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Confimi Emilia e Aniem Modena presentano - SPAZI CONFINATI QUESTI SCONOSCIUTI!

Confimi Emilia e Aniem Modena, in collaborazione con Confimi Servizi Emilia S.r.l., Confimi Formazione Emilia S.r.l., Sicurpal e Sicurform hanno il piacere di invitarLa al seminario operativo di approfondimento:

SPAZI CONFINATI QUESTI SCONOSCIUTI!
Definizioni, rischi e gestione in sicurezza delle attività
Martedì 22 marzo 2016 - ore 14.30
AUDITORIUM CONFIMI EMILIA - SEDE DI MODENA
Via Pier Paolo Pasolini 15 – Modena

Non sempre si ha la percezione di avere, all’interno della propria realtà produttiva, problematiche collegate alla presenza di spazi confinati o di ambienti sospetti di inquinamento. La definizione stessa di ambiente a sospetto inquinamento o confinato, viene spesso associata infatti ad impianti complessi e lontani dalle realtà operative, proprie delle piccole e medie imprese. Se però ci si ferma a riflettere sulla presenza, non rara, anche all’interno di aziende non particolarmente complesse di fosse, vasche, cisterne interrate o fuori terra, silos, canalizzazioni di impianti tecnologici e produttivi, si scopre che gli ambienti confinati sono più diffusi di quanto si creda. Inoltre se si pensa a quante volte capita di incaricare ditte esterne di effettuare operazioni di pulitura, manutenzione e/o riparazioni in spazi confinati, ci si rende conto di essersi esposti in qualità di committenti, spesso inconsapevolmente, al rischio di infortunio di questi addetti, in quanto poco informati sulle procedure da attivare e sui criteri da utilizzare nella scelta dei propri fornitori. Il seminario informativo si propone di comunicare quanto previsto dalla normativa in vigore riguardo agli ambienti confinati e di formare ed informare tutte le figure della sicurezza, che hanno responsabilità decisionali o operative, riguardo ai criteri di scelta, alle modalità di lavoro ed alla corretta gestione dei contratti di appalto, non dimenticando le responsabilità civili e penali.

LA PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO È GRATUITA Si veda programma in allegato. Per partecipare è sufficiente restituire, debitamente compilata, l’allegata scheda di partecipazione al numero di fax: 059894812 o via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro martedì 15 marzo 2016

FORMAZIONE /ANIEM al Ministro del Lavoro Poletti:” vuole commissariare i fondi di formazione?”

Aniem: “Le imprese, anche nell’interesse dei lavoratori, chiedono che si abbia la forza di far luce su quanto è accaduto fino ad oggi, per capire come ciascun fondo si è costituito; come ha gestito le risorse, quante di esse sono state destinate alla formazione, quante ai costi di mantenimento di sedi e burocrazie e dei consigli di amministrazione”. Piacentini: “Oggi il Ministro del Lavoro è chiamato ad intervenire

