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Agnelli a Squinzi: “Accusare solo i sindacati suggestivo ma inutile. Bisogna chiedere fortemente nuove condizioni di lavoro per le imprese".

“Definire solamente i sindacati la causa dei ritardi del nostro Paese è come minimo suggestivo” commenta così l’esternazione di Squinzi, Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Industria,  la confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata.  E continua il presidente:“Significa voler ignorare sistematicamente le  responsabilità dei governi che hanno guidato l’Italia negli ultimi 20 anni e che hanno massacrato l'industria Italiana rendendola non più competitiva”.

 “Una politica sorda rispetto ai bisogni del Paese e delle industrie, soprattutto piccole e medie” prosegue Agnelli “ Hanno tassato tutto: lavoro ,energia, carburanti, immobili di produzione e relativi macchinari, l’hanno fatto con  aliquote alte più del doppio rispetto agli altri paesi membri della UE e  con l' Irap, tassa che non  esiste in altri paesi, hanno tassato ulteriormente il lavoro e gli interessi sugli investimenti stessi”.

“E tutto questo è avvenuto sotto anche il silenzio complice di una Confindustria che ha lasciato fare e non senza responsabilità anche da  parte delle imprese, sopratutto le grandi , che hanno preferito lasciare l’talia e investire all'estero “ dice ancora Agnelli.

Conclude il Presidente di Confimi:“L’obiettivo per chi rappresenta le imprese in questo Paese deve essere quello di lavorare perché lo Stato  metta le industrie  a pari condizioni di lavoro con altri paesi Europei , a quel punto con le organizzazioni sindacali troveremo subito gli accordi per far ripartire il Paese”.

Festivaletteratura e Confimi Apindustria Mantova un connubio che si ripete. Doppio appuntamento con Kari Hotakainen e Ewan Clayton.

Festivaletteratura e Apindustria Mantova: un connubio che si ripete. Quest’anno saranno due eventi patrocinati dall’Associazione Piccole e Medie Industrie e dal Gruppo Giovani.

Si inizia sabato 11 settembre con lo scrittore finlandese Kari Hotakainen, uno dei più importanti autori umoristi del paese nordico e si prosegue con l’inglese Ewan Clayton che domenica 12 settembre parlerà del futuro della scrittura, forte della sua precedente esperienza di monaco benedettino e di una vita professionale nella Silicon Valley.

“Siamo sempre contenti di sostenere una manifestazione di successo con il Festival – sottolinea il presidente di Apindustria Francesco Ferrari – sia perché è importante a livello territoriale ma anche perché ci consente di attivare un confronto con persone di mondi diversi dal nostro ma da cui c’è sempre da imparare”.
I due temi forti degli eventi targati Apindustria sono proprio legati all’importanza dell’ironia e della curiosità e alla grande importanza del confronto tra passato e futuro e di come il passaggio al digitale viene arricchito dall’esperienza e dalle competenze della tradizione.

“Come ogni anno inoltre stiamo cercando di organizzare degli incontri informali tra i nostri autori e gli imprenditori associati per far vivere in modo ancora più importante l’atmosfera del Festival – aggiunge il presidente Francesco Ferrari – solo se si creano infatti i presupposti di un dialogo aperto e al di fuori degli schemi i semi della cultura potranno continuare a produrre frutto”.

Considerazioni del Presidente di Confimi Apindustria Vicenza Flavio Lorenzin sulla crisi asiatica.

SINDROME CINESE.

Non è la prima volta che l’estate, anche finanziariamente parlando, si presenta torrida (vedi fallimento della Lehman Brothers).


Questa volta è l’opificio del mondo, nonché primo esportatore e paese più popoloso - la Cina - a far sobbalzare le borse e gli operatori economici. Alla caduta di luglio, a cui le autorità cinesi avevano risposto con la sospensione di alcuni titoli quotati e con il divieto di vendita delle azioni dei colossi statali, è seguita la decisione, in agosto, di svalutare lo yuan, per arrivare a lunedì scorso con il nuovo crollo della Borsa di Shanghai. Cadute e rimbalzi hanno caratterizzato anche l'andamento dei mercati europei a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di quanto siano interdipendenti i paesi nell'attuale sistema economico.

