espresso le stesse critiche, astenendosi nel voto finale. Contro l’agricoltura biodinamica anche Fdi, che ha però votato a favore del disegno di legge valutandone la positività nel suo insieme.

Gli strumenti per la gestione del rischio nel settore zootecnico

Le politiche di gestione del rischio in agricoltura contempla strumenti dedicati al settore zootecnico; il piano di gestione dei rischi in agricoltura (PGRA 2021) prevede la possibilità di sottoscrivere da parte dell’allevatore, polizze assicurative, fondi di mutualità e strumenti per la stabilizzazione del reddito settoriale. Tutti gli strumenti sono agevolati, ovvero l’allevatore che li adotta riceve un contributo pubblico a parziale copertura dei costi di adesione. Tale contributo ammonta fino al 70% per gli strumenti sostenuti con i fondi della Politica di Sviluppo Rurale e fino al 50% per la polizza smaltimento carcasse sostenuta con fondi nazionali.

Gli strumenti

            Nell’ambito dello strumento assicurativo, il mondo allevatoriale ha a disposizione due tipologie di coperture assicurative. Una per gestire i rischi derivanti da epizoozie e dagli effetti dell’andamento climatico avverso, questa tipologia di polizza è sostenuta con un contributo del 70% con le risorse del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN). Con una seconda tipologia di polizza si possono coprire i costi necessari per lo smaltimento carcasse degli animali morti indipendentemente dalla causa che l’abbia generata. Questa copertura è sostenuta con un contributo fino al 50% del costo, con risorse nazionali del Fondo di Solidarietà Nazionale (FSN).

Il PGRA individua tra le specie assicurabili tutte quelle allevabili, dalle vacche da latte, bovini da carne, bufalini, ovicaprini, avicoli, conigli, suini, equidi, api, camelidi. Per ogni specie sono individuate la garanzie che è possibile sottoscrivere e nell’ambito della garanzia epizoozie sono individuate quelle specifiche per ogni specie suddivise in obbligatorie e facoltative.

            Accanto allo strumento assicurativo sono previsti gli altri due strumenti, il Fondo di mutualità (misura 17.2 PSRN) con il quale si possono coprire i danni da epizoozie (stessi rischi che si possono coprire con le polizze), e una seconda tipologia di fondo, lo Strumento di stabilizzazione del reddito settoriale (Misura 17.3 bis del PSRN) con il quale si può gestire il rischio legato al calo drastico di reddito. In campo zootecnico, secondo quanto previsto dal PGRA è attivabile per quattro comparti: latte bovino, latte ovicaprino, avicolo e suinicolo. Ad oggi sono stati riconosciuti dal Mipaaf e quindi già operanti due ISTs entrambi per il latte bovino (tabella 4).

Per comprendere al meglio il funzionamento degli strumenti menzionati è opportuno descriverne la differenza. Con lo strumento assicurativo l’allevatore esternalizza il rischio a terzi, di fatto cede ad una compagnia di assicurazione il rischio legato alle garanzie sottoscritte, il costo del trasferimento del rischio è rappresentato dal premio assicurativo che è a carico dell’allevatore. In conseguenza la compagnia di assicurazione, si impegna a risarcire l’allevatore qualora si verifichi un sinistro secondo quanto previsto dal contratto assicurativo. Il Fondo di mutabilità così come l’ISTs è uno strumento di condivisione del rischio tra gli allevatori che autonomamente costituiscono il fondo. La partecipazione al fondo è annuale ed il costo è rappresentato dal premio mutualistico. Con l’adesione al fondo l’allevatore condivide con i suoi colleghi il proprio rischio e viceversa. Altra differenza tra gli strumenti è in merito al ristoro dei danni. Mentre la compagnia assicurativa si impegna a garantire il pagamento degli indennizzi indipendentemente dall’andamento dei sinistri nella sua totalità; il fondo di mutualità risarcisce fino a capienza, se gli indennizzi stimati dovessero essere superiori alle risorse disponibili, l’indennizzo per singolo allevatore sarà riproporzionato fino alla capienza del fondo.