Da tempo Aniem-Confimi chiede che si faccia chiarezza sulla gestione dei fondi interprofessionali le cui finalità dovrebbero essere, ovviamente, quelle di contribuire ad elevare la professionalità di coloro che lavorano, esigenza prioritaria per la crescita competitiva del nostro sistema economico.
“Troppo spesso – dichiara Dino Piacentini, Presidente di Aniem (Associazione delle pmi edili) aderente a Confimi Industria – i fondi di formazione si sono tradotti nella proliferazione di nuove burocrazie lautamente pagate o, peggio, in modalità di “investimento” in lussuosi immobili a disposizione degli stessi enti paritetici gestori.”
“Abbiamo spesso denunciato la questione, anzi il nostro sistema di rappresentanza ne ha fatto una questione prioritaria. Ci è stato sempre obiettato, anche dalle altre rappresentanze datoriali e sindacali, (che, insieme, hanno gestito fino ad oggi centinaia di milioni di euro) di fare polemiche pretestuose, trincerandosi dietro l’assunto che si trattasse di fondi privati e non di fondi pubblici!”
“Bene, oggi, finalmente ha preso posizione una voce ben più autorevole della nostra: l’atto del dott. Cantone indirizzato al Ministero del Lavoro, conferma la natura “pubblica” di detti fondi.”
“E’ stata tolta la foglia di fico sempre usata da chi ha costruito strutture costosissime per la gestione dei fondi interprofessionali, sulla base di accordi interconfederali tra associazioni sindacali, sia dei lavoratori che delle imprese.”
“Oggi il Ministro del Lavoro è chiamato ad intervenire.”
“Le imprese, anche nell’interesse dei lavoratori, chiedono che si abbia la forza di far luce su quanto è accaduto fino ad oggi, per capire come ciascun fondo si è costituito; come ha gestito le risorse, quante di esse sono state destinate alla formazione, quante ai costi di mantenimento di sedi e burocrazie e dei consigli di amministrazione.”
“Per fare questo è necessaria una netta discontinuità.”
“Il Ministro deve commissariare gli attuali fondi al fine di monitorare i risultati delle gestioni passate, ed entro dodici mesi predisporre e sperimentare le procedure per avviare la nuova fase gestionale di soggetti privati che operano in un ambito di regole pubbliche.”
“Per quanto ci riguarda porteremo questo nostro parere al Ministro del lavoro e ai Presidenti delle commissioni lavoro di Camera e Senato.”
“Siamo fiduciosi – conclude Piacentini - che, nel forte anelito di cambiamento, progresso, e di ulteriore fiducia nel futuro che il Governo ha saputo infondere al Paese, troverà ascolto anche questo fondamentale tema.”

NOTA SULLA FORMAZIONE INTERPROFESSIONALE CONTINUA

L’art. 118 della Legge 19.12.2000, n.388 (e s.m.) prevede la costituzione di fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua, realizzati attraverso la sottoscrizione di accordi interconfederali stipulati dalle Organizzazioni Sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale.

I fondi intersettoriali, possono finanziare in tutto o in parte i piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali concordati tra le parti sociali.

Ai fondi, così costituiti afferiscono le risorse derivanti dal gettito del contributo integrativo stabilito dall’art.25, 4° comma, della Legge 21.12.1978, n.845 (e s.m.) relative ai datori di lavoro che aderiscono a ciascun fondo (0,30 dei contributi versati dalle aziende all’INPS).



Codice Contratti Pubblici/Aniem, oggi alla Presidenza del Consiglio: “guidiamo il mercato verso la scelta di imprenditori responsabili”.

Codice Contratti Pubblici/Aniem, oggi alla Presidenza del Consiglio: “guidiamo il mercato verso la scelta di imprenditori responsabili”.
Nel corso dell’audizione di oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’attuazione della legge delega in materia di appalti e concessioni, Aniem, l’associazione che rappresenta circa 8.000 piccole e medie aziende edili aderente a Confimi Industria, ha evidenziato la necessità di scelte chiare che vadano nella direzione di rafforzare la trasparenza, la meritocrazia e la responsabilizzazione degli operatori del settore.
Parla il Vice Presidente di Aniem, Marco Razzetti: “Come Aniem, esprimiamo una valutazione sostanzialmente positiva sulla legge delega, confermando, però, l’esigenza di perseguire un approccio di soft low, con una regolazione normativa più leggera e “ancorata” alle direttive europee. Abbiamo in tal senso anche apprezzato la scelta di rendere operativi i principi del nuovo Codice con linee guida proposte dall'ANAC in sostituzione del precedente Regolamento."
Che prosegue: “L’esperienza maturata in questi ultimi decenni dimostra che la strada da percorrere è quella di un sistema che responsabilizzi i soggetti protagonisti dell’intero processo di appalto, vincolandoli al rispetto degli impegni assunti, nell’ambito di un contesto di principi generali e di “cornice giuridica” che abbia il solo obiettivo di far emergere gli operatori più qualificati in unclima di massima trasparenza e competitività.”
Conclude Marco Razzetti: “In particolare, durante l’audizione di oggi, abbiamo sottolineato gli elementi strategici per “aiutare” il mercato ad andare in questa direzione: valorizzazione del ruolo della progettazione, maggiore trasparenzanelle procedure di gara, qualificazione incentrata sulla verifica dei reali requisiti delle aziende attraverso la selezione degli operatoriconil merito ela storia dell’impresa al centro della valutazione.”
 