"Se il calo della borsa cinese, dopo un periodo di forte crescita, può essere un fenomeno di assestamento" - commenta il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza Flavio Lorenzin - "il deprezzamento della moneta (con il parallelo apprezzamento dell'euro) è decisione che incide sulla competitività dei sistemi manifatturieri in un'economia globale già incerta sotto il profilo economico-politico in un numero rilevante di paesi extraUE e difficile da decifrare circa gli esiti e i tempi: America Latina in rallentamento, Turchia alle prese con elezioni anticipate, IS e curdi, Russia ancora "embargata", sponda sud del Mediterraneo percorsa da conflitti e instabilità.

Ancora una volta aziende ed esportatori devono adattare le loro strategie alle dinamiche in corso, magari virando dai mercati emergenti a quelli "emersi" e offrendo prodotti e servizi sempre migliori e innovativi. Con l'auspicio" - chiude il Presidente Lorenzin - "che Bruxelles riesca a implementare politiche in grado di far fronte a tali congiunture" per non veder svanire la timida ripresa in atto dopo anni di difficoltà e sacrifici".

Agnelli (Confimi): “Con la svalutazione dello Yuan a rischio l’export del nostro manifatturiero”

Agnelli (Confimi): “Con la svalutazione dello Yuan a rischio l’export del nostro manifatturiero”

Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria, Confederazione dell'Industria manifatturiera italiana e dell'Impresa privata, esprime preoccupazione per le ripercussioni della crisi cinese sul settore manifatturiero italiano.

“La svalutazione dello Yuan, manovra evidentemente predisposta per aumentare le performance della Cina su Cambogia e Vietnam, e il parallelo rafforzamento dell’euro, rischiano di avere degli esiti pesanti sul manifatturiero italiano aumentando il gap di competitività della Cina sull’Italia” dice Agnelli. “A pagarne le conseguenza l’export del Made in Italy” E continua il presidente “Così, rischiamo di veder sfumare quella timida ripresa che la nostra economia aveva appena conosciuto, dopo anni di crisi”.

“Dobbiamo, poi, fare doppiamente attenzione, perché non è un problema solo italiano, ma riguarda la manifattura d'Europa, settore indispensabile per il benessere degli stati europei”. E conclude Paolo Agnelli “È il momento che da Bruxelles si mettano in campo politiche di lungo respiro capaci di far fronte a quello che oggi sembra essere un vero e proprio effetto domino”.

Agnelli (Confimi) "Esenzione Ires e Irap, e sconto sull'energia per imprenditori delle PMI che investono”

Roma, 5 agosto - “La totale esenzione dell'Ires e della restante quota Irap e uno sconto del 10% sull'energia - che in Italia è tra i più alti al mondo - per l'anno in cui l'imprenditore investe un milione di euro e assume con il contratto a tutele crescenti 5 unità".  Questa la proposta di Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Industria, Confederazione dell'Industria manifatturiera italiana e dell'Impresa privata, come via da percorrere per il rilancio delle Pmi. Una proposta che vede coinvolti allo stesso tempo gli imprenditori di media e di piccola industria, riducendo però per quest'ultimi i termini d'investimento, di assunzioni e di detrazioni del 50% rispetto alle previsioni dei primi.

“Un programma – sottolinea Agnelli -  che, se attuato, attesterebbe la reale attenzione del Governo verso le PMI alle quali è evidentemente affidata la soluzione del problema occupazionale” E conclude “Si otterrebbe in questo modo la crescita del Pil, la crescita del gettito Iva e il calo dei costi di cig e della disoccupazione, e, non meno importante, l'aumento conseguenziale del consumo interno.”

“I tagli Irap e il contratto a tutele crescenti possono essere misure di partenza, ma da sole non sono sufficienti  a far ripartire l’economia italiana”, sottolinea il Presidente Agnelli osservando gli ultimi dati Istat sull’occupazione che, nonostante le azioni di Governo non sembrano migliorare; oggi anzi abbiamo 22 milioni 297 mila occupati, 22 mila in meno rispetto a dicembre 2014, cioè prima delle legge di Stabilità e del Jobs Act.

“In uno scenario in cui le grandi industrie vanno via e la PA non solo non assume ma taglierà posti di lavoro, sono solo le piccole e medie industrie, che rappresentano il 95% delle imprese italiane, a poter risollevare la crescita economica del Paese, ad avere un ruolo da protagoniste nel sistema del welfare” . Spiega il Presidente Agnelli e conclude “Se infatti da una parte il Governo elaborerà riforme economiche a reale sostegno delle PMI, dall'altra parte gli imprenditori torneranno ad investire in capitale umano”.

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