            Per le specie dove tra i rischi assicurabili, vi sono il mancato reddito e abbattimento forzoso, queste garanzie sono agevolabili solo se la copertura prevede anche le garanzie per i rischi derivanti dalle epizoozie obbligatorie (previste per quella determinata specie), alle quali possono essere aggiunte in parte o tutte le epizoozie facoltative. La garanzia mancato reddito può coprire anche la diminuzione di reddito dovuta ai provvedimenti previsti dalle autorità sanitarie per le aree perifocali ovvero le aree di protezione e sorveglianza nelle quali l’attività economica viene limitata (ad esempio, in caso di focolai epizootici).

            Dalla campagna 2021 viene introdotto anche per il settore zootecnico lo standard value (Sv), che rappresenta il valore massimo assicurabile per capo, il valore standard di fatto sostituisce i prezzi massimi assicurabili. La Sv rappresenta un forte elemento di semplificazione, sia in fase di copertura, sia in fase di definizione della spesa ammessa a contributo e il versamento dello stesso all’allevatore.

 

Polizze agevolate, requisiti ed iter per accedere all’agevolazione pubblica.

            Per poter beneficiare del sostegno pubblico l’allevatore deve essere in possesso dei seguenti requisiti soggettivi:

- essere imprenditore agricolo secondo quanto previsto dall’articolo 2135 del codice civile, iscritto nel registro delle imprese o, nel caso degli operatori della Provincia di Bolzano, iscritti all’anagrafe delle imprese agricole;

- essere agricoltore attivo (medesimo requisito necessario per poter beneficiare dei contributi PAC);

- essere titolare del fascicolo aziendale, nel quale deve essere dettagliata la composizione zootecnica e devono essere individuate le consistenze zootecniche oggetto di assicurazione.

- i capi per essere assicurabili, devono essere registrati nella banca dati dell’anagrafe zootecnica nazionale (BDN).

L’allevatore può sottoscrivere la copertura assicurativa in forma singola (polizza individuale) o aderire ad una polizza collettiva il cui contraente è il Condifesa. Affinché la copertura assicurativa possa essere agevolata deve seguire un iter ben preciso, prima di sotto scrivere il contratto è necessario che l’allevatore si faccia rilasciare da parte del proprio CAA (Centro di assistenza agricola) il Pai (Piano assicurativo individuale). Prima del rilascio del Pai è necessario allineare la consistenza della mandria con i dati contenuti nella banca dati nazionale, elemento oggetto di controllo da parte di Agea nella fase di erogazione del contributo pubblico.

            Per l’accesso al contributo l’allevatore dovrà presentare domanda di aiuto, in seguito alla pubblicazione di un apposito avviso da parte del Ministero delle politiche agricole, generalmente pubblicato nel corso della campagna, avviso pubblico sia per le polizze epizoozie (misura 17.1) sia per le polizze smaltimento carcasse (FSN). La domanda di aiuto deve essere presentata attraverso il CAA. In seguito alla domanda di aiuto Agea procederà al calcolo della spessa ammessa al sostegno, ma preliminarmente verrà verificato che l’intera mandria sia stata oggetto di assicurazione, il dato riportato nel certificato di assicurazione deve coincidere con quello presente nella banca dati nazionali (BDN). Definita la spesa ammessa e quindi definito il contributo che può essere fino al 70% della stessa nel caso della polizza epizoozie, il 50% per la polizza carcasse. Esperita la fase istruttoria, AGEA pubblica con apposito decreto l’elenco delle domande di aiuto ammesse con relativa spessa ammessa, ed ammontare del contributo concesso. A questo punto se non c’è richiesta di riesame rispetto alla spesa riconosciuta, si può presentare la domanda di pagamento, in seguito alla quale verrà erogato il contributo.