Agnelli (Confimi Industria) “L'Italia sta perdendo le sue aziende, serve una nuova Bretton Woods".

“Ogni giorno un marchio storico della nostra industria viene acquistato da un gruppo straniero.” Così Paolo Agnelli Presidente di Confimi Industria, Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata, commentando la fuga all’estero dei marchi storici del Made in Italy, industrie manifatturiere spina dorsale di questo paese. “Ne sono un esempio Italcementi, Benetton, Gancia, Buitoni, Pirelli, Loro Piana, Gucci e tantissimi altri ancora”.

“Sempre più industrie italiane – spiega il Presidente di Confimi - lasciano il nostro Paese per la Polonia, la Romania, la Serbia, la Croazia e la Slovenia”. “Lì trovano tappeti rossi – continua Agnelli - trovano costi e tasse che permettono sopravvivenza per l'azienda e lavoro per i dipendenti e in cambio i nostri imprenditori contribuiscono alla crescita di questi paesi”.

“Le imprese italiane devono pagare tasse sugli immobili che utilizzano per produrre, sull’energia che consumano e sugli interessi che pagano alle banche – ricorda il Presidente di Confimi Industria -  le nostre industrie devono finanziare con il 25% dei loro consumi elettrici le nuove fonti rinnovabili, pagando i costi di energia e del lavoro più alti in Europa”. E continua “Gli industriali italiani  devono pagare una commissione bancaria sui soldi che ottengono in affidamento ma che non utilizzano, e ancora non possono detrarre totalmente dai costi aziendali le auto in uso ai dipendenti, i costi dei telefoni fissi e portatili e tutto ciò che non è detraibile è tassato dall' Ires”.  

Negli ultimi 15 anni migliaia di imprese manifatturiere italiane hanno spostato la loro produzione all'estero assumendo lì quasi 1 milioni e mezzo di lavoratori, lo stesso milione e mezzo che ha perso il posto in Italia. La disoccupazione è intorno al 11,5%; un giovane su due non trova lavoro. Molti pensionati emigrano in Paesi in cui riescono a sopravvivere con la loro pensione. 9 milioni di cittadini italiani vivono appena sopra la soglia di povertà.

“Questo Governo può essere il primo che dopo vent’anni dia una scossa realizzando un piano industriale per il Paese” - continua Agnelli - "Partire dai decreti attuativi dello statuto delle imprese, potrebbe essere un primo passo a favore delle PMI che oggi costituiscono il 99,9% del totale delle imprese e l'80% dell'occupazione, come ricorda l'Ocse" E conclude il Presidente:"Servirebbe una nuova Bretton Woods"





Presentata un'interrogazione al Ministro Poletti su Garanzia Giovani: "CONFIMI INDUSTRIA può dare impulso al piano"

Francesco Scalia, Carlo Lucherini, Antonio Scavone, Stefania Pezzopane, Giorgio Pagliari, Claudio Moscardelli, Laura Fasiolo, Pasquale Sollo, Maria Spilabotte, Josefa Idem, Franco Conte, Marino Mastrangeli, Bachisio Silvio Lai, Giuseppe Cucca, Maurizio Romani. Sono 15 i senatori che hanno firmato l'interrogazione nei confronti del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti chiedendo se intenda accogliere la richiesta  di Confimi Industria, la Confederazione dell'industria manifatturiera italiana e dell'impresa privata, guidata da Paolo Agnelli, a sottoscrivere il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile "Garanzia Giovani".

I senatori domandano al Ministro perché almeno tre richieste di Confimi Industria sono state ignorate nonostante l'associazione rappresenti ormai quasi 30.000 piccole e medie imprese italiane. Nell'interrogazione si legge chiaramente "che l'adesione di un'associazione così rappresentativa del sistema delle piccole e medie imprese italiane darebbe un notevole impulso al piano".

"La nostra priorità come associazione è quella di agevolare in tutti i modi il lavoro - dice il Presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli - ora speriamo di poter fare la nostra parte fornendo ai giovani un ulteriore strumento per l'inserimento nel mondo del lavoro" E conclude il Presidente " È anche su questo terreno che si gioca la partita della ripresa economica, una partita che vede le imprese coinvolte in prima persona, senza esclusioni"
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