La grande tradizione alimentare italiana alle prese con le “innovative “aperture proposte dalla Comunità Europea

La nuova Politica Agricola Comune, più conosciuta come PAC, entrerà in vigore nel gennaio del 2023. Ma ovviamente i lavori per la sua definizione sono in corso e alcune scelte sono già sulla bocca di tutti. Tra i rumors - che poi tanto rumors non sono perché ne hanno riportato notizia i maggiori quotidiani di più paesi in Ue - la possibilità di produrre vino parzialmente senza alcool. E c’è già chi ha proposto di non chiamarlo tale. Una bevanda che ha una storia di socialità, una tradizione artigianale, un rilievo letterario da oltre quattro millenni come il vino non può essere derubricata con tanta facilità. E se Bruxelles ha già in parte smentito le voci di corridoio, ha tenuto comunque a precisare che la proposta non vuole incidere sulla produzione di vino così come la conosciamo quanto invece offrire la possibilità di ampliare il mercato, con nuove linee e nuovi prodotti alcool free, permettendo al vino europeo di conquistare anche il mercato arabo. Non un attacco all’identità del vino (!) ma un’opportunità. Per non parlare del via libera alla commercializzazione delle tarme della farina come alimento. Il nuovo alimento, o Novel Food come dicono a Bruxelles, potrà essere venduto nella formula di insetto essiccato intero – come uno snack - o come una farina, secondo una serie di requisiti di etichettatura prescritti dall'Authority di Parma. La decisione formale della Commissione europea - che fa parte della strategia “Farm to Fork” - sarà adottata nelle prossime settimane. Notizie che di certo devono essere inserite – e quindi lette - in un contesto più ampio. Nonostante in molti paesi avanzati, come l’Italia, la denatalità sia un fatto evidente e un problema urgente da affrontare, l’umanità si appresta a fare un ulteriore balzo in avanti: dagli attuali 7,7 miliardi di persone si raggiungerà una popolazione di quasi 10 miliardi (9,7) nel 2050. Una crescita sì e nuovi grandi flussi migratori, di popolazioni alla ricerca del benessere che andranno a coprire gli spazi lasciati liberi dai paesi in decrescita. Premesso che abbiamo assoluta necessità di reperire cibi proteici a basso costo per poter sfamare le nuove generazioni; vero anche che i paesi più ricchi e attenti alle tematiche ambientali devono tracciare nuove strade per coniugare queste necessità con la scarsità di risorse; che i temi ambientali oggi sono sempre più impellenti, abbiamo però il dovere di trovare un equilibrio con la tradizione culturale e culinaria che fa del nostro paese un’eccellenza mondiale. L’indiscussa qualità del food italiano, bandiera del Made in Italy, che oggi vale il 14% del PIL nazionale ed è in continua crescita dall’inizio del secolo, dovrà fare ora i conti con queste nuove aperture e data l’importanza dei valori in gioco non possiamo permetterci di sottovalutare la situazione. L’impressione che ho, come imprenditore e come presidente di Confimi Alimentare è che talvolta la Comunità Europea agisca da “matrigna”, calando dall’alto decisioni o visioni che cozzano con il nostro mondo, fatto di una miriade di PMI Alimentari che producono e commercializzano alimenti eccezionali, espressione delle tipicità regionali, frutto di conoscenze talvolta millenarie che danno vita ad alimenti unici e apprezzati in ogni dove nel mondo. Prodotti che dobbiamo assolutamente difendere. E questo non vuol dire avere dei preconcetti o un atteggiamento di chiusura nei confronti delle novità, quanto piuttosto impedire che il nostro sapere e la nostra tradizione di qualità – già più volte certificata e valorizzata con il termine di Dieta Mediterranea - venga trasformata, rielaborata, soggiogata da chi forse, un pochino, ci invidia.    Pietro Marcato - Presidente Nazionale Confimi Alimentare 

I risultati dello studio su un innovativo sistema di condizionamento della pasta di olive per l’estrazione di olio extravergine di oliva

Steel Tech azienda operante da oltre 50 anni nel campo della lavorazione dell’acciaio inox per il settore enologico, agroalimentare e industriale, ha realizzato un nuovo sistema per il condizionamento della pasta di olive durante l’estrazione dell’olio. La nuova tecnologia è stata testata in due oleifici coratini integrandola su impianti industriali di estrazione già esistenti, nelle campagne olearie 2019-2020 e 2020-2021. Il prototipo è stato sottoposto a indagine sperimentale per la valutazione delle performance dell’impianto e della qualità finale dell’olio. I test sono stati guidati dal Prof. Alessandro Leone, professore ordinario di Macchine ed impianti per le trasformazioni alimentari del Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali dell’Università di Bari Aldo Moro. Gli studi si sono conclusi e i risultati hanno dimostrato evidenti vantaggi in termini di resa e qualità organolettiche dell’olio extravergine estratto.

Si è evidenziato che l’innovativo impianto durante il processo di estrazione permette, rispetto ai metodi più tradizionali:

- un controllo del riscaldamento più veloce e sicuro

- una riduzione della fase di condizionamento del 50%

- un incremento significativo della componente fenolica nell’olio

- una riduzione del processo di estrazione

- una riduzione dei consumi energetici

- una riduzione dei costi operativi del processo

A questo si aggiunge che il sistema consente portate elevate anche ai frantoi che non possono avere grandi spazi a disposizione, senza influenzare la pressione dell’impianto.

Il processo di estrazione classico prevede che dopo il lavaggio le olive vengano ridotte in frangitori meccanici e la pasta ottenuta viene inviata in una gramola in cui il materiale viene rimescolato e condizionato termicamente. A seguito di questo processo la pasta delle olive condizionata viene inviata in un decanter centrifugo che consente la separazione solido-liquido, la parte liquida ottenuta viene poi ulteriormente trasferita in centrifughe verticali per separare l’olio finale. Questo processo è stato ottimizzato grazie al sistema sviluppato da Steel Tech e messo a punto con la Emitec srl, altra azienda coratina che è stata consulente per la progettazione e lo sviluppo del sistema a microonde combinato e la Engreen srl, società di Altamura consulente per le attività degli studi preliminari. Il sistema integra in un’unica tecnologia uno scambiatore tubo-in-tubo con elicoide interno per il rimescolamento e trasporto pasta ad un modulo a microonde (che può essere o no attivato durante il processo) che consente un riscaldamento dielettrico uniforme ed istantaneo della pasta che lo attraversa. Il sistema innovativo ha avuto come obiettivo ovviare alle problematiche legate all’inefficienza di scambio di calore effettuato dalle gramole tradizionali evitando inoltre la frequente e usuale ossidazione della pasta che ne può danneggiare la qualità finale. Per poter far questo, il processo di estrazione è stato gestito separando, con due diverse macchine, la funzione del riscaldamento, introducendo una combinazione tra tecnologie diverse, da quella di rimescolamento svolta sempre dalla gramola. Gli studi hanno dimostrato un significativo incremento della frazione fenolica idrofila quindi un miglioramento della qualità dell’olio oltre ad una riduzione del tempo di condizionamento del 50%.

Inoltre l’applicazione aggiuntiva delle microonde in linea allo scambiatore ha migliorato significativamente la resa in olio riducendo di conseguenza l’olio perso nella sansa vergine. Per quanto riguarda invece la componente fenolica, le prove sperimentali condotte hanno determinato un aumento significativo dei composti fenolici idrofili rispetto alle prove di controllo, con un incremento fino al 30%. I fenoli totali degli olii sperimentali hanno mostrato concentrazioni di circa 1 g/kg migliorando sensibilmente le proprietà salutistiche del prodotto che può essere inserito nella categoria di olii ad alto tenore di fenoli.

La ricerca ha dimostrato che l’utilizzo dello scambiatore di calore all’interno del ciclo di estrazione dell’olio gioca un ruolo positivo nel precondizionamento della pasta di olive prima della gramolazione. Inoltre lo scambiatore prevede una particolare soluzione meccanica innovativa attualmente in fase di brevettazione che permette di incrementare il coefficiente di scambio termico evitando anche cadute di pressione. Infatti, permette di integrare lo scambiatore di calore nel processo di estrazione dell’olio senza la necessità di sostituire la pompa di alimentazione con una più performante, come accade quando si utilizza uno scambiatore più tradizionale.

La pasta di olive viene scaricata nella gramola alla temperatura ottimale preimpostata, evitando tutti gli aspetti negativi che si verificavano quando la pasta veniva riscaldata nella gramola. In questo modo la gramola ha solo la funzione di mantenere costante la temperatura della pasta e di mescolarla lentamente per favorire i fenomeni meccanici, fisici, chimici e biochimici.

La fase di testing ha dunque dimostrato la grande efficacia del sistema con risultati chiari ed evidenti. Chi è interessato ad approfondire l’argomento, a leggere la relazione tecnica finale o visionare l’innovativo sistema può contattare la Steel Tech all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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